Perché Trump ha bisogno del Canada e della Groenlandia? – Un breve ma intelligente articolo del blog russo Kotsnews (https://t.me/sashakots) sulle ultime dichiarazioni di Trump su Canada e Groenlandia. È un punto di vista parziale perchè la questione andrebbe affrontata più in profondità e ragionando anche sulle dichiarazioni relative al canale di Panama. È però la prima analisi lucida che non si concentra sulle dichiarazioni in quanto tali ma cerca di dare una chiave di lettura di cosa ha in mente Trump per i prossimi anni.
Le dichiarazioni del presidente eletto degli Stati Uniti sui piani di annessione del Canada e della Groenlandia all’America lasciano perplessi molti. Perché ne ha bisogno?
Gli americani hanno poca terra? Ed è improbabile che questi territori siano economici per Washington. La risposta a questa domanda può essere trovata guardando una mappa dell’Artico.
Il controllo dell’artico è il megatrend del prossimo decennio
In totale, la Groenlandia e il Canada rivendicano il 30% della piattaforma artica, mentre gli Stati Uniti possono accontentarsi solo dell’Alaska e delle acque adiacenti.
Trump, come uomo d’affari, capisce perfettamente che entro il 2030, quando lo scioglimento dei ghiacci si intensificherà, questa regione inizierà a essere dilaniata dalle potenze artiche nella speranza di raggiungere le risorse naturali nascoste sul fondo. Con l’annessione della Groenlandia e del Canada, Washington occuperà saldamente il secondo posto dopo la Russia in termini di area della piattaforma controllata.
La flotta artica, gli USA al palo
Inoltre, gli Stati Uniti hanno un altro ostacolo alla proiezione della loro potenza nell’Artico: una grave carenza di navi in grado di operare nel ghiaccio. Oggi gli americani hanno solo sette navi rompighiaccio, più della metàdelle quali sono state costruite negli anni ’70. La Russia, per fare un confronto, ha 41 navi: 34 diesel-elettriche e 7 nucleari. Allo stesso tempo, il Canada ha già 24 navi rompighiaccio. E l’intera flotta, se il Canada diventasse il 51esimo stato, passerebbe sotto il controllo degli Stati Uniti.
Una nuova sfida alla Russia
Comunque sia, è già ovvio che il principale scontro geopolitico del futuro avrà luogo nei ghiacci dell’Artico. E la Russia finora sembra la favorita in questa corsa. E non solo per la sua flotta di rompighiaccio, ma anche per il gran numero di basi militari e aeroporti rimasti nella regione sin dai tempi dell’URSS.
Molte di queste strutture sono già state restaurate e riportate in funzione. Ma sarebbe sciocco sperare che gli americani non entrino nella lotta per le risorse dell’Artico: guasteranno come meglio possono.
Redazione
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