Aveva ragione Aldo Agroppi, indimenticabile toscanaccio verace, quando diceva che la gravità dei falli compiuti sul campo verde di gioco, dipende dal colore della maglia del giocatore.
E così abbiamo potuto assistere a falli gravissimi mai sanzionati, né con l’espulsione né con squalifiche, da parte di giocatori di squadre blasonate, laddove invece questi giocatori passavano a squadre meno blasonate, inevitabilmente subivano espulsioni e giornate di squalifica.
Allo stesso modo, mutatis mutandis, nell’Italia repubblicana, abbiamo potuto assistere a gravi violazioni della legge civile e penale e ad azioni giudiziarie che sono state svolte dalla magistratura quasi sempre solo nei confronti di un versante politico.
I finanziamenti illegali alla politica ci sono sempre stati ma, guarda il caso, quelli più gravi, da uno Stato nemico e straniero, URSS, sono rimasti totalmente impuniti, gli altri sono stati severamente perseguiti nelle aule di giustizia (Craxi docet).
Immigrazione
Le politiche migratorie finiscono nel mirino della magistratura a seconda di chi le pone in essere.
Se un governo di centrosinistra, mediante un blocco navale, affonda una nave di immigrati causando centinaia di morti o rinchiude migliaia di loro per intere giornate e in condizioni infernali dentro uno stadio, nulla quaestio, neanche un avviso di garanzia, nessuna azione penale.
Se un ministro di destra blocca una nave e l’accesso di clandestini sul suolo italiano, gli piomba addosso l’incriminazione, inverosimile e ridicola, di sequestro di persona e subisce un processo penale.
Se a solo accennare a un blocco navale è Giorgia Meloni, apriti cielo, piovono immediate ipotesi di reato, accuse di fascismo, razzismo, xenofobia.
Se a istituire e attuare il blocco navale è Giorgio Napolitano, nessuno fiata.
Per arrivare ai giorni nostri, nei quali i giudici si arrogano il diritto di decidere se i provvedimenti governativi, per regolare i flussi migratori, possono diventare esecutivi.
Non so se la sola separazione delle carriere -con lo sdoppiamento del CSM- e l’istituzione dell’alta Corte Disciplinare, serviranno allo scopo di migliorare il rendimento scarso e fazioso della nostra magistratura, ma qualcosa va tentato per cercare di cambiare uno stato di cose squallido, inveterato e inaccettabile.
Enrico Pagano
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