Romania, febbraio 2025: arrestato e poi rilasciato Calin Georgescu, il candidato di estrema Destra, vincitore delle ultime elezioni legalmente riconosciute, prima dello scippo politico orchestrato dai soliti ignoti.
La scusa dietro il tentativo di eliminazione politica di Georgescu dalla nuova corsa al voto, sarebbe il finanziamento della sua ultima campagna elettorale, sospetto di essere stato foraggiato dalla Russia per influenzare il voto.
Cosa succede a non votare come vogliono loro
Siamo al secondo arresto con annessa scarcerazione di rilievo, dopo quello di Horatiu Potra, capo di una compagine paramilitare, molto vicino a Georgescu.
Le accuse sono: azione contro l’ordine costituzionale della Romania; istigazione pubblica; avvio di un’organizzazione fascista; false dichiarazioni sulle fonti di finanziamento della campagna elettorale.
Una gran bella serie di frottole senza il minimo fondamento, poiché non sono mai state prodotte prove contro Georgescu e i suoi, difesi a spada tratta da AUR, per voce di George Simion, e dal popolo rumeno sceso in piazza pacificamente, almeno per ora. La realtà dei fatti vede, invece, imputato l’establishment di governo impegnato in una operazione che mira ad eliminare politicamente la nuova candidatura di Georgescu.
Polveriera Bucarest
La Romania, precipitata nel caos politico, è a rischio di caduta un pandemonio sociale e se ciò non è ancora avvenuto il merito è dello stesso Georgescu e di Simion, i quali – sin dall’immediata frode elettorale – hanno esortato i rumeni alla calma e all’attesa per condurre insieme una battaglia politica e istituzionale, piuttosto che una nuova rivoluzione sul modello del dicembre 1989.
Se il Natale 2024 in Romania è trascorso pacificamente in famiglia, tra cene della Vigilia e Colinde – canti di Natale tradizionali – non bisogna certo ringraziare il governo e i suoi sodali che occupano dispoticamente gli scranni.
Il popolo rumeno è pronto. Guai a svegliare i daci, qualcuno in Ue faccia bene i suoi conti, prima che il conteggio, come fu trentasei anni or sono, contempli anche morti eccellenti. La scintilla della “Revoluția din 1989” fu accesa – non è un caso – dall’estero per abbattere gli ormai scomodi – a tutti – Ceaușescu e signora, dando però origine ad un incendio indomabile e fuori controllo.
Rischio escalation?
Il rischio che accada di nuovo è altissimo. Una nuova rivoluzione in Romania potrebbe innescare un moto rivoluzionario anche in altri Paesi in cui i risultati delle elezioni, che hanno visto uscire la Destra vincitrice, sono stai poi riportati nei ranghi da poteri extra nazionali.
Cosa accadrebbe alla Ue se dalla Romania, la rivoluzione toccasse anche Francia e Germania, tanto per citare due pezzi da 90? Per il bene di tutti, ci auguriamo che la situazione si mantenga tranquilla a livello sociale e la battaglia continui ad infuriare politicamente, fino a rendere giustizia a Georgescu e al popolo che ha liberamente espresso il proprio volere.
Cristian Borghetti
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