Se l’immigrato della porta accanto inneggia all’ISIS – Lo scorso dicembre, mentre i milanesi erano assorbiti dalle compere natalizie, è stata arrestata con l’accusa di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale, una cittadina keniota residente nel milanese, tale Hafsa Bakari Mohamed di 19 anni.
La giovane che su Facebook inneggiava all’ISIS e al terrorismo suicida, è stata fermata all’aeroporto di Orio al Serio (BG), pronta ad imbarcarsi in direzione Turchia, con un biglietto di sola andata, per poi raggiungere la Siria ed andare a combattere per l’Isis.
L’Agit-Prop islamica
Molto attiva sulle piattaforme multimediali, ove pubblicava emoticon della bandiera nera dell’Isis e inneggiava alla jihad ed alla guerra santa, portando ad esempio ‘Aisha’, seconda sposa di Maometto, per esortare le donne musulmane al martirio, e riempiendo i social media di commenti con riferimenti al suicidio a scopo terroristico.
Non abbiamo nulla da invidiare alla Francia
Questo fenomeno, apparentemente nuovo da noi, anche se da qualche tempo sta prendendo piede, è conosciuto da oltre un decennio in Francia, ove si sta riconsiderando il presupposto del modello assimilazionista, secondo cui la popolazione immigrata sarebbe diventata francese a tutti gli effetti, e quindi pienamente integrata, col passare di una sola generazione. Un importante campanello di allarme è stato l’affioramento di un evidente malessere sociale che ha avuto la sua più palese espressione nelle rivolte nelle banlieues.
Il bel Capodanno meneghino
Lo abbiamo visto anche lo scorso 31 Dicembre in piazza Duomo a Milano quando orde di immigrati di seconda e terza generazione radunati sotto la statua equestre di Vittorio Emanuele urlavano contro l’Italia e gli italiani.
Infatti, il modello dell’integrazione è assimilazione in Europa ha fallito ovunque, tranne pochissimi casi, gli immigrati che arrivano sul continente europeo, non si integrano restano a margini e sentono e vivono come un corpo estraneo il paese che li accoglie.
Oramai anche la sinistra, basta leggere le ultime dichiarazioni della Gruber, ha capito che non è possibile dare ospitalità a tutti e che accogliere tutti è, oltre che sbagliato nei confronti dei residenti naturali anche controproducente per lo sviluppo e la crescita di una nazione.
Paolo Ornaghi
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