Circa 500.000 spettatori paganti a Zagabria per un concerto del nazionalista Marko Perkovic Thompson. Un concerto all’insegna della Fede Cattolica, dell’identità cristiana dell’Europa, del nazionalismo, durante il quale non sono girate droghe ma immagini religiose della Croce e della Madonna, bandiere e insegne della destra radicale, non si è fatta l’esaltazione del gender, ma della famiglia naturale, della fedeltà alla patria, dei volontari di guerra. (tanto per dare un’idea qua l’intro del concerto che parte come se la sigla di GoT fosse stata fatta negli anni ’30)
Lo hanno già definito il concerto che cambia la storia del rock, sia per i numeri oceanici e la perfetta organizzazione, che per i contenuti veicolati che definire politicamente scorretti è un
eufemismo.
Sul piano numerico il concerto ha polverizzato diversi altri record precedenti (come quelli di Vasco Rossi, Paul McCartney e Tina Turner, per esempio) posizionandosi tra i più grandi di sempre e con una coreografia impressionante.
La posizione assoluta in classifica è opinabile a seconda dei criteri di valutazione (concerti con più artisti o con un singolo, con spettatori paganti o a ingresso libero, di una sola serata o di più giorni, ecc) ma se consideriamo il numero dei presenti in rapporto ai circa 5 milioni di croati in Croazia e Bosnia, l’evento assume dimensioni epiche.
Un anti Woodstock
Sul piano dei Valori veicolati poi, il concerto sembra assumere la valenza simbolica di una “anti woodstock”.
Al posto di droga, sesso libero, gender, pacifismo da hippies e universalismo, il concerto di Perkovic ha esaltato la fedeltà alla fede cattolica, al nazionalismo, alla propria identità, ai caduti per la patria, alla continuità genetica della nazione e alla comunità di destino che uniscono un popolo, alle radici cristiane dell’Europa – in aperta polemica con la UE attuale – alla famiglia e al cameratismo.
Certamente Marko Perkovic non ha mai ambito a essere politicamente corretto, a cominciare dal nome d’arte “Thompson” che ricorda la sua arma preferita durante la insurrezione che portò al crollo della ex Jugoslavia titina comunista all’inizio degli anni 90.
Le sue prime canzoni erano una sorta di colonna sonora dell’insurrezione armata croata contro gli ultimi eredi dei partigiani titini. Al concerto poi, imperversavano le insegne HOS, vera sigla storica dell’estrema destra croata dalla Seconda Guerra Mondiale alla guerra di liberazione degli anni 901.
Del resto, la proiezione in cielo delle immagini della Croce e della Madonna non potrebbe stridere maggiormente con le tendenze più o meno sataniste o comunque anti tradizionali di molte star del rock in occidente. In questo, il concerto di Zagabria rappresenta un colpo violento alla linea anti cristiana imposta dai poteri forti a gran parte della musica occidentale moderna, quasi un segnale di riscossa e di controffensiva. Non a caso, lo stesso Perkovic ha voluto un sacerdote cattolico sul palco a benedire la folla in delirio per le sue canzoni.
Un atto che da solo assurge a simbolo del politicamente scorretto.
Polemiche e minacce
Non sono mancate le polemiche e gli attacchi, compresi quelli al sito che vendeva i biglietti on line (e che del resto era già di suo subissato dalle richieste) le critiche mediatiche e gli oltre cento arresti da parte della polizia, insieme alla minaccia di “visionare le immagini” per sanzionare saluti a braccio teso e simboli proibiti (ricorda qualcosa?). Tutte contromisure rivelatesi pateticamente inutili, forse controproducenti.
Rimandando a altra occasione una analisi delle canzoni di Marko Perkovic Thompson, ci limitiamo qui a avanzare una ipotesi: probabilmente, di fronte al fallimento delle contromisure già intraprese, la reazione futura riguardo a questo evento storico sarà probabilmente una velenosa congiura del silenzio, unico modo per cercare di minimizzarne gli effetti. Se non altro per scongiurare che in altri paesi possano seguirne l’esempio.
1 HOS: erano le Forze Armate Croate, sigla adottata della Croazia ustascia che aderiva all’Asse durante la guerra. Continuarono a combattere più a lungo dei tedeschi e molti finirono infoibati come altri nemici di Tito. In diversi casi proseguirono la guerriglia anticomunista. Quando la Croazia proclamò l’indipendenza e cominciò la guerra nella ex Jugoslavia, si ricostituirono come milizia della destra radicale croata spesso in polemica con lo stesso governo di Zagabria.
Marzio Gozzoli
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Congratulazioni a lui ed al popolo croato per questa dimostrazione di coraggio, al 2dipicche per avercelo fatto sapere!
Grazie Eugenio, presto contiamo di avere aggiornamenti di prima mano dalla Croazia e da Thompson. Continua a seguirci!