Come gestiscono il patrimonio comunale pubblico, il Comune e l’Acer? A quanto si capisce da un verbale della Polizia locale di ieri, male, molto male.
I fatti. Verso mezzogiorno del 15 maggio, un ispettore dei vigili, accompagnato da una pattuglia, s’incontra con due funzionari dell’Azienda comunale edilizia residenziale, a loro volta accompagnati da alcuni tecnici, in via Dall’Olio 50. Scopo della riunione, verificare se, all’interno di un appartamento di proprietà del Comune, vivesse abusivamente qualcuno.
Nel settembre 2024, infatti, l’Acer, in esecuzione di una procedura di sfratto a carico di non si sa chi, aveva già effettuato un sopralluogo e, verificato come apparentemente l’appartamento risultasse vuoto, aveva provveduto a sigillarne porte e finestre con lastre di metallo che, però, adesso risultavano palesemente rimosse.
Come da protocollo, ieri l’ispettore suona e, come si trattasse di una semplice visita inaspettata, un immigrato sessantenne gentilmente apre la porta e lo fa entrare, assieme a tutti i numerosi accompagnatori. Dentro casa, per altro, c’è anche una donna, probabilmente la figlia, dato che ha lo stesso cognome del padre, ma 40 anni di meno.
L’ispettore, abituato evidentemente a gestire questo genere di situazioni, chiede all’inquilino abusivo come abbia fatto a entrare e, sopra a tutto, da quando vive lì dentro. L’uomo non ha segreti per nessuno e ammette di occupare quell’appartamento dal 2017, da quando un altro immigrato, un marocchino, dovendosi quest’ultimo trasferire in Francia, gli avrebbe generosamente consegnato le chiavi. Per altro, chiarisce anche la questione dei pannelli metallici rimossi nel settembre scorso: il personale Acer era entrato mentre lui era in vacanza in Tunisia e, quindi, tornando in Italia, ha provveduto a smontare il tutto, per rientrare nel “suo” alloggio.
Curiosamente, dal verbale, non si capisce chi sarebbe stato oggetto della procedura di sfratto, cioè, chi fosse stato l’ultimo assegnatario legittimo dell’appartamento. Anzi, par proprio di capire che non fosse nemmeno il marocchino sconosciuto che avrebbe dato le chiavi all’attuale occupante abusivo. Ne discende, quindi, che, da otto anni, mese più mese meno, la pubblica amministrazione fosse all’oscuro di tutto.
Il che fa sorgere una domanda: a parte l’affitto, chi ha pagato in tutti questi anni la luce, il gas, le altre spese? Risposta fin troppo facile: i bolognesi…
Anzi, i bolognesi hanno pagato e… pagheranno ancora! Infatti, l’uomo e la donna trovati lì dentro sono stati immediatamente portati al comando della Polizia locale per l’identificazione e la conseguente denuncia per occupazione abusiva. Nel redigere i verbali, gli agenti, correttamente, “esortavano le persone a interrompere immediatamente il reato al fine di non incorrere nella continuazione dello stesso”, ma vanamente. Già, perché se la donna ha dimostrato immediatamente la volontà di andarsene, raccogliendo le sue cose prima ancora di essere portata alla centrale, l’uomo – “seppur in modo molto educato e rispettoso”, come annotano i vigili – ha detto chiaramente di non volersi affatto muovere di lì.
La donna, quindi, dopo le formalità di rito, è rientrata a casa del fratello che, per di più, abita al civico successivo della stessa via Dall’Olio e, per tanto, presumibilmente in un’altra casa dell’Acer. Anzi, la ragazza, all’anagrafe, risulta residente proprio nell’appartamento del fratello, col risultato che, pur dovendo rispondere di occupazione abusiva di una casa Acer, resterà comunque ospite in un’altra… casa Acer!
L’uomo, invece, avendo moglie e due figli, ma nessun’altra alternativa di alloggio, con la sua bella denuncia in tasca, è tornato nell’appartamento dove vive senza titolo, con la prospettiva di restarci ancora per chissà quanto tempo.
Gli altri cittadini che vivono a Bologna e che non trovano case in affitto, ostinandosi a rispettare le leggi, possono tranquillamente continuare ad aspettare i bandi e mettersi in fila. Perché solo immigrati sanno come saltare la fila.