L’Italia chiede più equilibrio tra alleanza atlantica e difesa europea.
Al summit di Bruxelles il governo Meloni conferma l’impegno nell’Alleanza, ma chiede un ruolo più forte per l’Unione Europea e più equilibrio nei costi della sicurezza.
Il vertice NATO a Bruxelles si è aperto in un clima teso tra guerra in Ucraina, minacce ibride e timori per un possibile ritorno di Trump alla Casa Bianca. L’Italia ha ribadito la sua posizione: fedeltà all’Alleanza Atlantica, ma con un pressing su una difesa europea integrata e su un riequilibrio degli oneri militari.
Il premier Meloni ha definito l’attuale situazione “un banco di prova per l’unità occidentale” e ha confermato l’incremento della spesa per la difesa fino al 2% del PIL entro il 2028, come richiesto dagli impegni NATO.
Ma il governo italiano punta anche a evitare che l’Europa sia solo un vassallo strategico degli Stati Uniti, specie in caso di svolte isolazioniste a Washington. Tra i temi centrali, la sicurezza del fianco sud dell’Alleanza, che riguarda direttamente l’Italia e il Mediterraneo: instabilità in Africa, minacce cibernetiche, traffici illeciti e migrazioni fuori controllo.
Piano NATO sud
Il ministro della Difesa Crosetto ha parlato di un necessario “piano NATO Sud” per contrastare l’ingerenza russa e la penetrazione cinese nei Balcani e in Libia.
L’Italia chiede più presenza dell’Alleanza nel Mediterraneo ma anche un maggiore protagonismo dell’industria della difesa europea, in particolare nel campo della cybersecurity e delle nuove tecnologie militari.
Intanto, cresce il dibattito interno su come bilanciare le priorità militari con quelle
sociali: spesa pubblica, PNRR, sanità.
Il governo assicura che “difesa e crescita non sono alternative”, ma le opposizioni chiedono trasparenza e chiarezza sulle cifre.
In un’Europa che torna a parlare di armi e deterrenza, qual è il futuro dell’Italia: cerniera diplomatica o potenza di frontiera?
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