4 luglio, dal dopoguerra ci siamo lentamente abituati a diventare le prostitute del nostro protettore a stelle e strisce.
Ne abbiamo assimilato la cultura fatta di superficialità e apparenza, complice forse il mercato dell’intrattenimento che sul grande e sul piccolo schermo ci ha offerto un modello che a tutti i costi abbiamo voluto imitare ma che di fatto è costruito sul nulla.
E come i follower festeggiano i successi dei loro influencer preferiti invece che i propri, rinunciando alla propria personalità, ecco che gli europei rinunciano alla loro identità per celebrare i successi e le feste non propri, ma degli statunitensi.
Non bastavano le frasi della ragazzina di Castelfranco di Sotto quando diceva “Trump non è il mio presidente” o “Non mi riconosco più in questa America”; non bastavano nemmeno i filtri arcobaleno, sempre in Europa, per la decisione della Corte Suprema, americana, che equiparava il matrimonio tradizionale a quello omosessuale; e non bastavano i ridicoli festeggiamenti del PD nostrano che celebrava la vittoria di Biden quasi che fosse la propria, con Gentiloni che si abbracciava da solo.
Thanksgiving de che?
No, anche da noi ci sono le “puttanelle dello zio col ditino” che festeggiano il Ringraziamento (il più delle volte senza conoscerne il significato), Halloween e il 4 luglio.
Certo, ormai è diventato quasi un gioco, si finge di far parte di un film che arriva da oltreoceano, anche perché sui film nostrani di oggi bisogna stendere un velo pietoso.
Ma vedere membri del governo, e non solo, farsi la foto davanti alla bandiera americana per celebrare il 4 luglio come se fosse una festa propria e non un semplice augurio all’alleato da fare al massimo tramite gli Esteri, denota il livello di prostituzione di questa repubblichetta.
Una foto che ha indignato pure parte dell’opposizione, che però deve buttarci dentro il 25 aprile (che il cdx diserta perché ormai è diventata la festa del progressismo sinistroide). Questo ignorando persino che il 4 luglio è l’anniversario della nascita di Garibaldi, tanto per dire. Vedremo forse membri del Gabinetto di Washington augurarci un buon 4 novembre?
Forse dall’ambasciatore, ma non certo dalla Casa Bianca. Il governo in essere, quindi, si conferma ancora una volta in continuità coi precedenti, sempre pronto a servire il suo pappone.
Lorenzo Gentile
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