Troppa frociaggine: le parole di Papa Francesco innescano la bomba – Papa Bergoglio, un momento di lucidità nel mare del progressismo.
Le parole del Santo Padre hanno ovviamente fatto discutere e hanno attirato sulla chiesa le solite accuse di “medioevo”, termine che, come “fascismo”, viene messo in contesti un po’ a caso.
L’argomento riguardava l’ammissione degli omosessuali in seminario, che papa Francesco ha liquidato con un “c’è troppa frociaggine”.
Certo, un tale linguaggio da bar non si addice al sommo pontefice.
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E forse nemmeno l’esclusione a priori, specie un periodo come questo di crisi delle vocazioni e di continui attacchi alla Chiesa Cattolica, che colgono occasioni come questa per farsi più violenti.
Contrariamente a quanto si pensa, la Chiesa non considera l’omosessualità in sé come meritevole di discriminazione e violenze, basti leggere i punti 2358 e 2359 del Catechismo.
Nonostante i rari episodi di bigottismo, la comunità cristiana non attua alcuna campagna d’odio verso le persone omosessuali, nonostante le varie sigle arcobaleno si inventino un’emergenza che non esiste.
Le parole di Bergoglio vanno quindi prese nel contesto corretto: il Santo Padre non desidera in seminario chi pratica l’omosessualità e chi diffonde la cultura arcobaleno.
Chi pratica l’atto, a prescindere dall’orientamento, va contro il voto di celibato e castità imposto a coloro che decidono di indossare l’abito talare. Quindi il percorso del sacerdozio prevede rinunce, comprese quelle agli atti carnali, e ciò vale per tutti.
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L’ostracismo verso chi diffonde la cultura arcobaleno è invece sacrosanto, in quanto da sempre considerato anticristiano. E la cultura, o meglio l’ideologia, arcobaleno non prevede solo la richiesta del giusto rispetto umano da riservare ad ogni persona a prescindere dall’orientamento, ma il continuo stravolgimento dell’ordine naturale delle cose, in particolare della famiglia che, anche per gli animali, è composta da padre, madre e figli. Possiamo usare tutta la scienza che vogliamo, il principio naturale, biologico e morale sarà sempre quello.
E la Chiesa, così come lo Stato (anche la laicissima repubblica italiana, come dice l’art. 29 della tanto sbandierata Costituzione), si fanno portavoce di questo principio che da milioni di anni governa la Terra.
Resta solo un nodo da sciogliere: è giusto ammettere in seminario chi ha tendenze omosessuali ma non pratica l’atto né diffonde amenità progressiste?
L’argomento è forse più delicato, perché farebbe definitivamente il gioco delle associazioni varie che sbraitano contro la Croce, oltre ad andare contro quel principio di universalità.
Non sappiamo se sia una scelta (citiamo ancora il Catechismo, punto 2357) o altro; quindi, lasciamo la decisione alle gerarchie ecclesiastiche, sperando che non creino ulteriori spaccature nell’opinione pubblica e soprattutto tra i fedeli, da troppo tempo soggetti alla propaganda progressista al punto da non sapere più dov’è il confine tra ciò che è morale e ciò che non lo è.
Lorenzo Gentile