Credevamo e speravamo che mai più si sarebbe dovuto assistere ad uno spettacolo di squallida ignominia da parte di una classe politica internazionale tutta occidentale.
Ma la nostra era solo una vana speranza perché sapevamo con che politicanti era formato il governo dei nostri Paesi.
Vuote parole, dichiarazioni altisonanti, sdegno un tanto al chilo, parole…parole…ma fatti concreti zero.
E si badi bene non è incapacità e pressappochismo da parte di lorsignori, no è proprio una connivente strategia tesa a facilitare il compito di pulizia etnica che il sionismo sta mettendo in atto ormai da lungo tempo.
Le provocazioni
Non sfuggono alla nostra memoria le pluridecennali provocazioni che Israele ha messo in campo per suscitare reazioni de parte palestinese e cogliere così l’occasione per scatenare la sua furia su un popolo che da molte generazioni è cresciuto e nato nei campi profughi e dietro il filo spinato di un ghetto sempre più piccolo e soffocante.
Ai sassi palestinesi lanciati dai ragazzi si è risposto con mitra e cannoni ed occupazione di territorio, con arresti di massa ed umiliazioni tese a fiaccare una legittima resistenza da parte dei patrioti palestinesi.
La stampa ed i media internazionali ben foraggiati e locupletati continuano a veicolare un distorto panorama nel quale le vittime di un palese sopruso diventano i sanguinari terroristi che vogliono distruggere il popolo ebraico.
Mai nessuno ha avuto il coraggio di raccontare cosa e quanto sia stato capace di fare l’esercito d’Israele ai danni del popolo palestinese in questi quasi ottant’anni.
Basterebbe guardare in progressione le cartine geografiche di quel territorio per rendersi conto che quel che era stato destinato ad esere lo Stato palestinese somiglia tanto ad un lago che via via va prosciugandosi e riducendosi ad un misero acquitrino.
La ribellione degli umiliati
Ci si stupisce se la Palestina si ribella.? Ci si stupisce se un popolo vessato ed umiliato imbraccia le armi per difendere la propria terra e la propria gente.? Troveremmo molto strano il contrario.
Il 23 ultimo scorso si è commemorata l’eroica insurrezione del popolo magiaro che prese le armi contro il comunismo soffocante cui era costretto, anche allora questo vile occidente voltò le spalle alle istanze di libertà e sovranità di quel fiero popolo. Si ravvede così tanta similitudine tra queste dolorose esperienze e la storia amaramente si ripete e sembra quasi che non se ne sappia far tesoro.
Eppure (e per fortuna) qualcosa sembra intravedersi tra il fumo acre dei bombardamenti e delle armi, si intravede una nuova consapevolezza tra la gente e si percepisce la profonda crisi dell’impero occidentale che si avvia velocemente verso il suo fatidico capolinea.
Certo la bestia ferita a morte è ancor più pericolosa e temibile ma la sua fine è certa e non resterà poi che decretarne la morte.
Romeo Rosano
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