Passato da una manciata di settimane il 2024, anno nero per come è stata gestita la città meneghina, è tempo di consuntivi per la città di Milano, e della amministrazione cittadina guidata da Beppe Sala, oramai al capolinea.
Anche se il nostro primo cittadino, sconfessando i suoi amichetti a sinistra, strizza l’occhio a quella fronda movimentista favorevole ad un terzo mandato per le cariche istituzionali.
Insomma pare che l’istrione meneghino ci abbia preso gusto a stare davanti a riflettori.
Il capoluogo lombardo che in passato era conosciuta da tutti come la Milano da bere, il traino dell’Italia, la vera capitale economica del paese, ora è la città più insicura dello stivale (è prima per i furti, seconda per rapine, terza per i casi di violenza sessuale e quinta per i reati legati agli stupefacenti).
Il tema della sicurezza legato all’immigrazione è preoccupante, inutile snocciolare tutti gli episodi di violenza avvenuti lo scorso anno, che guarda caso, nella stragrande maggioranza dei casi riguardavano persone extracomunitarie senza alcun titolo di presenza sul suolo italico e che il più delle volte con a carico diversi decreti di espulsione dal paese.
Problema sottovalutato
Problema di sicurezza che il nostro caro sindaco ha sottovalutato minimizzando, per poi, avvedersene colpevolmente in ritardo e, per sviare dalla sua persona ogni addebito, ha colpevolizzato le forze dell’ordine, come nel caso Ramy del dicembre scorso.
Poi vi è la procura che sta indagando su illeciti immobiliari di grattacieli progettati da archistars del panorama mondiale, che sorgono ex novo invece di essere come da pianificazione urbanistica delle rigenerazioni di palazzi già in essere, complessi stellari per la Milano bene, ad uso dei super-ricchi, degli amichetti radical chic allineati al mainstream e di tutta una pletora di prezzolati influencer ed attorucoli baciapile che tanto piacciono al primo cittadino meneghino.
Come contraltare, poi, dall’altra parte vi sono decine di migliaia di persone normali, che studiano e lavorano ogni giorno e che son loro a far grande Milano. che faticano a trovare un alloggio ad un prezzo ragionevole.
A Milano meno nati e più morti
E intanto la città decresce demograficamente, pare che siano quasi 50.000 gli abitanti in meno rispetto lo scorso anno quasi come gli abitanti di Campobasso o di Rieti. Il motivo di tale calo demografico è presto detto: -10.000 arrivi dalle altre città (il capoluogo lombardo non più attrattivo come in passato, per i motivi elencati sopra, ovvero la sicurezza ed il caro alloggi), quasi 3000 milanesi emigrati all’estero (Milano, come il resto d’Italia non offre più sicurezza lavorativa) meno nati e più morti, grazie alle politiche scellerate dei nostri governanti negli ultimi 40/50 anni.
Il modello Sala della città dei 15 minuti, della città a 30 km orari, delle piste ciclabili, dell’accoglienza a tutti i costi (a discapito dei milanesi mi vien da dire), la città arcobaleno è un esempio in crisi, in totale fallimento, e di questo il primo colpevole è senza dubbio il primo cittadino della città.
Paolo Ornaghi
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