4 milioni di italiani senza medico di famiglia
C’era una volta il medico di famiglia, il medico che, almeno un tempo, ci aveva visto crescere e che conosceva tutta la nostra storia clinica e ci aiutava nelle scelte di carattere medico e salutistico, questa figura sta pian piano mutando e svanendo, lo si nota per esempio in questo periodo di ferie, ove il trovare sostituti ai medici che giustamente dopo un anno di lavoro si prendono un agognato periodo di riposo.
Il medico di famiglia o medico di medicina generale è a tutti gli effetti un libero professionista e non un dipendente pubblico, convenzionato con il Servizio sanitario nazionale.
Questo comporta che, facendo parte del sistema sanitario, non beneficia del sostegno che spetta ai lavoratori dipendenti nella eventuale circostanza di una sostituzione.
Per i prossimi dieci anni si prevede che circa 1500/2.000 medici di famiglia e non vi sono sostituti in numero adeguato, perché la medicina generale non è attrattiva.
I giovani medici non scelgono questa strada perché poco remunerativa ed essendo come detto il medico di famiglia un libero professionista, il che comporta molteplici rischi di impresa.
Il medico di medicina generale, oltre a dover pensare a trovare un sostituto, a proprie spese, nei periodi di ferie. Deve anche gestire la propria impresa e per contenere i costi deve sostituire molte figure come, ad esempio, la figura del segretario e dell’informatico.
Poliambulatori associati
Non stupisce allora che sempre più medici scelgano di associarsi in poliambulatori, cercando di condividere spazi, costi e carichi di lavoro, magari con l’appoggio di personale amministrativo e infermieristico.
Tutto ciò comporta la perdita della medicina denominata medicina del contatto a danno di pazienti anziani, paziento non autosufficienti o di soggetti fragili che di fatto vengono così abbandonati a se stessi, infatti il tempo dedicato a questi pazienti è sempre meno, ridotto all’osso, e qualitativamente scarso, compromettendo così di fatto oltre la qualità dell’assistenza, l’occasione di costruire un rapporto di fiducia, che invece sino a qualche decennio fa era solido e consolidato; il medico di famiglia era oltre ad esser un professionista stimato era anche un confessore a cui le persone riversavano loro totale fiducia ed i loro più reconditi segreti.
Ad oggi, si stima che circa 3 e 4 milioni di persone siano senza medico di famiglia con gravi ripercussioni sulla salute individuale e sull’efficienza del sistema sanitario in toto.
Il futuro sembra esser quello di professionisti asettici, a cui non interessa conoscere il paziente a livello umano, ma solo a fronte di una frettolosa diagnosi dare una prima interpretazione e soluzione del presunto problema medico riscontrato.
Paolo Ornaghi
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