Il governo Bayrou è caduto come un castello di carte. All’Assemblea Nazionale, 364 voti contrari e 194 favorevoli hanno mandato a casa un esecutivo già nato debole, imposto da Macron per garantire all’Europa la solita manovra di sacrifici.
Un governo senza popolo, che pensava di governare a colpi di austerity da 44 miliardi di euro. La stampa internazionale aveva previsto il tracollo: Bayrou stesso parlava di “situazione grave” e sapeva che il voto di settembre sarebbe stato la sua fine.
Così è stato. Il centrismo macroniano, idolatrato dalle cancellerie europee e applaudito dai burocrati di Bruxelles, si è rivelato per quello che è: un guscio vuoto. La Francia, con un debito al 114% del PIL, mostra un popolo stanco e un governo incapace persino di trattare con il Parlamento.
Bayrou ha tentato di imporre la linea dei sacrifici, come fanno da anni anche da noi i governi “responsabili”: tagli ai cittadini, obbedienza cieca a Bruxelles, nessuna visione per il futuro. Ma in Francia il popolo ha detto basta, e Marine Le Pen lo ha interpretato con chiarezza: “La Francia non può restare ostaggio di un Parlamento paralizzato. Servono elezioni subito per ridare la parola ai francesi.”
Le Pen smaschera il bluf
La leader del Rassemblement National ha smascherato il bluff: non servono governi tecnici né mediazioni infinite tra partiti divisi, serve il voto, serve la voce del popolo. E soprattutto, serve una politica che non colpisca le famiglie, i lavoratori e i piccoli imprenditori, ma gli sprechi di Stato, le frodi e le regole capestro dell’Unione Europea.
È la stessa battaglia che riguarda anche l’Italia. Da anni viviamo l’alternarsi di governi nati non dal consenso, ma da accordi di palazzo: da Monti a Draghi fino agli attuali compromessi che promettono e mai mantengono.
Sempre lo stesso copione: “responsabilità europea”, tagli, tasse, immobilismo. Sempre meno sovranità, sempre più dipendenza. Se la Francia dimostra che il centrismo è morto, in Italia continuiamo a inseguire le stesse ricette fallimentari: sacrifici chiesti ai cittadini, mentre Bruxelles detta l’agenda.
La verità è che serve una rottura. Come Le Pen grida in Francia, anche in Italia dobbiamo pretendere che la volontà popolare torni al centro. Non governi di palazzo, non tecnocrati, ma sovranità e identità nazionale affinché sia chiaro che di questa Europa non se ne può più.
La caduta di Bayrou non è solo la fine di un governo francese: è il segnale che l’epoca dei compromessi è al capolinea. Marine Le Pen si propone come l’unica voce autentica del popolo francese.
E noi, in Italia, abbiamo bisogno della stessa forza di rottura: basta con governi che rispondono a Bruxelles o alle banche, è tempo di ridare il Paese agli italiani: quelli veri!. La Francia ci mostra la strada: la sovranità non si mendica, si conquista.
Gianluca Mingardi
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