Da un articolo del “Secolo d’Italia” apprendiamo che un disabile è stato pestato a sangue da tre aggressori. Non c’è bisogno di aggiungere molto altro per descrivere la brutalità di un’aggressione che grida vendetta.
Un individuo già segnato dalla vita, incapace di difendersi, travolto dalla violenza codarda di un branco. Non uomini: bestie, capaci di colpire il più debole senza alcuna remora. Un passante ha provato a intervenire suonando il clacson per farli fuggire, ma non è servito. La ferocia dei quattro era tale che, solo dopo aver colpito, se ne sono andati pronunciando parole agghiaccianti: “va bene ragazzi, è morto”.
Volevano davvero uccidere. A fare ancora più male è ciò che è accaduto attorno. Altri presenti hanno osservato, senza muovere un dito.
Un Paese dove la maggioranza preferisce voltarsi dall’altra parte piuttosto che rischiare per difendere un innocente è un Paese che ha perso l’anima. Ma non basta puntare il dito contro chi ha colpito. Dov’erano le istituzioni? Possibile che in pieno centro, in una città simbolo come Sanremo, si possa massacrare un disabile senza prevenzione, senza deterrenza?
Questo è lo scandalo: lo Stato che dovrebbe proteggere i cittadini più deboli è assente, lasciando spazio alla barbarie. Il disabile picchiato non è solo una vittima di cronaca: è il simbolo di ciò che accade quando il tessuto comunitario si lacera.
Quando il prossimo diventa un estraneo insignificante, chiunque può essere lasciato a terra, solo, sotto i colpi di un branco.
Per questo non basta indignarsi: serve una risposta chiara e dura. Non solo difendere i nostri, riscoprire il coraggio della comunità, ma anche punire in maniera esemplare questi aggressori e tutti coloro che delinquono approfittando di un sistema giudiziario e sociale che mostra, frequentemente, tolleranza eccessiva.
La giustizia deve tornare a significare protezione per i cittadini onesti e castigo certo per chi porta violenza nelle nostre strade.
Quello che è successo a Sanremo non è un fatto isolato: è parte di una tendenza globale di violenza bestiale e indifferenza, un segnale che ci avverte: o ci risvegliamo, oppure la barbarie continuerà a crescere, protetta dall’inerzia dello Stato e dall’indifferenza collettiva.
Gianluca Mingardi
Il 2diPicche lo puoi raggiungere
Attraverso la Community WhatsApp per commentare le notizie del giorno:
Unendoti al canale WhatsApp per non perdere neanche un articolo:
Preferisci Telegram? Nessun problema: