Il sole sorge di nuovo a Est: Budapest: il decreto 297/2025 emesso dal governo ungherese annovera Antifa nella lista nera del terrorismo.
Finalmente, in questa Europa di cialtroni e disonesti, un Presidente e il suo esecutivo hanno avuto il buon senso e il coraggio di equiparare l’antifascismo a una minaccia alla sicurezza nazionale.
Un colpo al cuore dell’Unione, una scelta che solleva un turbinio di polemiche, ma che ai nostri occhi è un’opera d’arte politica. Turiamoci il naso – Me ne Frego! – il fetore delle rimostranze antifasciste sta già saturando l’aria.
L’antifascismo è qualcosa che non dovrebbe nemmeno esistere, poiché manca la base su cui poggiare il suo principio fondante: il Fascismo.
Chi sta alla regia di questa farsa, che ne tira i fili al bisogno, sa strumentalizzare qualsiasi cosa che non gli aggradi e trasformarla in un retaggio del Fascismo. Questo concetto deve essere chiaro.
Viktor Orbán si è prima espresso e poi ha agito contro l’ideologia Antifa, il 19 settembre, in una intervista trasmessa da Kossuth Radio, in cui ha annunciato l’intenzione di seguire le orme del Presidente americano Donald Trump, dando poi un senso compiuto alle parole e all’intenzione.
Da Ovest a Est gli spaccavetrine sono giustamente nel mirino di chi amministra le Nazioni.
Chissà se anche nel resto d’Europa e in Italia…
Viktor Orban coglie l’occasione per lanciare un messaggio diretto alla maestrina spaccateste, Ilaria Salis: “Sono venuti da noi – riferendosi agli Antifa – hanno picchiato persone innocenti per strada, alcune a morte. Questi soggetti si sono poi rifugiati a Bruxelles in veste di rappresentanti nel Parlamento europeo…”.
Il messaggio è chiaro: “Ilaria puoi averla fatta franca, ma siamo ora preparati e aspettiamo i tuoi compagni…”
Avanti ragazzi di Buda, avanti ragazzi di Pest, il sole sorge di nuovo a Est.
Cristian Borghetti
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