L’amministrazione Trump alterna momenti di controversia (il supporto a Israele è il caso più eclatante) a bagliori di buon senso.
Quest’ultimo lo possiamo trovare nelle ultime dichiarazioni del tycoon sul considerare il mondo antifa come organizzazione terroristica.
Ma cosa significa questa coraggiosa presa di posizione?
Sostanzialmente Trump ha ribadito ciò che ormai è sotto gli occhi di tutti: l’antifascismo non è più la negazione di un’ideologia precisa (e per certi aspetti non lo fu nemmeno nel biennio della guerra civile, essendo il mondo antifascista coalizzato più contro le istituzioni vigenti ed i suoi esponenti che contro l’idea in sé), ma è la lotta, anche e soprattutto violenta, contro qualsiasi ostacolo al progressismo.
Non importa se una proposta è giusta o sbagliata, se il progressismo decide che s’ha da fare, bisogna eseguire tacitamente, qualsiasi proposta di deviazione è vista come un atto di guerra che giustifica le reazioni violente come quelle che hanno portato alla morte di Charlie Kirk.
Disturbo Ossessivo-Compulsivo
Un morto a cui, peraltro, non deve essere concesso nemmeno l’omaggio funebre, nemmeno il minuto di silenzio, cosa riservata a chi invece lancia estintori o a chi viene ucciso da un taser a causa della resistenza all’arresto.
Quelli sono gli eroi per gli antifascisti, loro che hanno bisogno di vedere fascismo ovunque per giustificarsi, persino nel capitalista Trump, presidente di un Paese che ancora celebra la vittoria su quelle ideologie.
Se negli USA quel mondo viene finalmente bollato come parte del terrorismo, da noi bisogna scalare ancora, in quanto l’antifascismo non solo utilizza metodi terroristici, seppur più blandi di quelli delle BR, ma anche e soprattutto mafiosi.
Gli antifascisti pretendono il monopolio della violenza, della censura, del diritto di voto, non ammettono nemmeno l’ignavia, facendo leva su una fantasiosa e utilitaristica interpretazione della Costituzione.
Gli ultimi anni hanno rivisto un accentuarsi delle violenze antifasciste, proprio come un animale ferito che diventa più aggressivo quando sa che la sua ora è vicina.
E le lancette scorrono lente ma inesorabili verso un antifascismo che ha fatto il suo tempo, anzi, è durato sin troppo.
Lorenzo Gentile
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