Altro attacco, altri morti causati dall’immigrazione.
In Baviera, nella Germania inclusiva, accogliente e meticcia, quella Germania che vuole chiudere col passato, ancora scorre sangue dovuto a quella diversità che il progressismo europeo e antifascista si ostina a difendere.
Questa volta a cadere per mano di un “nuovo europeo” sono un uomo di 41 anni e un bambino di 2, uccisi a coltellate.
Dopo le stragi dei mercatini, che sembrano quasi diventati un’oscura e sinistra tradizione natalizia, anche stavolta l’immigrazione crea vittime, nascondendosi dietro i problemi psichici degli attentatori.
La notizia fa rumore, ma non della stessa intensità del presunto saluto romano di Musk o dei decreti di Trump, alcuni dei quali (così sembrerebbe, ma lo vedremo più avanti) servono proprio a prevenire certe tragedie.
E qui l’antifascismo progressista si fa ancora più patologico, non si vuole accettare la realtà, si cerca il fascismo in Musk (un capitalista americano) per legittimarsi, ci si prepara a giocare la carta del 27 gennaio per avere un po’ di respiro e sostenere che l’emergenza razzismo è più grande di quella immigrazione.
I giornali sono complici di questa “dittatura buonista”, enfatizzando o sminuendo i fatti a seconda dell’ideologia.
E intanto nelle strade d’Europa si muore, si ha paura, ma non lo si può dire per non essere tacciati, e incriminati, per razzismo. Perché i morti sono perdite collaterali accettabili, in nome della società multietnica.
Lorenzo Gentile
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