Le parole dell’ex Presidente del Consiglio, sicuramente il più controverso dopo Monti, hanno confermato ciò che gli euroscettici dicono da tempo, ossia che l’Europa, o meglio l’Unione Europea, non conta.
Subalterni agli USA
Quando fu concepita, all’indomani della seconda guerra mondiale (anche se qualche progetto vi era già da prima, portato avanti proprio dai movimenti fascisti) si era posta come obiettivo una certa autonomia economica e politica, pur dentro l’ottica Nato, in modo da compete con le superpotenze statunitense, sovietica e cinese.
Dopo Maastricht, abbiamo scoperto che non solo questo protetto è fallito, ma che l’Unione Europea ha indebolito i Paesi membri e non è riuscita, o non ha voluto, nemmeno essere competitiva come entità unitaria.
Il fallimento del progetto
Le sanzioni boomerang alla Russia, i dazi degli Stati Uniti, oltre alla ormai decennale sudditanza all’industria cinese, dimostrano che l’Unione Europa non solo non ci protegge, ma fa pagare lo scotto dei suoi fallimenti alla classe media e “proletaria”.
Tuttavia gli europeisti, e di questo gliene diamo atto, sono stati molto in gamba ad assorbire il dissenso sociale che un tempo era prerogativa di socialisti e comunisti, trasformandoli in docili cagnetti e relegando quelli più estremi in partiti da zerovirgola.
Avevamo ragione noi
Le parole di Draghi, pronunciate a seguito dell’ennesima beffa sulle questioni ucraina e palestinese, sono la conferma che avevamo ragione, l’Europa era più forte quando era divisa e lo sarebbe ancora di più non come Unione, ma come grande alleanza di Stati sovrani e indipendenti, ma fratelli.
I proclami della Von der Layen o di tutti quei grotteschi personaggi che bazzicano tra Bruxelles e Strasburgo sono buoni solo per i tappi attaccati alle bottiglie, per le assicurazioni obbligatorie a mezzi che comunque non possiamo usare per via delle politiche verdi, per Schengen che aiuta terroristi, mafiosi e delinquenti e per il roaming per il quale non è necessaria un’unione liberticida. Caro Draghi, benvenuto nella realtà!
Lorenzo Gentile
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