Macron, il comico mancato.
Anche i nostri cugini francesi hanno la loro dose di umorismo, che arriva direttamente dall’Eliseo, dal presidente Macron in persona.
Famoso per le sue foto in mezzo a personaggi alquanto “pittoreschi” e per la sua sfuriata contro un ragazzino che aveva usato forse troppa confidenza, tipica della sua età, il buon Emmanuel ci regala una battuta che nemmeno il nostro Silvio ai tempi d’oro avrebbe concepito.
La battuta è “i giudici sono indipendenti”.
Un copione già visto
Una volta ripresi dalle risate, possiamo commentare questa breve massima. Tutto nasce dalla condanna di Marine Le Pen, attuale guida della destra francese che, pur con tutte le sue contraddizioni (specie per le distanze prese dal padre, ben più carismatico) sta rappresentando un sentimento popolare importante, come dimostrano i sondaggi.
La condanna arriva proprio nel momento di massima popolarità, secondo un copione già visto.
Nulla di anomalo, se non fosse che già al primo grado di giudizio è stato a lei inibita la partecipazione elettorale. Cosa succederà se in appello verrà assolta? Avrà perduto la possibilità di rappresentare una bella fetta di francesi, stufi delle politiche europeiste, dell’immigrazione selvaggia e di altre conseguenze della gestione progressista dello Stato.
È successo in Romania, in Slovacchia, sta per accadere in Ungheria e, sotto certi aspetti, anche da noi.
Quando il mondialismo è in pericolo, sguinzaglia i giudici, gli stessi che però consentono ad altri personaggi condannati (ed i nomi li sappiamo) di sedere nei parlamenti nazionali e comunitari godendo dell’immunità.
È giusto che, se Marine Le Pen è colpevole, paghi per i suoi sbagli.
Ma vogliamo lo stesso trattamento per tutti gli schieramenti, non quelli che fanno più comodo.
La speranza, e per ora i numeri lo stanno confermando, è che il popolo abbia mangiato la foglia, tanto che la popolarità del RN ed i suoi iscritti sono aumentati.
Ormai nessuno crede più all’imparzialità dei giudici, né tantomeno alla loro voglia di difendere la giustizia. E quando anche il terzo potere non gode di fiducia, significa che il sistema sta collassando inesorabilmente, diventando perciò più aggressivo.
Cristian Borghetti
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