FRANCIA: QUESTO SISTEMA NON SOMIGLIA MOLTO ALLA DEMOCRAZIA
Le elezioni francesi (o meglio ancora il secondo turno), con il loro sistema maggioritario a doppio turno, sono la rappresentazione plastica e sconfortante di quanto il quando politico elettivo, sia distante e non rappresentativo della realtà e dell’effettivo orientamento politico del Paese e della società.
È un simulacro di democrazia, costruita ad uso e consumo di oligarchie avulse dal mondo reale che si preoccupano esclusivamente di perpetuare l’occupazione degli spazi di governo, indifferenti ed impermeabili al vero senso e contenuto di “potere del popolo”.
Una democrazia che è tale solo e quando vincono loro, ma che diventa un inutile orpello, un rischio di derive più o meno nere, manipolabile e controllabile con l’immancabile supporto organico dei mezzi di informazioni (al netto di poche lodevoli eccezioni non allineate al main stream).
Nette ed inequivocabili, quanto pertinenti, le parole del Ministro degli Esteri Russo Lavrov “: questo sistema “non somiglia molto alla democrazia”; e ancora: “è stato concepito proprio per manipolare la volontà degli elettori durante il primo turno, quando alcuni candidati possono ritirare le loro candidature ed essere persuasi a spianare la strada per sconfiggere, i cosiddetti conservatori o populisti”.
Chiaro no?
Indirizzare la vittoria dove vuole il Potere
Uno strumento a geometrie variabili, utilizzabile per pilotare il consenso e indirizzare la “vittoria” dove non andrebbe se la volontà reale dei cittadini non fosse conculcata.
Una operazione, quella della conventio ad excludendum, dei cordoni sanitari, dell’arco costituzionale, già efficacemente sperimentata in Italia e da ormai 20 anni anche nel paese d’oltralpe per tenere lontano dalle stanze che contano, prima il Fn di Jean Marie, ora il RN di Marine
Chi segue la politica estera con un occhio di riguardo ai risultati dei movimenti patriottici o sovranisti, non può che ricordare le percentuali incredibili ottenute dalla fiamma tricolore blu bianca e rossa, ma non adeguatamente compensate nel numero degli eletti.
Nel 1997 il Front National raggiunse il 14.9% ma portò in assembla nazionale 1 solo deputato …
Questo si è un vero vulnus alla democrazia nel senso etimologico del termine.
Un Popolo (al più echeggiato delle stantie ballate degli Intillimani, blandito e intimorito sotto la minaccia del pericolo nero, usato ed invocato all’occorrenza per biechi calcoli numerici), ma mai sopportato dalle oligarchie, spesso offeso ed umiliato.
Capitali radical chic
Un Popolo che in tutta la Francia, ad eccezione delle capitali ammorbate dalla intellighenzia progressista, come nel resto di Europa (da Parigi a Berlino, da Madrid a Londra), incarna gli interessi, le pulsioni, i bisogni più autentici, viceversa ignorati e umiliati da oligarchi e tecnocrati in tutte le salse e latitudini.
Il Popolo Francese si era espresso nel senso del cambiamento vero, con lo scossone del primo turno, attribuendo al raggruppamento nazional-patriottico oltre 10 milioni di voti 10.069.431), tutti veri, tutti diretti tutti sentiti e convinti (più del doppio dei 4 079 585 del 2022. Alla faccia del flop.
Per batterlo sono state necessarie due votazioni, decine di partiti, associazioni gruppi e “maître a penser” coalizzati tutti contro uno in un innaturale accordo (appunto, non tra 2 partiti, ma bensì tra 2 coalizioni, anch’esse eterogenee ed artificiali), per di più sponsorizzate dalla fanfara in mala fede di giornali, tv e cd intellettuali.
RN da record
Analizzando i dati ancora con maggiore freddezza emerge inoltre che, nonostante un fuoco di sbarramento senza pari al mondo, il RN ha ottenuto il massimo record in termini di percentuali ed eletti (sia alle Europee che ora nelle politiche “truccate”), andando anche oltre il 23.41% del primo turno delle presidenziali 2022 e superando gli 89 seggi delle precedenti legislative (con ben 143).
Un risultato comunque notevole soprattutto se si pensa al contesto in cui è stato ottenuto: in solitaria contro la santa alleanza dei soliti benpensanti
Ovvero le macerie dell’incapace Macron, costretto ad aggrapparsi alla scialuppa di salvataggio del neo fronte popolare (che altro non è se non una patetica armata Brancaleone di nostalgici marxisti , estremisti ideologici, fanatici ecologisti e frattaglie varie di corredo) con al seguito le truppe cammellate di vandali e teppisti violenti, degni cuginetti dei nostri centri sociali e già in azione in Place de la Republique (nonostante fosse già scongiurato il pericolo dell’onda nera) tra molotov e cappucci.
Luca Armaroli
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