Attorno al metro e settanta di statura si sono alternati personaggi più o meno importanti e persone più o meno comuni.
Pur non essendo una misura ragguardevole nel senso proprio di altezza, non è per nulla rilevante riguardo alla grandezza.
È bene e molto che Vladimir Putin ricordi a Emmanuel Macron – senza mezzi termini – che anche il grande Imperatore dei francesi, Napoleone Bonaparte, fu sconfitto nella campagna di Russia, ma ci permettiamo un piccolo appunto al miglior statista e stratega apparso dopo il 1945: il paragone Napoleone/Macron è di per sé improponibile.
Il sogno bagnato di Emmanuel
Bonaparte era uomo eccelso, stratega senza rivali, condottiero coraggioso, dotato di intelletto proprio, una personalità magnetica, capace di imprese a dire poco straordinarie – vedi la battaglia di Austerlitz – il piccolo Emmanuel, invece, è solo un portavoce che saltella fino allo sfinimento per salire alla ribalta europea.
All’Eliseo qualcuno è affetto da manie di persecuzione, ma questa è una prerogativa, ad oggi, tutta europea: troppi loschi figuri si atteggiano a ciò che non sono. Minacciare la Russia, quando è in corso una trattativa di pace che vede esclusa la Ue, voluta dai Presidenti Putin e Trump, per di più in campo extra territoriale, è un meschino tentativo di ritagliarsi a forza una parte di primo piano in una sceneggiatura che vuole i parrucconi europei relegati al semplice ruolo di comparsa.
I soldati arcobaleno di Macron
La Francia apre l’ombrello nucleare? Forse l’ombrellone arcobaleno sulle spiagge della Côte d’Azur! Innalzarsi a potenza protettrice dell’Europa contro il “cattivo” Orso russo, vestendo i panni che furono – per convenienza – a Stelle e Strisce è ridicolo.
Non ci sono i presupposti per una difesa, mancando completamente i sentori di un attacco, a meno che la Ue non abbia intenzione di espandersi a suo rischio e nostro pericolo verso Est. Sono – come già ripetuto in articoli precedenti – gli ultimi squilli di tromba di un Settimo Cavalleggeri pronto a schiantarsi ancor prima di aver ferrato i cavalli. “State buoni se potete” cantava Branduardi: state buoni piccole prime donne, perché non c’è trippa per gatti.
La Ue sia avvia verso un crollo inarrestabile.
Minate le fondamenta di quella che doveva essere la grande Europa da Lisbona a Vladivostok, la caduta è ormai vicina.
Al ruolo di lacchè corrispondono privilegi e conseguenze: i primi sono esauriti, restano le seconde e non saranno di poco conto.
Cristian Borghetti
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