La festa cristiana dell’Epifania del Signore si celebra il 6 gennaio di ogni anno per commemorare la manifestazione (teofania) di Gesù Cristo come Dio Figlio incarnato. Nel cristianesimo d’Occidente, celebra la visita e l’adorazione dei Magi a Gesù bambino. Il termine ἐπιφάνεια – epiphanein – è l’unione delle due parole greche parole greche ἐπι – epì ,”dall’alto” – e φάνεια – phanein, “manifestare”- ed era già in uso nell’antica Grecia precristiana per indicare qualunque manifestazione di una entità divina.
Nella festa cristiana è il Verbo incarnato che si manifesta all’Umanità, rappresentata dai Magi, che si prostrano e onorano il bambino Dio. Ai Magi fa cenno l’Antico Testamento nel Libro di Isaia 60,3 : ”Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere.”
Nel Nuovo Testamento sono citati solo nel Vangelo di Matteo, all’inizio del capitolo 2: “Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”.
I Re Magi
Nel testo sacro, dunque, si parla di “alcuni Magi”, senza che ne sia specificato il numero, né i loro nomi. La successiva tradizione cristiana ha aggiunto alcuni dettagli al racconto evangelico. Furono quindi tre, sulla base dei tre doni che portarono a Gesù: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Mt, 2,11).
Sempre la tradizione tramanda che l’oro fu donato da Melchiorre, il più anziano dei Re Magi. L’oro è da sempre il dono che si porta ai Re e il suo valore è quindi quello di proclamare la regalità di Gesù. La lucentezza del prezioso metallo, inoltre, richiama la Luce divina, che illumina e salva, come recita il primo capitolo del Vangelo di Giovanni. Melchiorre è di stirpe semitica e il suo nome in ebraico significa, appunto, “Re della Luce”.
L’incenso fu donato dal più giovane dei Magi, Gaspare, ed è una resina ricavata dalla corteccia di alcune piante tipiche della penisola arabica, ampiamente usata in cerimonie religiose di molti popoli dell’antichità. Rappresenta il riconoscimento della funzione sacerdotale di Gesù, oltre che della sua natura divina. Gaspare, di solito rappresentato con carnagione scura e capelli crespi, è del ceppo camitico.
Anche la mirra è una resina, si ricava da piante della regione etiopica e dell’Arabia e forniva un olio utilizzato per l’unzione dei defunti. Il richiamo è quello alla Passione salvifica di Gesù e la mirra raffigura la Sua natura umana, soggetta, appunto, alla morte. Fu il dono di Baldassarre, di stirpe giapetica – da Jafet, uno dei figli di Noè – che rappresenta i popoli europei. I tre Magi sono quindi simbolo dei tre continenti conosciuti all’epoca: Asia, Africa ed Europa. Sono l’Umanità tutta, l’Umanità delle genti. Nell’Epifania si scioglie l’esclusività del rapporto di Dio con il popolo ebraico e le porte della Salvezza si spalancano al mondo intero.
E la Befana?
Una leggenda narra che i Re Magi invitarono una donna anziana, la Befana appunto, ad accompagnarli nel loro viaggio al seguito della Cometa per visitare il neonato Messia. La Befana inizialmente rifiutò ma in seguito cambiò idea e si mise alla ricerca dei Magi, senza riuscire a trovarli. Pentita, per rimediare in qualche modo al suo errore, si mise a portare regali a tutti i bambini che incontrava.
Il personaggio della Befana, popolarissimo in molti paesi, ha conosciuto in Italia una particolarità. Nel 1927, l’allora Segretario del Partito Nazionale Fascista, Augusto Turati, si trovava in visita in Argentina ed ebbe modo di assistere alla festa della Befana che gli emigrati italiani fascisti avevano organizzato a Buenos Aires. Turati fu conquistato da quella iniziativa e volle importarla in Italia.
Nacque così la Befana Fascista, in occasione della quale, sotto l’impulso dei vari federali, venivano raccolte donazioni da parte di aziende e di privati per l’acquisto di doni, da destinare ai bambini delle famiglie meno abbienti nelle varie Case del Fascio sparse nella penisola.
La manifestazione ebbe un successo straordinario, al punto da proseguire anche durante la guerra mondiale e nella Repubblica Sociale Italiana. Non solo. Dopo il 1945 sopravvisse anche all’opera di de-fascistizzazione dell’Italia e, nel residuo spirito corporativo, si assistette a befane organizzate da varie categorie produttive: metalmeccanici, agricoltori, bancari, etc.
Il Movimento Sociale Italiano organizzò già dal 1947 e fino quasi alla sua estinzione nelle acque di Fiuggi, la Befana Tricolore. I bambini continuarono a gioire, mentre l’ANPI rosicava…
Buona Epifania a tutti!
Raffaele Amato
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