Intervista a Roberto Giacomelli
In un panorama editoriale spesso omologato, Roberto Giacomelli emerge come una figura intellettuale audace e controcorrente. Psicoterapeuta stimato e saggista apprezzato, Giacomelli è noto per la sua capacità di analizzare la nostra società, come ha dimostrato con Psicopatologia del Radical Chic, un saggio di successo che ha saputo smascherare con acume le derive di una certa mentalità contemporanea.
Oggi, Giacomelli torna con una nuova e provocatoria indagine, Lo Specchio di Narciso (Passaggio al Bosco), un libro che non solo analizza, ma sviscera uno dei mali più insidiosi del nostro tempo: il narcisismo di massa. L’autore ci guida attraverso le cause e le conseguenze di questa “pandemia” dell’Io, dimostrando come la nostra società, ossessionata dall’apparenza e dall’immagine, stia in realtà anestetizzando le coscienze e indebolendo l’individuo.
Ma Giacomelli non si limita alla diagnosi; offre anche una via d’uscita, un percorso per “tornare alla realtà” e rafforzare il proprio essere, culminante nella riscoperta della “via del guerriero”. Per comprendere appieno la portata di questo saggio e le sue illuminanti conclusioni, abbiamo rivolto a Roberto Giacomelli tre domande chiave. Le sue risposte, dirette e profonde, vi convinceranno che la lettura de Lo Specchio di Narciso è non solo consigliata, ma necessaria per decifrare il presente e costruire un futuro più autentico.
Il 2diPicche. Nel libro si descrive come il narcisismo sia diventato un fenomeno di massa, quasi una “pandemia”. Quali sono, a suo parere, i tre fattori sociali o culturali più incisivi che hanno contribuito a questa diffusione capillare del narcisismo, al di là dell’abuso del termine nel linguaggio comune?
R. La pandemia narcisista
Le infezioni virali sono contagiose, trasmesse per via aerea o per contatto diretto, così come quelle psichiche diffuse con l’emulazione e la diffusione di comportamenti sociali e mode culturali.
L’emersione dall’inconscio della pulsione patologica all’accumulo e all’egoismo, caratteristiche della mentalità capitalista nata nel borgo medioevale, tempo del distacco della dimensione del Sacro, ha provocato la distorsione della realtà.
Nasce così la società nutritiva, fondata sulla soddisfazione immediata di ogni desiderio, il cosiddetto Principio di piacere, per evitare dolore e frustrazione.
Si cerca la gratificazione data dal cibo e dagli acquisti compulsivi, nutrimento simbolico per l’animo materialista.
L’eclissi della spiritualità, con la conseguente scomparsa di valori e ideali, ha scatenato la dipendenza dai consumi.
Crisi culminata nell’evo contemporaneo, unico della storia umana basato sul profitto, tempo dell’invidia e della competizione, che spinge all’insana emulazione di modelli di apparente successo.
Il narcisismo di massa è l’inevitabile conseguenza dell’esistenza ridotta all’apparire invece che all’essere, per sentirsi vivi ed accettati.
Il narcisista si sente valutato per il possesso di beni e il ruolo sociale, dal giudizio altrui dipende la percezione di sé, segno di vuoto spirituale e vacuità mentale.
Sintomo di mancanza di valori di riferimento superiori.
Il 2diPicche. Lei afferma che “oggi la società delle immagini è veramente la mistificazione che maschera i rapporti di produzione” e che “Lo spettacolo diventa la realtà per anestetizzare le masse”. Potrebbe elaborare su come, concretamente, questa “società dello spettacolo” indebolisce l’Io individuale e prepara il terreno per l’affermazione del narcisismo di massa?
R. La società dello spettacolo
Negli anni Sessanta del secolo scorso il filosofo marxista Guy Debord definì la società contemporanea tempo dello spettacolo.
Il nuovo modello di produzione capitalista era passato dalla merce alle immagini, creando una realtà effimera e virtuale.
Lo spettacolo al posto della vita reale, le immagini sostituiscono i rapporti sociali, nasce il feticismo della merce che crea la dipendenza dal consumo.
L’analisi marxista, diversamente dalle soluzioni dalla perversa teoria economicistica, ha un fondamento: quando la finzione sostituisce la realtà gli uomini divengono ancora più schiavi dei bisogni indotti dalla pubblicità.
Acquistare, possedere ed esibire, sono caratteristiche del narcisista, che per sedare l’ansia ed il timore dell’insignificanza, si mostra ad ogni costo, sostituendo la rappresentazione di sé alla realtà.
Disturbo sociale dovuto alla mancanza di miti, di eroi, di tradizioni, ma anche di cultura, sostituta dalla voluttà di ricchezza.
Il vuoto attuale, peggiore della repressione del passato, è insopportabile per la mente che lo riempie con ciò che trova più facilmente: il consumo.
Il narcisismo è la conseguenza patologica dell’individualismo, della mentalità dell’homo economicus, schiavo degli appetiti più insani.
Quando la finzione sostituisce la verità, come nell’esigenza di apparire del narciso, l’immagine diviene realtà.
Il 2diPicche. Il libro si conclude con un forte richiamo al “guerriero” e alla necessità di “tornare alla realtà”. Come si traduce, nel concreto della vita quotidiana, questo percorso di ritorno alla realtà e di rafforzamento dell’Io per un uomo o una donna del nostro tempo, e quali sono i primi passi che ciascuno potrebbe intraprendere?
R. Il ritorno al reale
Il narcisismo di massa si nutre di apparenze, la terapia per il ritorno alla realtà e nell’amore per l’identità, cancellata dal Sistema.
Riscoprire le radici, onorare le origini, attualizzare le tradizioni per vivere nell’equilibrio spirituale e mentale, formare nuove comunità di pensiero e azione, le tribù del futuro.
Il narcisismo è il prodotto di una paura profonda, la terapia elettiva è il coraggio, sfidare il timore della morte sentita come fine di tutto con la certezza dell’eternità dello Spirito.
Con il piacere dell’ardimento, nell’impeto dell’anarca e del ribelle.
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