Lo scorso 3 aprile Bibi Netanyahu è giunto in visita a Budapest, accolto con il picchetto d’onore alla faccia del mandato di cattura emesso dalla Corte Penale Internazionale nel novembre del 2024, con l’accusa di crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza. In molte occasioni da queste pagine abbiamo tessuto le lodi per Viktor Orban, indicandolo quale riferimento per un’Europa con la schiena dritta, capace di resistere alle tremende pressioni delle lobby del pensiero unico, a cominciare da quella LGBTQetc. e ai tentacoli di Soros.
Ma, da uomini liberi quali cerchiamo di essere, delle diverse visioni politiche vorremmo potere tanto apprezzarne i pregi quanto esecrarne i difetti. E troviamo esecrabile il rapporto che l’Ungheria di Orban ha con l’Israele di Netanyahu. Il presidente magiaro è in buona – si fa per dire – compagnia. Marcatamente filosionisti sono pure l’AFD in Germania, il RN in Francia, la Lega e l’intero centrodestra italiano, per non parlare di Trump. Insomma, molti tra i cosiddetti “sovranisti” per una serie di motivi, strizzano l’occhio a Tel Aviv. Ma questo vale anche per quasi tutto l’emiciclo di Bruxelles.
Idsf al parlamento europeo
Il 20 novembre 2024 esponenti del famigerato gruppo di pressione Israel Defense and Security Forum (Idsf), noto per le sue posizioni violentemente antipalestinesi e per il sostegno alle azioni criminali dei coloni nei territori occupati, hanno incontrato diversi parlamentari europei, senza che neanche la lobby fosse ancora registrata nel Transparency Register dell’UE. E non si tratta di politici di secondo piano, avendo partecipato agli incontri anche la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno. L’azione di lobbying delle organizzazioni sioniste è stata ed è molto efficace, se è vero che, mentre la UE produceva valanghe di sanzioni contro Mosca, non una sola azione è stata promossa verso Israele, responsabile di uno spietato genocidio, sospeso per pochi giorni e ora ripreso a pieno vapore.
Il governo di Budapest ha fatto un passo in più, annunciando nientedimeno che il ritiro dell’Ungheria dalla Corte dell’Aja. La Corte Penale Internazionale non è certamente un organismo impeccabile – basta vedere come ha gestito il caso Al Masri – ma l’uscita dell’Ungheria è una ritorsione esplicita proprio per le accuse contro il criminale Netanyahu. L’UE avrebbe una gran voglia di punire Orban e si appresta a farlo ma… non per aver accolto con tutti gli onori il macellaio sionista, anziché farlo arrestare. Niente affatto. La Commissione sta valutando una procedura di infrazione perché l’Ungheria vieta le manifestazioni LGBTQetc.!
Via libera al Pride?
Insomma, passi se Orban si fa beffe della Corte dell’Aja, inchinandosi di fronte al boia israeliano, ma che non si sogni di limitare il diritto al sacro – per la UE – Gay Pride. E pensare che uno dei vanti di Israele, oltre a quello di essere la cosiddetta “unica democrazia del Medio Oriente” è quello di rispettare i diritti degli omosessuali, accogliendo le manifestazioni arcobaleno, sia pure con grande scandalo degli ebrei ortodossi. Chissà, magari se Netanyahu mette una buona parola, Orban cambia idea e supera gli attriti con Bruxelles, dando il via libera ai Pride, con culi nudi e piume di struzzo per le vie di Budapest…
Raffaele Amato
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Se si parte dal mito fondante l’EU e cioè che la shoah avvenne “per colpa” dell’Europa, ne viene come logica conseguenza un parlamento israeliano composto da 120 – stipendiati- componenti e il finanziamento di aziende israeliane con fondi europei. Nel silenzio di tutti. Quindi l’attività di lobbying mi sembra una naturale conseguenza se sinaccetta l’assunto iniziale. Ben the Butcher rappresenta quel parlamento che vive all’interno di un organo che i popoli europei vogliono democratico e lontano da guerre e genocidi. Stupidi Goym