Sono passate poche ore dalla morte del famoso, e forse del più discusso, fotografo italiano contemporaneo, Oliviero Toscani
Sicuramente un personaggio sui generis, che nel bene o nel male ha in qualche modo segnato una generazione. Non siamo però qui a giudicarne l’operato professionale, né tantomeno a parlarne della vita privata, cosa che lasciamo al gossip.
Parliamo invece del Toscani come personaggio pubblico, di cui non possono certo tessersi più lodi che critiche. Personaggio dal carattere non facile, il Toscani è stato spesso al centro di polemiche per via di molte sue esternazioni, che talvolta sono valse delle citazioni in giudizio e delle condanne, come nel caso della causa intentata da Salvini, o quella fatta da Garparri, senza contare alcune esternazioni nei confronti dei veneti e dei calabresi.
Il ponte Morandi
Ma è soprattutto la Liguria ad aver patito la lingua del noto fotografo: in un’intervista telefonica all’indomani della tragedia del ponte Morandi, ebbe a dire “A chi interessa se cade un ponte”. Nonostante le scuse, arrivate comunque dopo l’ondata di sdegno, il personaggio in questione ebbe la reputazione definitivamente rovinata almeno a Genova, che ancora non ha perdonato l’azienda Benetton (con cui Toscani ha intrapreso un pluridecennale sodalizio) per le 43 vittime che ancora oggi aspettano giustizia.
Proprio durante la collaborazione coi Benetton, Toscani ebbe modo di propagandare la sua ideologia, immigrazionista e progressista, al punto di essere anche denunciato per vilipendio alla religione cattolica (vilipendio che molti si guardano bene dal fare nei confronti di altre confessioni, si vedano gli attentati di Parigi come esempio recente).
Ma anche in questa propaganda, è arrivata pure la polemica sollevata dalle Iene, secondo cui il Toscani avrebbe “riciclato” senza permesso una foto di un omologo albanese, senza citarlo né tantomeno pagarne i diritti; quando l’inviato della nota trasmissione chiese al Toscani spiegazioni, fu accolto dallo stesso in malo modo.
Molto altro si potrebbe dire, ma a differenza sua che si dichiarò felice che Berlusconi non ci fosse più, non ci abbassiamo al livello di gioire di una morte.
Anzi, ci auguriamo che almeno verso la fine abbia intrapreso un percorso di pentimento e di riflessioni sulle sue parole, le sue azioni e la sua propaganda liberal, che senza dubbio saranno da molti ricordate più della sua carriera.
Lorenzo Gentile
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