Episodio di cronaca gravissimo avvenuto in provincia di Modena: una donna di 50 anni è stata brutalmente aggredita, violentata e rapinata da un giovane di 20 anni, di origine marocchina.
Il fatto è stato condannato ufficialmente, ma alcune narrazioni mediatiche e politiche hanno volutamente descritto il gesto cercando di spostare il dibattito su un piano ideologico lontano dalla realtà. Alcuni esponenti della sinistra hanno attribuito la causa del gesto al “patriarcato” e a condizioni sociali astratte, come se la violenza potesse essere ridotta, per alcune categorie, a un concetto teorico.
Un tentativo non solo ridicolo, ma anche offensivo per chi ha un minimo di intelligenza: giustificare l’ingiustificabile serve solo a negare l’evidenza di un giovane che non ha alcun rispetto della legge e che ha compiuto un vile atto criminale.
Parola d’ordine minimizzare
Voler trasformare la cronaca in un dibattito ideologico serve solo a minimizzare la gravità dei fatti e quindi a negare il diritto dei cittadini a vivere in sicurezza.
La responsabilità è individuale e la condanna deve essere chiara: chi infrange la legge va perseguito, senza alibi teorici, senza attenuanti ideologiche costruite ipocritamente per salvaguardare una “categoria” , o “bacino di voti” se volete, dall’indignazione e dalla rabbia della gente.
La realtà è semplice: episodi come questo sono inaccettabili e la sicurezza delle persone non può essere sacrificata sull’altare della retorica politica.
Non servono analisi sociologiche o concetti astratti: serve giustizia, serve legge, serve pragmatismo.
Finché la sinistra continuerà a cercare alibi ideologici per chi non rispetta la legge, episodi come questo saranno svuotati di significato, volutamente camuffati per distogliere l’attenzione del dibattito pubblico sulla causa del problema mentre le vittime resteranno ignorate e la società più vulnerabile.
Gianluca Mingardi
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