La proposta lanciata dall’ex ministro Dario Franceschini di attribuire ai figli esclusivamente il cognome materno ha scatenato dibattito politico e molta ilarità.
L’idea, presentata con sprezzo del ridicolo, durante un’assemblea del gruppo PD, mira a “superare le difficoltà legate alla gestione del doppio cognome e alla scelta tra cognome paterno e materno”.
Insomma, un “problemone” veramente imprescindibile per il PD e l’Italia.
Franceschini ha motivato la sua proposta come un modo per “risarcire un’ingiustizia secolare”, sottolineando il valore simbolico e le implicazioni culturali e sociali delle disuguaglianze di genere.
Un colpo di genio del Forrest Gump dei Piddini, come se le donne fossero state costrette a vivere nell’ombra per colpa di un cognome.
Ma se la pensata di Franceschini fosse applicata v’immaginate uffici anagrafici in tilt con impiegati che cercano di districarsi tra montagne di certificati di nascita da aggiornare, con madri trionfanti e padri confusi che si chiedono se sono ancora autorizzati a portare i figli al parco.
Oppure maestre che si esercitano a chiamare gli alunni con nuovi cognomi, mentre i bambini si chiedono se dovranno cambiare anche il nome del papà.
Tutto questo per dare il cognome del nonno materno!
La proposta di Franceschini ha aperto un vaso di Pandora di risate e polemiche, dimostrando che in Italia, anche i cognomi possono diventare un terreno di scontro epico grazie ai PiDioti.
E questo bailamme solo per dare ai bambini (presenti o futuri non si sa) il cognome del nonno paterno che sicuramente, in quanto padre di una donna, non era una patriarca, etero e maschilista.
E mentre il paese si divide tra risate e polemiche, una domanda sorge spontanea: ma Franceschini non aveva niente di meglio da fare?
Redazione
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“Franceschini non aveva niente di meglio da fare” è una domanda retorica perché un idiota fa e dice idiozie… e dire che qiell’idiota (assumo là responsabilità di questo epiteto) è stato pure ministro sono seriamente preoccupato per l’Italia nelle mani di una simile classe politica.