“ Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi. Superior stabat lupus, longeque inferior agnus…” – Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, erano venuti allo stesso ruscello. Il lupo stava più in alto e l’agnello più in basso e lontano… -.
È l’inizio della favola di Fedro del lupo e dell’agnello, che racconta di come un lupo, atteggiandosi a danneggiato perché l’agnello avrebbe sporcato l’acqua che stava bevendo, cosa impossibile dato che l’acqua scorre verso il basso, utilizza questa e altre scuse illogiche per arrivare a sbranare la povera bestiola.
È una fiaba nata a cavallo dell’anno zero e descrive la prepotenza di chi, forte di mezzi superiori, inventa sfacciatamente dei pretesti per colpire i più deboli. Chi, meglio di Fedro, potrebbe raccontare non solo quello che è successo tra USA, Israele e Iran nei giorni scorsi, ma interi decenni di politica di aggressione occidentale? L’Iran era seduto al tavolo delle trattative sul suo programma nucleare, quando, prima Israele e poi Trump lo hanno attaccato, facendo di fatto saltare le negoziazioni.
USA e, in misura minore, Israele, va sempre ricordato, dispongono di arsenali nucleari imponenti. Pretendono di stabilire chi può avere la bomba atomica e chi no. In base a cosa? Alla presunta pericolosità? Ma le cronache e la Storia dicono chiaramente chi sia ad attaccare e bombardare senza andare tanto per il sottile.
Dal 7 ottobre Israele ha colpito Gaza, la Cisgiordania – ormai un campo da tiro a segno per esercito e coloni – il Libano, la Siria di Assad, lo Yemen e, infine, l’Iran. Il tutto con le spalle ben coperte dalle armi USA e dall’omertà dell’Occidente intero. Certo, le sanguinarie operazioni di Tel Aviv sono nobilitate, molto impropriamente, con nomi come Gedeone, che la Bibbia narra aver liberato gli ebrei dall’oppressione dei Madianiti. I riferimenti ai leoni, poi, si sprecano. Ma sarebbe molto più appropriato parlare di iene, sciacalli e serpenti, data la vigliaccheria di chi colpisce bersagli inermi.
Oggi l’acqua sporca della favola di Fedro la troviamo nell’inesistente, anche a detta dell’AIEA, atomica iraniana. Ieri, come abbiamo già ricordato su queste pagine, nelle immaginarie armi di distruzione di massa di Saddam. Ancor prima, nel 1964, fu un incidente, mai accertato, nel golfo di Tonchino in cui il cacciatorpediniere statunitense USS Maddox in ricognizione sarebbe stato attaccato da motosiluranti nordvietnamite, a scatenare l’intervento americano nella guerra del Vietnam.
Nel 1941, dopo innumerevoli provocazioni statunitensi, incluso l’embargo economico, l’attacco giapponese a Pearl Harbor fornì il pretesto per l’entrata di Washington nel secondo conflitto mondiale. Insomma, nella creazione ad arte del casus belli gli USA e Israele storicamente non hanno rivali.
Ora però abbiamo assistito a Trump che rinnega sé stesso e le sue parole di pace, facendosi imporre l’agenda da Netanyahu, suo vecchio amico. Con l’attacco a Teheran il trumpismo muore miseramente. La coppia Bibi – Trump e i suoi accoliti non solo agiscono con modalità tipiche della mafia, violando ogni regola, ma ne mutuano apertamente il linguaggio.
L’uscita del tedesco Merz “Israele sta facendo il lavoro sporco in Iran per tutti noi” sembra ispirata alla saga de Il Padrino. Ed è sempre più sconsolante il panorama della politica italiana, in particolare del centrodestra, a rimorchio silente delle malefatte sioniste.
Per puro spirito di carità non citiamo quello che si legge nei giornali di area governativa e si sente nei talk show, in parte triste eredità dell’atlantismo di almirantiana memoria. Ai tempi del MSI, almeno, c’era la scusante della Guerra Fredda, il rischio dell’avanzata comunista. Ora non c’è più la cortina di ferro e chi si definisce patriota dovrebbe schierarsi senza esitazioni con i popoli oppressi.
Qualcuno in passato, scelse di stare dalla parte del sangue contro quella dell’oro. Pagò duramente. Oggi la destra in doppiopetto si accuccia comodamente ai piedi del tavolo Bibi-Trump, accontentandosi di ingoiare qualche briciola che cade, paga della tranquillità di stare dalla parte del più forte.
L’unico aspetto veramente positivo di questa drammatica fase storica è che la sfacciataggine di Israele nel calpestare ogni norma e ogni scampolo di umanità sta facendo aprire gli occhi a tanti. L’eterno vittimismo usato come una clava su chiunque osi criticare il sionismo sta perdendo sempre più credibilità. Possono gridare a squarciagola che l’Iran sia un pericolo per il mondo, ma tutti possono vedere come si stanno svolgendo i fatti.
Superior stabat lupus.
Raffaele Amato
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Ce ne fu un altro e guarda caso i loro nomi iniziano entrambi con b, Benito nella battaglia del sangue contro l’ oro e Bettino nella crisi di Sigonella che gli costò l’esilio e l’ infamia di essere un ladro.