Fausto Biloslavo è uno di quei tre ragazzi del Fronte della Gioventù di Trieste, Almerigo Grilz e Gian Micalessin erano gli altri, che volendo diventare giornalisti e trovando sbarrata la strada della collaborazione con stampa mainstream (cioè quasi tutta), che li discriminava per le loro idee politiche, ebbero il coraggio di fondare una loro agenzia, l’Albatross, dedicandosi al giornalismo di guerra. Almerigo Grilz troverà la morte in Mozambico nel 1987, mentre documentava la guerra civile, conseguente alla decolonizzazione, tra indipendentisti e comunisti.
La storia è raccontata anche in un recente film, titolato, appunto, Albatross.Biloslavo e Micalessin proseguiranno nell’attività giornalistica: in particolare Biloslavo, che aveva già documentato dal fronte l’invasione sionista del Libano, nel 1987 viene catturato dai filosovietici in Afghanistan e tenuto in carcere a Kabul per sette mesi. Il suo impegno come corrispondente di guerra continuerà in Jugoslavia, poi ancora a Kabul e in Iraq. Ne 2011 è l’ultimo giornalista italiano a intervistare il colonnello Gheddafi prima del suo barbaro assassinio da parte dei ribelli pagati dalla Francia. Oggi scrive per il Giornale, Panorama e collabora con Mediaset. E’ autore di molti di libri su vari conflitti e anche di un testo sulle foibe, scritto con Matteo Carnieletto: Verità infoibate.
Recentemente Fausto Biloslavo, ancora in collaborazione con Matteo Carnieletto, ha firmato un eccellente e informato libro sull’immigrazione, sulle sue modalità, sui suoi favoreggiatori, finanziatori e sostenitori: Talebani dell’accoglienza, con una prefazione dell’ammiraglio Fernando Lolli, edito da Signs Publishing.

Un dato di fatto è che noi oggi viviamo immersi da decenni, spesso inconsapevolmente, in quello che in molti hanno definito “un sistema della menzogna”, strutturato e pervasivo. Anche Solgenitsin lo denunciò con termini molto simili. Per limitarci all’epoca più recente, un “sistema della menzogna” lo possiamo rinvenire nella gestione Covid, con le mortifere imposizioni a tutti ben note, per le quali nessuno ci ha mai chiesto scusa, e la diffusione di informazioni bugiarde come “Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire, non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore”, pronunciate da un Presidente del Consiglio impostoci dalla oligarchica dittatura tecno-finanziaria di Bruxelles.
Oppure nella grande menzogna della crisi climatica di origine antropica, ipotesi contestata da migliaia di scienziati di tutto il mondo. E un altro tema riguardo al quale veniamo sommersi da informazioni e considerazioni menzognere è quello delle immigrazioni, con l’accompagnamento di dolciastri appelli ai “buoni sentimenti”, alla “carità”, al “dovere dell’accoglienza” e via ipocritamente ingannando.
Quante volte abbiamo ascoltato frasi mendaci o semplicemente indimostrate come: “gli immigrati servono per quei lavori che gli italiani non vogliono più fare”, oppure: “l’immigrazione compensa il calo demografico”, o ancora: “gli immigrati ci pagano le pensioni”, “gli immigrati fuggono da persecuzioni”, “gli immigrati sono spesso profughi climatici”. Solo menzogne per coprire e giustificare il progetto della Grande Sostituzione, il Grand Remplacement denunciato da Renaud Camus, che vedrà, con la persistenza degli attuali trend, verso il 2050, o in molte zone anche prima, un’Europa occidentale decivilizzata e scristianizzata in cui i bianchi saranno una minoranza.
Per questo è importante la pubblicazione, l’acquisto e la lettura di un testo come questo di Biloslavo: perché serve a svelare i meccanismi, le protezioni, le complicità, anche giuridiche, politiche e persino clericali, i finanziatori, i trafficanti, le ONG criminali che praticano il “trasbordo da costa a costa”, attaccano lo Stato, le sue leggi, le Forze dell’Ordine, la Guardia Costiera, non solo italiana, ma anche libica e tunisina a favore di una immigrazione proterva e violenta, che alimenta una criminalità predatrice, cattiva e spesso impunita a causa di leggi lassiste (che non vengono cambiate) e di una magistratura decisa a favorire, per buonismo o, peggio, per ideologia, la Grande Sostituzione.
Parliamo, ad esempio del ruolo delle ONG autodefinitesi “umanitarie”. Chi sono? Che mezzi hanno? Come si muovono? E soprattutto, chi le finanzia tenendo conto degli altissimi costi giornalieri delle navi impiegate, di quello degli equipaggi, delle soste in porto, dei rifornimenti, addirittura degli aerei di ricognizione, del supporto a terra, logistico, di propaganda, legale e così via? Quelle ONG, scrive l’ammiraglio Lolli nella sua prefazione, “che si sono poste in stato “di belligeranza” nei confronti dello Stato italiano con atteggiamento refrattario verso regole e provvedimenti dell’autorità, con prepotente arroganza nei confronti del governo e nella convinzione, tutta propria, di essere al di sopra della legge per motivi umanitari”. Al momento della stesura del libro operavano nel Mediterraneo ben 18 navi di varie dimensioni al servizio di 13 diverse Ong basate in 5 paesi europei.
Ecco allora la Sos Humanity, finanziata dal governo tedesco, la Sea Watch, “una delle Ong del mare più attiva ed estremista” la definisce Biloslavo, sempre tedesca, la spagnola Open Arms (quella che denunciò Salvini), Emergency e diverse altre. Anche la Chiesa Evangelica tedesca e il Vescovo cattolico (cattolico?) di Monaco Reinhard Marx finanziano i trasbordatori di clandestini.
Un caso esemplare l’ONG italiana Mediterranea con la sua nave Mare Ionio del no-global ed estremista di sinistra Luca Casarini, finanziata, anche per interessamento di monsignor Zuppi della CEI, dalla Conferenza Episcopale Siciliana, ma anche di singole diocesi, come quelle di Napoli, di Modena, di Palermo. Ci chiediamo: lo sanno i fedeli di queste diocesi come vengono impiegati i soldi dati all’8×1000? Anche le Acli contribuiscono e “tra i sostenitori più calorosi”, racconta il testo, c’è l’Arci, la storica, potentissima associazione fondata dal PCI, che gestisce una rete di case del popolo variamente ridenominate, circoli ricreativi e “culturali” di sinistra, associazioni come Arcigay e Legambiente, attività sportive.
E poi ci sono vip e vippini come Checco Zalone, il rapper Ghali, Roberto Saviano, l’immancabile don Luigi Ciotti. E non è finita: ci sono anche Leoloca Orlando, Luigi de Magistris e poi Greenpeace, la Cgil, i Giuristi democratici, la Lega Coop Friuli Venezia Giulia e Potere al Popolo. Di particolare interesse la segnalazione che anche Banca Etica ha contribuito con quasi mezzo milione all’avvio del circo navale immigrazionista del signor Casarini. Banca Etica è, giuridicamente, una vera banca, che si è impegnata a fondo nel supporto a “organizzazioni che si occupano di salvataggio in mare”.
Basta vedere i nomi dei fondatori, per capire molte cose: la solita Arci, le Acli, Legambiente e anche Oxfam, una grande Ong internazionale schierata (è sufficiente scorrere il loro sito per accertarsene) su posizioni di ultrasinistra. È triste segnalare che Luca Casarini ricevette anche un entusiastico endorsement di Bergoglio che fin dal 2020 così gli scrisse: “Luca, caro fratello […] Sono vicino a te a ai tuoi compagni. Grazie per tutto quello che fate”. Forse molti italiani, vittime a vario titolo dell’immigrazione clandestina o quella consistente parte di connazionali che non vogliono essere sostituiti, avrebbero preferito che Bergoglio avesse dedicato tanto caloroso affetto ad altri soggetti.
E’ opportuno segnalare un aggiornamento riguardo a Casarini: il protegé di monsignor Zuppi, e altri membri della sua banda piratesca, andranno a processo in ottobre accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con l’aggravante di averne tratto profitto. Certo, da una magistratura sempre sbilanciata a favore dell’immigrazionismo c’è poco da attendersi. Ma, magari, anche per il cambio al vertice, si attenuerà il furore a favore dei clandestini e dei loro traghettatori che sino ad oggi ha caratterizzato parti importanti, anche apicali, del Vaticano e delle gerarchie ecclesiastiche.
Si accennava all’atteggiamento palesemente filo-immigrazionista della magistratura. Un caso eclatante di questa postura dei magistrati lo si può rintracciare nell’esito del processo a Carola Rackete, l’estremista di sinistra al comando della Sea Watch 3, che nel 2019 “salva”, probabilmente previo appuntamento con gli scafisti, 52 clandestini davanti alle coste libiche, in acque di competenza del soccorso libico. Chiede un porto sicuro. I più vicini, le rispondono, sono Tripoli, in Libia, e Zarzis, in Tunisia. Rackete li rifiuta entrambi. Vuole, a tutti i costi, traghettare i clandestini in Italia.
La nave viene diffidata dal Viminale dall’entrare nelle acque territoriali. La pasionaria dell’ultra sinistra non ubbidisce, viola le nostre acque territoriali, attracca a forza a Lampedusa schiacciando sulla banchina una motovedetta della Guardia di Finanza, mettendo a gravissimo repentaglio le vite dei finanzieri. Rackete viene arrestata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, resistenza a navi da guerra e tentato naufragio. Ma il giudice per le indagini preliminari la libera affermando che ha agito “in adempimento di un dovere”. Vano il ricorso della procura di Agrigento: la Corte di Cassazione conferma l’illegittimità dell’arresto. Una sentenza, commenta Biloslavo, che apre “la strada all’impunità” per le Ong. Nel 2021, la pietra tombale: il Gip di Agrigento archivia tutto confermando che la Rackete: “ha agito nell’adempimento del dovere di salvataggio”. E’ cronaca recente l’elezione di questa signora al Parlamento Europeo e, ancor più recente, le sue dimissioni.
Altro caso: sotto accusa, stavolta, la Ong tedesca Jugen Retter, Medici senza frontiere e Save the Children, con otto anni d’inchiesta, “50.000 ore di intercettazioni, spese per tre milioni di euro, un agente sotto copertura a bordo di una nave delle Ong, filmati foto e testimonianze che sembravano dimostrare collusioni con scafisti e trafficanti”, sono bastati, nell’aprile 2024 “quindici minuti al Gip di Trapani per affondare l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché il fatto non sussiste”. Eppure le prove della collusione e del coordinamento tra le Ong e i trafficanti di terra e di mare sono evidentissime e schiaccianti.
Ne sanno molto, oltre alle nostre autorità, anche quelle libiche. Un portavoce della Guardia Costiera libica, diffamata e criminalizzata dalle Ong e dalla sinistra, che invece ha contribuito, pur con pochi fondi e mezzi, a ridurre il flusso degli invasori verso i nostri porti, così dice di queste Ong: “Sono in contatto con i trafficanti, se non collusi. Quando pattugliamo non parte nessuno. Appena ce ne andiamo i barconi prendono il mare verso le navi umanitarie scortati dagli scafisti. I natanti delle Ong fanno da calamita ai flussi migratori. Hanno i loro interessi non solo umanitari: più migranti recuperano in mare, più donazioni raccolgono oltre ai fondi governativi europei”.
Da notare, tuttavia, una buona notizia: a giugno di quest’anno il governo tedesco ha deciso di non finanziare più le Ong, tra cui Sos Humanity, Sos Mediterranée, RESQSHIP, Sea Eye e (ma guarda!) Sant’Egidio, la potentissima organizzazione della sinistra cattolica. Solo nel 2024 queste associazioni, e altre, hanno ricevuto circa 2 milioni di euri e, nel primo trimestre 2025, ben 900.000 euri. Ci si augura che il venir meno di questo supporto finanziario possa far diminuire l’attivismo dei favoreggiatori dei clandestini.
Molti altri sono stati gli interventi a favore degli immigrati della magistratura che sembra perseguire un obiettivo preciso: smantellare, pezzo per pezzo, la pur mitissima legge Piantedosi che limita l’azione dei “tassisti del mare”. E il “via libera a tutti” non riguarda solo le varie rotte del Mediterraneo, ma anche la spesso ignorata eppur pericolosissima “rotta balcanica”: Biloslavo, ad esempio, ci racconta come i “riaccompagnamenti” degli invasori in Slovenia siano stati resi impossibili da interventi della magistratura: la sua Trieste è oggi il terminal di questa rotta e il già ordinatissimo capoluogo giuliano è invaso e lordato da orde di clandestini che poi sciamano liberamente in Italia e in Europa.
Oltre alle varie associazioni della sinistra che abbiamo già citato, che includono anche i sindacati Cgil, Cisl, Uil, le Acli, l’Arci, Magistratura democratica, le varie espressioni ecclesiali, una delle più attive nel favoreggiamento dell’immigrazione è un’associazioni di giuristi e legali, l’Asgi, Associazione per gli studi giuridici per l’immigrazione, che garantisce protezione giuridica con cause, ricorsi, denunce, ricerche, comunicati, convegni a favore dei clandestini. È interessante notare – ed è proprio vero che nell’ideologia immigrazionista tout se tient – come questa associazione riceva supporto dalla famigerata Open Society del “filantropo” George Soros. Lo ammette tranquillamente questa associazione dal suo sito.
Il potente, ma non invincibile, schieramento a favore dell’invasione, della futura Grande Sostituzione, della fine dell’Europa bianca e cristiana (cioè quella vera, di carne e di sangue, non quella fasulla di Bruxelles), si combatte anche con dati, fatti, argomenti. Dobbiamo costruire una “contro-retorica” da opporre alle falsità buoniste dell’anti-civiltà immigrazionista. Dobbiamo aumentare la nostra capacità di contrapporre argomento ad argomento e fatti veri alle menzogne. E libri come questo sono utilissimi a questo scopo.
Per costruire una “piccola biblioteca contro l’immigrazione e le Ong favoreggiatrici”, segnaliamo anche: Francesca Totolo, Inferno Spa. Viaggio tra i protagonisti del business dell’accoglienza, prefazione di Gianandrea Gaiani, Altaforte Edizioni. Massimo Polledri, I misteri del Mediterraneo. Il libro inchiesta sulle ONG, Prefazione di Vittorio Feltri, Rubettino. Francesca Ronchin, Ipocrisea. Le verità nascoste dietro i luoghi comuni su immigrazione e Ong, Prefazione di Federico Rampini, Compagnia editoriale Aliberti.
Antonio de Felip
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