Il grande filosofo greco Platone scrisse una frase che sembra adattarsi molto bene al presente: “Finché si tratta di calzolai, che siano incapaci o che siano corrotti, o che si vantino di essere abili pur non essendolo, non ne verrebbe una gran perdita per lo Stato.
Ma vedi bene che, se fossero i Custodi delle leggi e dello Stato a fingere di essere custodi, mentre non lo sono, sarebbe la Città intera a correre il rischio di una completa distruzione, proprio perché la sua felicità e la sua buona amministrazione sono nelle loro mani.” (La Repubblica, IV)
La certezza di Volodymyr
In un servizio per la BBC News, il giornalista George Wright riferisce che “il presidente ucraino Volodymyr Zelensky afferma di essere certo che la guerra con la Russia “finirà prima” di quanto non sarebbe altrimenti successo una volta che Donald Trump diventerà presidente degli Stati Uniti”.
Realpolitik o faccia di bronzo, poco importa, però la notizia è importante perché gli analisti indipendenti, che hanno sempre parlato di “guerra farsa”, riferendosi all’Ucraina ed ai principali attori del conflitto, forse non avevano torto, come non l’aveva Platone.
“Zelensky ha affermato di aver avuto uno “scambio costruttivo” con Trump, durante la loro conversazione telefonica, dopo la sua vittoria alle elezioni presidenziali statunitensi”. Effettivamente, Donald Trump disse a tutti i media che gli sarebbe bastata una telefonata per far concludere il conflitto…
La BBC News prosegue: “Non ha detto se Trump avesse avanzato richieste in merito a possibili colloqui con la Russia, ma ha affermato di non aver sentito nulla da lui che fosse contrario alla posizione dell’Ucraina”. Insomma, dire così e non dire niente è la stessa cosa, che tradotto può voler dire che abbia ascoltato gli ordini, sull’attenti.
La priorità di Trump
“Trump – scrive la BBC – ha costantemente affermato che la sua priorità è porre fine alla guerra e fermare quello che lui definisce un drenaggio di risorse statunitensi, sotto forma di aiuti militari all’Ucraina”.
“È certo che la guerra finirà prima con le politiche del team che ora guiderà la Casa Bianca. Questo è il loro approccio, la loro promessa ai loro cittadini”, ha affermato Zelensky in un’intervista con l’agenzia di stampa ucraino Suspilne.
Ha aggiunto che l’Ucraina “deve fare di tutto affinché questa guerra finisca l’anno prossimo, e finisca attraverso mezzi diplomatici”. Che giravolta, rispetto ai toni bellicosi utilizzati fino a pochi giorni fa!
“La situazione sul campo di battaglia è difficile, con le forze russe che avanzano”, ha detto Zelensky, ammettendo, in pratica, quella sconfitta sul campo di battaglia, che era evidente da almeno un anno, agli osservatori più informati, acuti e liberi.
“Ha detto che la legislazione statunitense gli consente di incontrare Trump solo dopo il suo insediamento, a gennaio”. Sebbene tutti sappiano che Trump non sia persona particolarmente attenta ai protocolli, fare questa affermazione dimostra tutta la debolezza politica di Zelensky, dopo la svolta elettorale statunitense.
Le “divergenze”
“Trump e Zelensky hanno da tempo una relazione tumultuosa – sostiene la BBC News. Trump è stato messo sotto accusa nel 2019 per le accuse di aver fatto pressione su Zelensky affinché rendesse pubbliche informazioni dannose per la famiglia Biden”.
“Nonostante anni di divergenze, Trump ha insistito di avere un ottimo rapporto con Zelensky. Quando i due si sono incontrati a New York, a settembre, Trump ha detto di aver “imparato molto” dall’incontro e ha detto che avrebbe “risolto la guerra molto rapidamente”.
Però – incalza la BBC News – “Trump deve ancora rivelare come intende porre fine alla guerra”. I suoi oppositori democratici lo hanno accusato di essersi avvicinato al presidente russo Vladimir Putin e affermano che il suo approccio alla guerra equivale a una resa dell’Ucraina, che metterà in pericolo tutta l’Europa”.
Nella farsa della propaganda Dem, ci può stare il far credere che l’ex comico non abbia già perso sul campo, da tempo, ed in Europa non sia successo alcunché. Ma tant’è la realtà.
“Ma il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha parlato con Trump dopo la sua vittoria elettorale, ha detto ai media tedeschi che il leader statunitense in arrivo aveva una posizione “più sfumata” sulla guerra di quanto, comunemente, si pensasse.
Scholz ha detto al quotidiano Süddeutsche Zeitung che la sua chiamata con Trump è stata “forse sorprendentemente, una conversazione molto dettagliata e buona”.
Basta soldi per la guerra
All’inizio di quest’anno, la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un pacchetto di 61 miliardi di dollari (49 miliardi di sterline) di aiuti militari per l’Ucraina.
“Gli Stati Uniti, conclude la BBC News, sono stati il più grande fornitore di armi all’Ucraina: tra febbraio 2022 e la fine di giugno 2024, hanno consegnato o impegnato armi ed equipaggiamenti per un valore di 55,5 miliardi di dollari (41,5 miliardi di sterline), secondo il Kiel Institute for the World Economy, un’organizzazione di ricerca tedesca.
La linea esposta più volte dal neoeletto Presidente Donald Trump è sempre stata quella di una controtendenza rispetto all’amministrazione Biden, ed ha più volte detto che non intende che gli USA continuino a versare soldi a fronte di un’Europa che versa molto meno. Insomma, Trump vuole chiudere i rubinetti in fretta, e, a quanto pare, anche il sipario sulla commedia in corso da due anni, nel 2025.
di Matteo Castagna
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