Il prossimo Martedì 24 giugno a Milano al teatro Rosetum ProVita&Famiglia e La nuova bussola quotidiana hanno organizzato un convegno sul tema del suicidio assistito.
Invitiamo tutti i nostri lettori all’evento perchè riteniamo che sia importante dare man forte alla battaglia sulla dignità umana che si giocherà il prossimo 17 luglio in parlamento.

Abbiamo raggiunto il Direttore de la Bussola Quotidiana, Riccardo Cascioli, per una breve intervista.
Direttore le parole sono importanti e sappiamo che “dall’altra parte della barricata” si fa molta attenzione alla semantica e alla scelta degli aggettivi.
Siamo passati da eutanasia a suicidio assistito: stanno ripetendo quanto fatto anni fa con aborto e interruzione di gravidanza?
La questione va posta diversamente. Eutanasia e suicidio assistito in realtà sono due cose diverse.
L’eutanasia indica la morte procurata da un terzo, medico o chi per lui, mentre per quanto riguarda il suicidio assistito diciamo che il medico o chi per lui provvede a tutto quello che è necessario per procedere ma poi è il paziente stesso che fa il gesto finale di assumere il farmaco che lo ucciderà.
Sono due fattispecie diverse ma ovviamente strettamente legate.
Dunque, credo che la questione semantica si giochi su un altro tavolo.
L’aborto oggi viene chiamato legge per la tutela della gravidanza ma è ovvio che dietro c’è tutta un’altra questione.
E così succederà per il suicidio assistito che passerà come difesa della dignità dell’individuo quando invece in realtà introduce una vera e propria rivoluzione antropologica sulla possibilità di potersi togliere la vita in seno alla legge.
La regione Toscana ha fatto uno scatto avanti sfidando il governo e ha regolarizzato il suicidio assistito: a luglio parte la discussione in parlamento per regolarizzare il fine vita: incredibile che ci sia stata la sponda proprio del centrodestra per avviare l’iter di discussione. Decisamente dobbiamo prepararci alla battaglia: cosa possiamo fare?
Il prossimo 17 luglio il parlamento inizierà la discussione per impostare una legge sul suicidio assistito. Questo dimostra la debolezza culturale della compagine di destra e dall’altra anche un certo equivoco che esiste anche tra i cattolici.
Di fronte alla possibilità che le sinistre possano far passare un testo molto permissivo si preferisce giocare d’anticipo e far promuovere una legge che è meno permissiva e che metta dei paletti e che in qualche modo rispetti la dignità umana perché verrebbero messe una serie di garanzie che impedirebbero una liberalizzazione totale.
In realtà questo è un errore gravissimo. Questo palettismo è molto illusorio.
Lo abbiamo visto con il dibattito nato attorno ad aborto e fecondazione assistita.
Non ci si può fare illusioni strategiche perché viene sdoganato il principio secondo il quale ad alcuni condizioni ci si può dare la morte.
È questo il punto centrale sul quale bisogna insistere: per la prima volta si deroga al principio dell’indisponibilità della vita e una volta aperto questo canale è ovvio che si allargherà in mille altre fattispecie.
Per questo motivo è necessaria una battaglia culturale per far capire quale sia la posta in gioco reale.
Dall’altra parte la propaganda è fortissima e agguerrita: fanno passare un atto di misericordia e di pietà mentre il cattivo è quello che vorrebbe far vivere una persona in mezzo ai dolori. Per tanti il suicidio assistito può sembrare una misura umanitaria.
Bisogna far capire la pericolosità e l’inumanità di questo principio.
A livello legislativo si tratta di fare un’azione informativa sui parlamentari sia per far comprendere l’errore in cui è caduto il centrodestra, sia cercando di promuovere delle posizioni che siano realmente rispettose della vita.
Attenzione anche alla foglia di fico delle cure palliative: sappiamo che per quanto siano doverose anche queste possono divenire un facile paravento per delle pratiche eutanasiche.
Sottolineo quanto sia importante la battaglia culturale. Il 24 giugno a Milano approfondiremo le ragioni del NO a questa deriva perché il suicidio assistito non è un fatto di libertà ma di abbandono del malato.
Ringraziamo Riccardo Cascioli per la disponibilità e gentilezza
Arrivederci al Teatro Rosetum martedì 24 giugno 2025 alle ore 21.00
La Redazione
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