Pertanto: Magistratura o minustratura?
È giunto il momento di parlare con sincerità: più dell’idiozia di questa classe politica italiana ed europea, fa paura la magistratura.
Fa paura perché fra i poteri dello Stato è quello che detiene l’arma totale: quella che non solo ti toglie la libertà ma ti cassa, proprio come un cancellino fa sparire una parola dalla lavagna.
L’arma del Diritto (con la D maiuscola, ma ahinoi troppo spesso falso e bugiardo)
Un’arma spietata che deturpa come la lupara, per eccellenza l’arma delle camarille quando vengono messe in pericolo le prerogative loro o dei loro sodali. E di indagini, incriminazioni, sentenze in odore di imperizia o partigianeria ne sono piene le procure e i tribunali.
Negligenza, partigianeria e impudenza
Esempi bassezza etica e deontologica ce ne sono a iosa; a volte attribuibili al trinomio imperizia, imprudenza e negligenza, spesso camuffate da uno spirito assertivo che rimanda a “Io so’ io e voi non siete un cazzo” proprio delle caste e delle camarille; ma troppo spesso attribuibili a una patente partigianeria che, facendo strame di etica e deontologia, induce il magistrato a ridurre il prefisso «magis» in «minus». Enzo Tortora testimonia del primo caso, il caso di un errore giudiziario reiterato per negligenza e impudenza; Salvini testimonia del secondo, quello in cui il magistrato (direi la magistratura), è entrato a gamba tesa nell’agone politico fregandosene dell’innocenza dell’imputato, anzi calpestandola per odio di parte.
Senso di emesi e una domanda
Il solo pensiero che più magistrati siano coinvolti in quell’inchiesta strumentale a una parte politica (la loro) suscita emesi e fa sorgere una domanda: ma davvero vogliamo continuare a sostenere che le sentenze si debbano rispettare?
Se il diritto è calpestato da chi lo deve applicare
Le sentenze si rispettano se i giudici sono rispettosi dei principi del diritto, altrimenti, in evidente assenza di un sistema di autocontrollo credibile, il popolo, ad un certo punto, non può che insorgere ed è la rivoluzione, perché l’ingiustizia del giudice è più insopportabile della tirannia di un dittatore.
Ed è per questo che quando si sentono certi magistrati esternare il proprio credo politico senza temere che la loro terzietà venga meno, viene in mente quella strofa del canto “La vandeana” che, riferendosi chiaramente ai giudici che hanno pilotato il terrore rivoluzionario, avi dei nostri magistrati, dice «nei cieli devastati da giudici plebei, dall’odio degli uomini, dal pianto degli Dei».
Ma in Europa siamo in buona compagnia
Basti pensare all’intervento a gamba tesa della magistratura rumena che ha cassato un voto popolare a favore del cosiddetto «filoputiniano» (tale è l’accusa) Georgescu e all’intervento della magistratura francese che ha reso ineleggibile Marine Le Pen, favorita nella corsa alle prossime presidenziali. Iniziative che costituiscono una chiara risposta di adesione all’invito di un papaverone della UE, il quale ha più o meno dichiarato che, qualora vincesse una determinata coalizione di una destra ritenuta troppo destra, ebbene, l’UE ha i necessari meccanismi per inertizzare quel risultato. E magistrati «plebei» hanno ottemperato.
Fantozzi il profeta
E dopo Salvini, Georgescu, Fico e Le Pen …Fantozzi cominciò ad avere qualche leggerissimo sospetto.
di Corrado Corradi
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