Il dott. Kerry Raymond Bolton, 69 anni, scrittore neozelandese molto prolifico, ha pubblicato “La sinistra psicotica: dalla Francia giacobina al movimento Occupy” (Black House Publishing, 2013), primo libro tradotto in italiano nel 2018 da Angelo Paratico, della Gingko Edizioni di Verona. Ma i suoi saggi sono stati pubblicati su media accademici e giornali.
Egli scrive che “considerare la sinistra in termini puramente politici + limitante e fuorviante. La sinistra è un’aberrazione psicologica che possiede le stesse motivazioni dell’assassinio di massa, dello stupro e del furto. […] Esistono caratteristiche invariabili e persistenti. In particolare, la sociopatia e il narcisismo appaiono come delle costanti fra i militanti di sinistra. In generale, la sinistra è psicopatia intellettualizzata”.
“L’ideologia di sinistra – conclude il sociologo Bolton – è stata formulata da chi proietta la propria rabbia personale, spesso di origine parentale, verso intere nazioni e civiltà, in un conflitto che sembra simile all’edipico trasferimento dell’autorità familiare a quella governativa. Il motivo, per quanto razionalizzato, non è il correggere le ingiustizie, ma la distruzione.
La rivolta dei sub-umani
Ciò che si nota in queste ideologie dominanti, sia che si tratti della Vecchia, Nuova o Futura Sinistra, è che esse cercano soprattutto di distruggere i tradizionali legami umani, coltivati nel corso dei secoli, con violenti e rapidi tumulti, durante i quali non si tiene conto della sofferenza umana, scatenati in nome di una concezione dell’umanità del tutto astratta.
Così un analista sociale, quale fu Lothrop Stoddard, giustamente definì questa tendenza “rivolta dei sub-umani”, e ciò rimane costante, indipendentemente da qualsiasi “nuovo e “superiore” paludamento, dietro al quale la sinistra tenta di riciclarsi”.
L’indagine di Bolton si fa divertente quando usa le ultime informazioni biografiche su Marx, Marcuse, Manson, Maslow e la banda Baader-Meinhof. “Egli documenta – scrive il dott. Chris Brand del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Edimburgo (1970-97) – gli orrori dei padri-odiatori e degli odiatori delle famiglie, tipici dei leader di sinistra, i quali hanno destabilizzato intere generazioni soffrendo essi stessi di psicosi (più spesso “bipolarismo”, cioè tendenze maniaco-depressive) o perlomeno di psicopatia narcisistica, che non di rado li hanno portati al suicidio.
Il cosiddetto patriarcato, cui tanto danno grottesca importanza, è la trasposizione di problematiche che molti di loro hanno subito nelle loro famiglie. L’omofobia è, altresì, un modo per dileggiare o addirittura punire legalmente coloro che sostengono la famiglia naturale, ma non negano né temono l’esistenza di persone omosessuali, che ci sono sempre state.
Utopia
Quando si assurge l’uguaglianza sociale ad un assoluto, si raggiunge solo l’utopia. Perché è impossibile. Tutti siamo diversi. Chi si sente più diverso pretende che la politica e perfino la Chiesa riconoscano loro dei “diritti” identici a mamma, papà e prole, uniti in matrimonio, laico o sacro, a seconda delle sensibilità. Cioè, lo Stato è cattivo perché non cambia la Costituzione, mentre la Chiesa è cattivissima perché non cambia il Catechismo! Ci rendiamo conto? Dove sta la tendenza alla psicopatia? Nel non rendersi conto che questi sono solo desideri o capricci di alcuni omosex, ma non certo “diritti”, perché i figli li fanno solo uomo e donna, mentre il cattolico ha il diritto di continuare a credere che la sodomia sia “peccato impuro contro-natura”.
Figuriamoci quando la sinistra, da decenni alleata del Grande Capitale, capisce che per la grande distribuzione, il gay friendly diventa un vantaggioso business, incoraggiato da tutti i media e intellettualoidi da salotto o sinistri al caviale, che non hanno mai visto una fabbrica. Lo stesso vale per le “risorse” boldriniane.
Viva il caos!
E lo Stato non deve esistere: niente sicurezza, niente tutele per gli italiani, considerati tutti “luridi borghesi” e “ricchi egoisti”, anche se ad avere il panfilo o il rolex sono più i soloni del progressismo che gli altri. Viva il caos! Perché anche con lo ius soli lo trasformeremo presto, cinicamente, in voti. Viva le Ong, che non sono taxi del mare, ma eroiche organizzazioni di salvataggio. Business sulla pelle di molti poveracci che ci hanno lasciato le penne in mare, a causa di scafisti senza scrupoli? Non sia mai! È lo Stato a fare da scafista se non accoglie tutti! Non è una logica, è una patologica affermazione!
Va, altresì, specificato in questa sede, che esistono svariate persone attratte da altre dello stesso sesso, che non vogliono legami contrattuali né benedizioni, non vogliono adottare bambini, ma vivere il loro legame esattamente come durante tutta la storia dell’umanità, nell’intimità di casa loro. Mentre ce ne sono altre, che vivono nella castità per non peccare di sodomia e, altre ancora, che seguono percorsi particolari per cercare di diventare etero, dimostrando di riuscirci, come nel caso di Luca Di Tolve.
La sinistra psicopatica
Sulla stessa lunghezza d’onda di “Sinistra psicopatica”, sotto l’ombrellone o in un bel prato di montagna o anche sul divano di casa, sarebbe da leggere “Psicopatologia del Radical Chic” dello psicanalista Roberto Giacomelli, con prefazione di Francesco Borgonovo (ed. Passaggio al Bosco, 2021).
Il sottotitolo è: “Narcisismo, livore e superiorità morale nella sinistra progressista”. Bolton sarà contento. Gli ho spedito una copia del libro.
Nella quarta di copertina l’autore ricorda che “nel 1970 per la prima volta, il giornalista Tom Wolfe definì i “radical chic”: erano la casta dei ricchi borghesi che – per moda o per noia – sostenevano apertamente le posizioni del marxismo-leninismo”. Ricorda qualcosa quel “bipolarismo” di cui abbiamo già scritto?
Il dott. Giacomelli aggiunge, a ragione, che, però, questi soggetti sono “oggi la più influente lobby ideologica dell’Occidente: dominano i grandi media internazionali, presidiano le Università, la Magistratura e i gangli vitali dello Stato, orientano il linguaggio, emettono sentenze”, decidono cosa si può dire e cosa si deve tacere, nell’arrogante faziosità dei loro presentatori e talk show televisivi di indottrinamento. Siamo arrivati, oramai, al grottesco “piove, governo ladro”! E giù voti alla Meloni! Il ghiacciaio della Marmolada si sta sciogliendo? Ecco Elly nazionale con la solita solfa: la premier riferisca in Parlamento! Intanto, l’astensionismo si ingrassa!
Il Verbo laico
Chi non si allinea ai loro dogmi, tra cui l’antifascismo senza fascismo, è immediatamente buttato dalla finestra di Overton, senza appello, con un odio inverosimile proprio dei pluralisti e dei tolleranti. “Il loro credo, divenuto il verbo laico del globalismo, è fondato sulla narrazione sradicante e liberal della “società aperta”, tesa a distruggere ogni forma di identità in nome di una fantomatica uguaglianza che trova riscontro nelle esigenze predatorie del mercato”…
E poi ci sono la furia iconoclasta della cancel culture e la configurazione green e digitale, processi di sovversione che coinvolgono le frange militanti della sinistra radicale e anarchica, le presunte “minoranze” e i colossi della Silicon Valley!
Come il dott. Bolton, anche il dott. Giacomelli giunge alla conclusione impietosa: “arroganza, isteria, dissimulazione, inganno e manipolazione sono i loro tratti distintivi. Si tratta di masochisti che amano sottomettersi a carnefici immaginari, nevrotici in preda ai sensi di colpa per i loro immeritati privilegi, odiatori seriali che invidiano e denigrano le vite altrui, menti deboli che proiettano sul prossimo le proprie paranoie, i propri disagi e le proprie paure”.
di Matteo Castagna
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