Non ho mai simpatizzato per l’ebraismo, ritenendolo una religione sclerotizzata, e meno ancora ho nutrito e nutro simpatie per il sionismo, ritenendolo un movimento politico-religioso ideologicamente disonesto. So cosa pensano Ashkenaziti, sefarditi e mizrahim di chi non è ebreo: è solo un animale parlante.
Con ciò, non mi va di unirmi a schiovere al coro di disdegno troppo urlato per quel che sta avvenendo a Gaza… intendiamoci: si tratta di uno sterminio (in ottemperanza all’incivile logica giuridica ebraica del taglione e secondo la consuetudine israeliana della rappresaglia con cospicui interessi) eppure non mi va di stracciarmi platealmente le vesti come ha strumentalmente fatto Caifa, urlando alla bestemmia quando bestemmia non era, e non mi va perché quando si urla troppo e si è in troppi a urlare, poco si fa e molto spesso si sbaglia; specie se la situazione è così artatamente confusa… sfido quelli che più di tutti urlano a trovare il bandolo della matassa della questione israelo-palestinese.
Lo stato che nessuno vuole
Lo ribadisco: quello slogan trito e ritrito di uno stato palestinese, già rigettato dai paesi arabi nel 1947, serve solo a imbrogliare le idee e permettere l’affermarsi di slogan urlati, perché a partire da quella data è svanita la possibilità che si aggregasse una nazione palestinese (popolo più territorio), primo passo affinché da un autogoverno si passi a un’organizzazione statuale.
Come per l’Ucraina, ci giungono notizie contraddittorie e troppo spesso grandguignolesche montate ad arte da ambo le parti… ma specialmente da chi, in questo momento, ha interesse a pubblicizzare, enfatizzandola, la tragedia.
Coloro i quali si sono schierati, stracciandosi platealmente le vesti per accaparrarsi l’attenzione dei media, rispondono a logiche di partito e di ideologia per le quali la questione palestinese è marginale:
- da una parte, le Albanese, le Salis, le Jebreal, gli Hanoun, Al Jazeera, la stampa di sinistra e i centri sociali e anche parte di una destra giustamente nemica dell’ignavia (ma che vede ignavia dappertutto, anche quando si tratta di pragmatismo) urlano con quanto fiato hanno in gola, nel loro intimo sapendo che quelle urla servono solo ad alimentare una loro identità etica;
- dall’altra, i numerosi centri dell’ebraismo europeo, ai quali si unisce la stampa di centrodestra che non urlano ma, tanto per confondere ulteriormente le acque, lanciano l’allarme su quella boiata che è il pericolo antisemita (su quest’argomento ci sarebbe da aprire una discussione perché semiti sono anche i palestinesi e gli arabi, per cui in questo momento i più antisemiti sono i semiti stessi).
No si cada dal pero
In tale bailamme di accuse e controaccuse, soppesando il fatto che le fonti stampa in loco fanno tutte riferimento ad Al Jazeera, pur denunciando l’eccesso, troppo spesso ferigno, della reazione israeliana ai fatti di ottobre 2023, che condanno (ma, ribadisco: se me lo aspettavo io, figurarsi se non se lo immaginava Hamas!), si sappia che Corrado “di mille voci al sonito mista la sua non ha” e non mi stupisco, fingendo di cadere dal pero, per quel che sta avvenendo.
Non lo sapevate che gli israeliani sono spietati nella rappresaglia?
Non sapevate che Hamas è un’accozzaglia di tagliagole altrettanto feroci che dal 2006 ha preso in ostaggio la popolazione palestinese (a sua volta ostaggio sia della peggior politica dei paesi del mondo arabo-islamico, sia della nostra dabbenaggine)?
Non lo sapevate che dei palestinesi rimasti tra Gaza e la Cisgiordania ai paesi arabi, loro confratelli, non gliene frega nulla (tranne il Marocco che non manca di essere il primo negli aiuti ed è il più avveduto gestore dell’organizzazione che si occupa della tutela della tradizione di Al Quds-Gerusalemme)?
Aguzzini e complici
Perché ignorare quando giungono voci (e immagini abbastanza nitide) secondo le quali alcuni paesi arabo-islamici del golfo si rendono complici degli israeliani nell’affamare la popolazione palestinese di Gaza inviando camion praticamente vuoti a fare la passerella pubblicitaria? E perché soprassedere sul fatto che manca la luce a Gaza City, ma non manca negli internet café da dove i reporter di Al Jazeera fanno sapere al mondo la disastrosa situazione…
Che la situazione sia disastrosa non ci sono dubbi, ma non fingiamo di non sapere che gli aguzzini di quel popolo disgraziato che è quello palestinese siano solo gli israeliani, perché essi hanno dei complici: i paesi arabo-islamici di quella regione… Complici maggiormente colpevoli sia perché sono confratelli delle vittime, sia perché ne sfruttano la tragedia per una mera questione di identità arabo-islamica da dare in pasto alle loro popolazioni e poter così coltivare sul groppone dei palestinesi un falso vittimismo.
Strappatevi pure le vesti (comunque a scoppio molto ritardato) e urlate contro Israele, se al mondo c’è una nazione che delle urla di chi le è contrario se ne strabatte, è proprio Israele, anzi con le vostre urla la rinforzate.
Corrado Corradi
*È un verso dell’ode “Il 5 maggio” di Alessandro Manzoni, scritta in occasione della morte di Napoleone Bonaparte, e indica che la voce del poeta nel cantare la morte di Napoleone non è influenzata né dalla lode servile né dall’oltraggio codardo, ma sorge commossa e imparziale di fronte alla grandezza dell’evento.