Il rientro a scuola si conferma ogni anno un incubo finanziario per migliaia di famiglie italiane, e i dati recenti diffusi da Federconsumatori dipingono un quadro allarmante che il governo e il Ministro dell’Istruzione sembrano ignorare del tutto. Mentre il dibattito politico si concentra su temi ben lontani dai problemi quotidiani dei cittadini, come il finanziamento delle armi per la guerra in Ucraina, il caro-scuola sta diventando un vero e proprio attacco al diritto allo studio, un pilastro fondamentale della nostra Costituzione.
Secondo le stime di Federconsumatori, la spesa media per ogni studente supera i 1.200 euro, una cifra che molte famiglie, anche della cosiddetta classe media, non riescono più a sostenere. A Milano, la situazione è ancora più grave, con rincari che superano la media nazionale. L’Osservatorio di Federconsumatori ha rilevato un aumento del 7% per zaini e astucci e un incredibile +20,2% per i libri di testo delle classi prime delle scuole secondarie di primo grado rispetto al 2024. A questo si aggiungono le spese per il materiale hi-tech, ormai indispensabile, che arrivano a pesare per 450 euro a famiglia.
Un governo assente e indifferente
Il Governo, che si autodefinisce “per le famiglie”, dimostra una sorprendente mancanza di sensibilità e controllo su una questione così cruciale. Un esecutivo che non si preoccupa di assicurare che i costi della scuola dell’obbligo rimangano sostenibili per tutti i cittadini tradisce la sua stessa missione. L’inerzia del Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, è particolarmente preoccupante. Mentre i prezzi di libri, zaini e dispositivi digitali salgono in modo ingiustificato, il Ministero non sembra avere alcun piano per affrontare questa emergenza.
Il diritto allo studio non può essere un privilegio per chi ha le possibilità economiche. È un principio costituzionale che esige tutela e lungimiranza. Se non si interviene con misure concrete e strutturali, si rischia di creare una scuola a due velocità, dove solo i figli delle famiglie più agiate possono avere accesso a tutto ciò che serve per una formazione completa, lasciando indietro i ragazzi che non possono permettersi il materiale didattico necessario.
Misure necessarie per un futuro equo
Federconsumatori ha avanzato proposte concrete che dovrebbero essere considerate con urgenza: bonus progressivi, la distribuzione gratuita delle forniture scolastiche per le fasce di reddito più basse, e incentivi per l’acquisto di materiale rigenerato per promuovere l’economia circolare. Queste misure non sono solo una soluzione temporanea, ma rappresentano una strategia a lungo termine per garantire pari opportunità educative.
È tempo che il Governo si svegli e prenda atto della realtà. Il caro-scuola non è un problema secondario, ma una minaccia diretta alla giustizia sociale e al futuro dei nostri giovani. La scuola deve tornare a essere un luogo di crescita e opportunità per tutti, non un ostacolo finanziario insormontabile.
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