Proviamo ad analizzare la situazione da un punto di vista della Security
La «survey» di «security»(1), mirata a valutare la potenziale minaccia all’integrità del nostro paese costituita da di eserciti circostanti (ossia da guerra convenzionale), non può che rilevare un’assenza di rischio, a meno che non si voglia credere alla panzana di una Russia che vuole ingoiarsi il mondo intero. Pertanto, dato un livello standard di allertamento basato su una progressione di colori che passa dal verde al blu, al giallo, all’arancione e al rosso, per quanto attiene al rischio di guerra convenzionale, il livello di attenzione si situa sul blu (questione di tenere comunque almeno un occhio aperto).
(1) Per Survey s’intende una procedura di sorveglianza di situazione mirata a intercettare ogni minaccia e ogni connesso indizio di incremento del rischio per la sicurezza.
Per Security si intende la moderna attività conoscitiva che mira a identificare l’insorgere di una minaccia, valutarne la potenzialità, dedurne il rischio e conseguentemente adottare i provvedimenti adeguati a mitigarlo.
Minaccia e Rischio sono i due parametri che stanno alla base di quella moderna attività conoscitiva della sicurezza denominata appunto Security
La stessa Survey di Security mirata a valutare la minaccia di guerra non convenzionale o asimmetrica (2), proveniente dall’esterno, identifica invece un incrementato livello di rischio identificato nella minaccia del terrorismo di matrice jihadista; tale rischio, nella progressione di colori della scala security, merita essere situato sul giallo tendente all’arancione perché è il caso di stare veramente all’erta attesa la caratteristica di imprevedibilità e la consistente complicità della quale i gruppi jihadisti possono contare in seno alla nutrita quanto anarchica comunità islamista incistata da noi.
(1) Guerra non convenzionale: caratterizzata dalla condotta di UMO, ossia “Unconventional Military Operations» impiega reparti di Forze Speciali per la condotta di operazioni come sovversione, sabotaggio, spionaggio, guerriglia.
Guerra asimmetrica: situazione di conflitto armato tra due o più soggetti o gruppi, le cui rispettive forze militari differiscono in modo significativo.
Il discorso assume una differente connotazione quando la minaccia e il rischio coinvolgono direttamente quello che è il «fronte interno» (3).
(3) La locuzione «fronte interno» è stata utilizzata ai tempi della guerra del Vietnam per indicare non solo l’influenza dell’opinione pubblica ma anche quella degli apparati amministrativi e giudiziari di uno Stato a fronte di una crisi.
Nel nostro caso, ossia nel caso di un paese inserito in seno a una struttura sovranazionale come la UE, di «fronti interni» ce ne sono tre:
- il fronte interno vero e proprio, ossia gli apparati e l’opinione pubblica che agiscono tra le pareti di casa nostra.
- il fronte interno della comunità sovranazionale in cui siamo inseriti, ossia i giochi di potere (con ricadute security) che le alleanze orchestrano per ingerire sui nostri assetti interni.
- quel fronte interno nostrano di cui sopra, esposto alla ingerenza di fattori ideologici interni (ad esempio gli estremismi ideologici e l’insurrezionalismo anarchico) ed esterni sui quali vengono ad ingerire anche le alleanze di interessi ideologici, di potere e di business della comunità sovranazionale (la UE).
La survey di security indirizzata al fronte interno risulta così particolarmente difficoltosa, stante la presenza di altri due fronti in seno ai quali si inseriscono sottotraccia dinamiche ideologiche interne (ma anche ingerenze esterne) suscettibili di innescare spinte non solo disgregatrici ma anche simil-terroristiche e insurrezionaliste suscettibili, a loro volta, di creare un clima da pre-guerra civile.
Un esempio lo abbiamo in casa nostra dove il capo del più importante sindacato, improntato dal massimalismo ideologico post-comunista, in ottemperanza a un’ideologia politica, sociale, etica e morale autodichiaratasi giusta e vera, ha già chiamato alla rivolta sociale … Una chiamata marcatamente sovversiva subito sposata dall’opposizione di sinistra e tollerata dalla istituzione giudiziaria, suscettibile di accendere le frange più estreme della sinistra e dell’anarchia insurrezionalista.
In sostanza, una chiamata alle armi suscettibile di creare la stessa situazione di scontro ideologico che si verificò, in Italia, tra il 1919 e il 1922.
Anche perché, nel frattempo, una situazione di anarchia giudiziaria ha dato vita una realtà civica in cui tra il ladro, il derubato e la guardia, il primo non ci rimette quasi mai mentre il derubato e la guardia ci rimettono quasi sempre.
Giunti a questo punto la survey di security è entrata in palla perché gli indicatori di pericolo si susseguono:
- crescente ammassamento di giovani individui di sesso maschile frutto di una immigrazione incontrollata
- incremento di episodi violenti individuali, di gruppo e finanche generazionali
- sentimento crescente di insicurezza e paura da parte della popolazione autoctona (noi!)
- informazione alterata (sottostima del fenomeno)
- insorgenza di nuove malattie
- scompenso sociale ed economico
- alterazione del diritto
La situazione che viene a delinearsi è quella di imminenti scontri di piazza mirati a ricercare l’incidente suscettibile di incrementare la spiralizzazione della violenza; a fronte di tale situazione il livello di attenzione aderente alla realtà non può essere che quello dell’arancione tendente al rosso, ossia massima allerta perché ci troviamo in un contesto in cui è facile prevedere la saldatura tra gli estremismi insurrezionalisti nostrani con l’istanza islamista (suscettibile di favorire azioni jihadiste), con la comunità di emigrati illegali e con il fenomeno dei maranza (immigrati di seconda generazione), cosa destinata a fare danni seri anche perché, a quanto pare, in seno al fronte interno alla UE, vi sono gruppi di potere che hanno interesse ad alimentare questo stato di confusione.
Stante il contesto, un fattore di incremento del rischio da non sottovalutare risiede nella propensione allo «odium aeternum» che caratterizza le istanze dei gruppi antagonisti (ascrivibili alla sinistra italiana ed europea) e anarchici insurrezionalisti, tollerati quando non addirittura fomentati e strumentalizzati dalla sinistra parlamentare.
di Corrado Corradi
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