Abbiamo più volte denunciato da queste pagine lo sterminio in atto a Gaza, chiamandolo con il suo vero nome: GENOCIDIO.
Abbiamo anche sottolineato l’atteggiamento pavido e servile dell’intero Occidente nei confronti del governo israeliano, evidenziando quanto il governo Meloni e, in generale, il centrodestra italiano si siano distinti per sudditanza nei confronti di Tel Aviv.Quindi non possiamo che compiacerci delle manifestazioni pro-Palestina dello scorso fine settimana. Ma, se approfondiamo i dettagli, ecco che l’aspetto positivo si ferma al fatto che migliaia di persone sono scese in piazza contro la mattanza nella Striscia.
Prima considerazione: le manifestazioni, programmate dal centrosinistra, erano due. La prima si è tenuta il venerdì a Milano, organizzata da Azione, Italia Viva e quella parte del PD riunita attorno a “Sinistra per Israele”. Nel teatro in cui ha avuto luogo (forse per il timore di non riempire una piazza), di Gaza, in realtà, si è parlato poco. Certo, si è accennato alla necessità di un cessate il fuoco, ma il focus, si perdoni il bisticcio, era soprattutto sulla lotta all’antisemitismo – sull’uso scorretto di questo termine abbiamo già scritto qui – sugli orrori del 7 ottobre, sulla liberazione degli ostaggi, sul diritto di Israele a “difendersi”.
Insomma, siccome gli ormai quasi 60 mila morti accertati erano diventati difficili da ignorare, ecco che i centristi, finalmente, battono un colpo. Ma a favore di Israele. Un’altra fetta del PD, con AVS e M5S, ha manifestato a Roma sabato, con una partecipazione davvero nutrita. I vari capi partito si sono alternati sul palco, attaccando pesantemente sia il governo Netanyahu che quello Meloni, giustamente definito “complice”.
Condivisibili le parole di Bonelli, che ha chiesto sanzioni contro Israele e la fine delle forniture di armamenti allo Stato ebraico. Ha pure ricordato la visita di Salvini a Netanyahu, con l’orgoglio di farsi fotografare mentre stringeva la mano al boia israeliano. Benissimo, come non trovarsi d’accordo? Peccato che… il genocidio di Gaza sia cominciato l’8 ottobre 2023 e, da allora, sia andato avanti in modo totalmente indiscriminato, in violazione di ogni regola e del diritto internazionale. Sono circa 20 mesi di sangue, uno sterminio per bombe e per fame, che non ha risparmiato i bambini. Certo, va riconosciuto ad AVS di essersi espressa in modo deciso più volte in Parlamento contro Tel Aviv.
Altrettanto si potrebbe dire per i 5 Stelle, se non fosse che l’apice delle forniture militari italiane a Israele sia stato toccato proprio dal governo Conte 2. E, si sa, un conto è governare, un altro è stare all’opposizione… comunque AVS e M5S in Parlamento qualcosa sul dramma di Gaza lo hanno detto, distinguendosi dal disco rotto di troppi altri, non solo del centrodestra, che ripetono all’infinito il mantra di “Israele-avamposto-dell’Occidente-unica-democrazia-del-medio Oriente-terroristi-di Hamas-7ottobre-etc.”. Ma, sinceramente, è un po’ poco. 20 mesi di genocidio – così si chiama, anche se la cosa infastidisce tanto i sionisti di casa nostra! – avrebbero dovuto suscitare una reazione vigorosa molto prima. E infatti manifestazioni come quella di Roma se ne vedono in tutto il mondo già dalla fine del 2023!
Il fatto che il centrosinistra sia arrivato soltanto ora a tuonare contro Netanyahu lo rende complice tanto quanto il centrodestra.
Meglio tardi che mai? Sicuramente, ma i dubbi sulle tempistiche e sulle modalità sono più che legittimi. Certamente c’è una cospicua parte del centrosinistra appiattita su posizioni filoisraeliane. Ma la manifestazione di Roma è stata un’occasione per contarsi, per verificare nuove prospettive del cosiddetto “campo largo”.
È stata una manifestazione di parte, quando, in un paese normale, avrebbe dovuto esserci una manifestazione davvero di tutti, trasversale. Ma il centrodestra non poteva esserci per le già citate ragioni e il centrosinistra… poteva mancare di apporre il suo marchio di fabbrica? Giammai!
E non si parla della solita, irrinunciabile Bella Ciao, perenne colonna sonora di una sinistra a corto di argomenti. No. Il comizio si è concluso con un appello al voto referendario, dopo che Bersani si era anche fatto intervistare con tanto di cappellino con stampato uno slogan per il SI. Con buona pace del silenzio elettorale e, soprattutto, del rispetto per i morti ammazzati palestinesi.
D’altronde si poteva sprecare una così ghiotta occasione per tentare squallidamente di raccattare qualche voto in più? In fondo la piazza c’era, il palco pure…due piccioni con una fava, no?
Mi raccomando, elettori progressisti, andate tutti a votare. I bambini di Gaza non chiedono altro.
Raffaele Amato
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