di Matteo Castagna
Il rapporto Radar Swg del 19-25 maggio 2025 ci parla dell’andamento del conflitto, che continua a polarizzare il sentimento degli italiani: la vicinanza con il popolo palestinese cresce e, di pari passo, diminuisce la quota di coloro che si dichiarano solidali con la comunità israeliana.
Rispetto allo scorso settembre, il sentimento di vicinanza per i palestinesi cresce di 7 punti percentuali. Sono ancora molti, però, coloro che preferiscono non schierarsi. E anche questo è un dato da tener in considerazione. Sembra vi sia una sorta di timore a prendere posizione contro le politiche dello Stato ebraico, che inducono la gente a preferire di non rispondere.
Più della metà degli italiani chiede inoltre un intervento concreto da parte dell’Unione Europea, ovvero sanzioni economiche nei confronti di Israele. Questa posizione è condivisa trasversalmente, in tutto l’arco politico, anche se con differenti intensità: tra i più favorevoli, gli elettori di opposizione (79%).
Tra le soluzioni ipotizzate per porre fine al conflitto, emerge una netta preferenza per l’abbandono di Gaza da parte di Israele.
Le prospettive alle quali i rispondenti danno la precedenza sono principalmente due: o affidare il controllo di Gaza ad una forza di pace internazionale o dare la piena autorità ai palestinesi.
Se la prima è l’opzione preferita dagli elettori dei partiti di governo, la seconda invece è sostenuta principalmente dagli elettori dei partiti di opposizione. Buona parte del campione, tuttavia, non sa dare una risposta e in pochi condividono l’idea dell’evacuazione totale dei palestinesi da Gaza.
Emerge infine una critica nei confronti del mondo dell’informazione italiana. In generale, soltanto il 22% ritiene obiettiva la narrazione del conflitto, mentre è opinione prevalente che i media tendano a minimizzare le azioni dell’esercito israeliano.
Il sondaggio Swg è stato effettuato con metodo CAWI su un campione rappresentativo nazionale di 800 soggetti maggiorenni. tra il 21 e il 23 maggio.
La solidarietà per i palestinesi continua a crescere a fronte di un indebolimento del sentimento di vicinanza verso gli israeliani.
La prima domanda posta. In merito alla guerra in Medio Oriente, è stata: “personalmente, in questo momento lei a chi si sente più vicino?
38 hanno risposto che si sentono vicini alla comunità palestinese.
9 si sentono vicini alla comunità israeliana
Un deciso 21 non si sente vicino a nessuna delle due.
Di fronte alla domanda: “i paesi dell’Unione Europea dovrebbero imporre sanzioni economiche a Israele?”
Gli intervistati hanno risposto 57 sì contro solo 17 no e 26 non saprei.
A fronte della domanda: “per risolvere una volta per tutte il conflitto in atto tra israeliani e palestinesi, secondo lei…”
Gli italiani hanno risposto con pari percentuale di 30 che una forza internazionale esterna al conflitto dovrebbe prendere il controllo di Gaza garantendo la sicurezza della popolazione palestinese oppure Israele dovrebbe ritirarsi da Gaza lasciando il controllo ai palestinesi. Gli elettori dei partiti di governo preferirebbero la prima di queste due opzioni, mentre gli elettori delle sinistre preferirebbero la seconda. Un ampio 26 non saprebbe o non vuole rispondere.
Tra gli italiani prevale l’opinione che tra i media nazionali vi sia una reticenza a informare sulle reali conseguenze delle azioni degli israeliani a Gaza. Un’ampia maggioranza pari a 42 crede che l’informazione del Belpaese tenda a minimizzare l’azione delle forze israeliane a Gaza.
Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha esortato Israele a mostrare “clemenza” nella guerra di Gaza e ha insistito sul fatto che la pace gioverebbe allo stesso Stato ebraico, per poi ricordare che “è davvero sbagliato” trasformare la mancanza di cibo e di forniture mediche in armi”.
“La clemenza è una virtù amabilissima, che si oppone alla crudeltà, vizio che tutti aborriscono. Ora, la clemenza consiste in ciò: diminuire le pene, dimenticare le ingiurie, rifuggire totalmente la vendetta. Si tratta di una virtù propria di Dio, Primo di tutti i re e, perciò, assai onorifica per i grandi della Terra. Quando egli al posto di vendicarsi, usa clemenza, gli viene riconosciuto di esser simile a Dio. Così parla re Ezechia nelle sue lettere ai popoli, quando li esorta a pentirsi: “il Signore vostro Dio è clemente e misericordioso e non distoglierà lo sguardo da voi, se voi farete ritorno a lui”. (San Roberto Bellarmino, 1542-1621, gesuita, Dottore della Chiesa, su “Il Cronache” 30,9)
Il filosofo e scrittore francese Francois de La Rochefoucauld (1613-1680) scriveva: “Ognuno di noi perdona in proporzione alla capacità di amare”. E’ un aneddoto importante perché interroga il nostro animo: se non sono capace di perdonare e di avere clemenza, cosa c’è realmente nel mio cuore?