I RIGURGITI DEMOCRATICI E I RUTTI DI TAJANI
Ormai è un copione visto e rivisto mille volte, una sceneggiata immancabile, penosa, scontata e, francamente, anche molto infantile. Quando, in qualche nazione del mondo, in particolare dell’Occidente e ancor di più dell’Europa, alle elezioni vince o cresce significativamente un partito dell’area nazional- patriottica, si scatena il coro del pensiero unico.
Politici, giornalisti, commentatori e paladini del conformismo di varia estrazione, sollevano il sopracciglio, e si dichiarano “preoccupati”. Il partito origine di tanta inquietudine viene puntualmente etichettato come “di estrema destra”, “xenofobo”, “razzista”, “populista” e tutti gli altri epiteti – pochi, per la verità, perché la fantasia latita – consueti dell’armamentario politicamente corretto.
Il cordone sanitario
Lanciati gli strali contro l’angosciante avanzata nera, ecco che spunta subito fuori qualche disagiato che invoca “il cordone sanitario” – altro termine trito e ritrito – da innalzare intorno al nuovo “pericolo per la democrazia”. A quel punto si crea rapidamente un’accozzaglia di partiti, che nulla hanno in comune se non la disperazione, per tenere fuori le nuove “camicie brune” dal governo.
Un cliché che ormai i cittadini hanno imparato a riconoscere. Lo abbiamo visto dopo i vari successi del Front National – poi Rassemblement National – in Francia, di Alternative für Deutschland in Germania, di Orban in Ungheria, fino alla vittoria dell’FPO nelle elezioni austriache di pochi giorni fa.
Stavolta ha dato letteralmente spettacolo il Ministro degli Esteri Tajani, che, incredibilmente, è riuscito a rimanere serio mentre dichiarava: “Credo che in Austria serva una forma di governo a guida popolare che escluda il Partito delle libertà. Le battaglie politiche si vincono sempre al centro per impedire che gli estremisti di destra e sinistra facciano danni. Ogni rigurgito neonazista va respinto”.
Rigurgito della banalità
“Rigurgito neonazista” è l’apoteosi della banalità, una formula rozza e immancabile in ogni dichiarazione tipica di chi non sa o non vuole analizzare i fatti e si aggrappa agli slogan per demonizzare chi canta fuori dal coro. Indubbiamente le crescenti rotondità addominali del ministro rimandano ad una sua certa familiarità con la buona tavola e conseguenti rigurgiti, ma questa sua dichiarazione somiglia molto di più ad un rutto plateale.
Anzi, dato che Tajani è in buona compagnia – da Sansonetti che lo esalta dalla prima pagina de L’Unità a Giannini, che su Repubblica con grande rispetto per gli elettori austriaci parla addirittura di “feccia nera” e di “piccolo Hitler d’Austria”, e a tanti altri indignati che è superfluo elencare – sembra di assistere a quelle gare di rutti che fanno i ragazzini, in cui vince chi lo fa più rumoroso o più prolungato.
Va pure segnalata la caduta di stile da parte di un ministro che si permette di dire cosa si dovrebbe fare in un altro Stato sovrano. Con noi ci provò, all’indomani della vittoria elettorale della Meloni, il ministro francese Laurence Boone, che ebbe a dire:” Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo sul rispetto dei diritti e delle libertà…saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto”, finendo per essere giustamente redarguita prima da Mattarella e poi dallo stesso Macron.
Tajani l’imperatore
Ma chi crede di essere Tajani? Il nuovo imperatore d’Austria? Pensi piuttosto alla nostra vergognosa politica estera, pensi al fatto che non siamo stati in grado di esprimere una sola parola di condanna verso il genocidio palestinese e, anzi, continuiamo ad armare Israele! Pensi all’atteggiamento ignavo della nostra rappresentanza all’ONU che si è astenuta nella votazione per far cessare l’occupazione di Gaza! Pensi alle sue tremebonde dichiarazioni a proposito del nostro contingente UNIFIL, costretto a rifugiarsi nei bunker:” Abbiamo avuto garanzia che Israele presterà grande attenzione ai nostri militari…La presenza dei nostri militari è un elemento di garanzia che speriamo possa indurre le parti a una de-escalation”.
Pensi a queste cose gravissime, ad una politica estera completamente asservita ai padroni statunitensi, incapace di produrre un sussulto di dignità. Una politica estera di penoso vassallaggio che ha purtroppo radici antiche e disonora l’Italia! Pensi a questo, Tajani e la pianti di ruttare contro l’Austria dove, semmai, c’è stato un rigurgito di democrazia. Il popolo austriaco ha scelto, se ne facciano una ragione Tajani e compagnia ruttante.
Raffaele Amato
Il 2diPicche lo puoi raggiungere
Attraverso la Community WhatsApp per commentare le notizie del giorno:
Unendoti al canale WhatsApp per non perdere neanche un articolo:
Preferisci Telegram? Nessun problema: