La tragica morte di Cecilia De Astis, travolta e uccisa a Milano da quattro ragazzini rom alla guida di un’auto rubata, non è un incidente, ma il drammatico epilogo di una situazione che le istituzioni hanno ignorato per troppo tempo. Non si può parlare di integrazione o convivenza pacifica quando l’illegalità e il degrado sono la normalità. Non sono servite a nulla le telecamere, i ponti dissuasori e le false promesse. La realtà è che i campi rom sono e rimangono isole di illegalità, dove i minori non vanno a scuola e sono esposti a un ambiente criminogeno.
Se ne è accorto perfino un radical chic come Carlo Calenda che, con una dichiarazione pubblica inaspettata dai suoi stessi alleati ha osato affermare quello che da tempo a destra si dice e si pensa:
“I campi rom vanno sgomberati tutti perché sono isole di illegalità dove si tollerano, senza alcuna ragione, fatti gravissimi“.
“Quindi non è una questione di destra o di sinistra. Quello che è accaduto a Milano è il frutto di un’illegalità diffusa“.
Sulla ricollocazione delle persone che occupano questi spazi il leader di Azione ha le idee chiare: “Si trovano una casa, si trovano un lavoro e mandano i figli a scuola. Se non riescono a pagarsi la casa, entrano nelle graduatorie come tutti gli altri, se non vogliono, se vogliono continuare a fare quella vita, che è una vita che li pone fuori dalla legge, la fanno fuori dall’Italia“.
A questo punto è evidente che le soluzioni proposte finora siano solo palliativi. La sinistra minimizza, e la destra, con i suoi annunci tracotanti, cura i sintomi senza mai agire sulla radice del problema.
I bambini rom vanno recuperati, non lasciati ai genitori
La legge c’è, e va applicata subito. I quattro minori, di età compresa tra gli 11 e i 13 anni, hanno commesso un reato gravissimo. È inaccettabile che, dopo aver causato la morte di una donna, vengano riaffidati alle loro famiglie. In base agli articoli 330 e 403 del codice civile, quando un ambiente familiare è palesemente dannoso per la crescita di un minore, è dovere dello Stato intervenire.
Questi bambini non frequentano la scuola, vivono in un contesto di microcriminalità e non conoscono una vita sociale normale. Per questo motivo, devono essere inseriti immediatamente in una comunità protetta, dove possano essere recuperati e allontanati da un destino di illegalità. È una questione di tutela del minore, come ha giustamente sottolineato il leader di Azione, Carlo Calenda, le cui parole, pur provenendo da un’area politica lontana dalla nostra, sintetizzano perfettamente il nostro pensiero: “I bambini spesso non vanno a scuola, sono sporchi, abusati, usati per chiedere denaro. Quello che è accaduto a Milano è il frutto di un’illegalità diffusa”.
I genitori? espulsione immediata dall’Italia
Il fallimento educativo dei genitori è evidente. Se sono stranieri, devono essere espulsi dall’Italia, dopo aver verificato che non abbiano commesso altri reati.
Ai cittadini servono delle città liberate dai campi rom, abusivi e non. Non deve esserci alcuna distinzione, tutti vanno demoliti. Le condizioni di vita dei campi non sono degne di una civiltà, di nessuna civiltà. Non è possibile alcuna integrazione con chi non vuole essere integrato. E lo Stato deve garantire regole e opportunità uguali per tutti.
Chi non si adegua può seguire il consiglio di Carlo Calenda andare altrove a vivere fuori dalla Legge.
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