Alle votazioni per il ReArm Europe il PD si è espresso a favore del piano della Von der Leyen. Però poi la Schlein ha inviato una delegazione del partito, guidata da Boccia, alla manifestazione del movimento 5 Stelle del 5 aprile contro il riarmo. Il 6 aprile a Bologna è andata in scena la seconda puntata delle piazze pro-UE lanciate da Michele Serra. In un tripudio di bandiere blustellate, nella piccola piazza Nettuno, forse utilizzata perché bastano pochi partecipanti per riempirla, spiccava un lungo striscione arcobaleno della pace.
Il trionfo dell’ossimoro
Quindi la manifestazione era a favore della UE, la stessa UE i cui vertici in tre anni non sono mai stati nemmeno sfiorati dall’idea di una soluzione diplomatica al conflitto ucraino, quei vertici che ora stanno facendo di tutto per ostacolare le trattative tra Trump e Putin e che si apprestano a fare 800 miliardi di debito per armare in teoria i 27 Stati dell’Unione ma, in pratica, soprattutto la Germania. Ma era anche una manifestazione per la pace. Un vero trionfo dell’ossimoro.
Ora, per descrivere questa situazione surreale, non è il caso di scomodare paragoni con cose serie come la mitologia romana e il dio Giano bifronte. Più calzante è una vecchia parodia di Walter Veltroni eseguita da uno strepitoso Maurizio Crozza all’indomani della fondazione del PD, di cui Veltroni è stato il primo segretario. Ne citiamo alcuni passi che ben richiamano il cerchiobottismo del PD visto sul tema riarmo UE/pace: “Stiamo con i giovani precari, MA ANCHE con gli imprenditori che li sfruttano … certo”. “Pacatamente credo oggi sta nascendo un progetto grande che definiamo Partito Democratico ma che io definirei un partito Ma Anchista italiano, un’idea nuova, certo. Ma Anche un’idea vecchia“. (Crozza Italia Live 2008)
Il PD si arrampica sugli specchi
È pur vero che, secondo un’abusata definizione, la politica è l’arte del possibile. Ma il tentativo del PD di mettere insieme idee completamente opposte assomiglia più ad una disperata arrampicata sugli specchi.
Con un maxischermo in Piazza Nettuno è stato trasmesso anche il saluto di Romano Prodi, quello che diceva che: “Con l’euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se lavorassimo un giorno in più”. Ecco alcune perle del suo messaggio:” Quella che era definita la più grande democrazia del pianeta non è più una democrazia”.
Quindi: siccome governa Trump, che non piace al PD, gli 80 milioni di voti presi da The Donald non bastano più a qualificare gli USA come democratici… e ancora: ”Solo noi europei abbiamo ancora il senso, difficile ma forte, della democrazia”. Per cui non solo gli Stati Uniti anche gli incolpevoli Canada, Giappone, Australia, Brasile e tanti altri paesi extra-europei, di cui anche alcuni con governi graditi al PD, sono stati catapultati dal Professore in pochi secondi nel limbo delle “non democrazie”, dei paesi evidentemente arretrati in quanto privi di quel senso “difficile ma forte”.
Il manifesto di Ventotene
Il messaggio di saluto si è concluso con uno scontato richiamo al Manifesto di Ventotene, non senza un discreto coraggio, considerato che i suoi inquietanti contenuti sono stati finalmente oggetto di pubblico dibattito negli ultimi giorni. Per Prodi lo spirito di Ventotene sarebbe stato quello di “capire il futuro”.
Ed in effetti la UE con quel manifesto condivide il disprezzo per la volontà popolare, che deve essere governata e indirizzata dalle élites. Rimane ignoto quali debbano essere queste élites. Come del tutto ignoti, per il momento, sono i finanziamenti alla manifestazione, su cui il sindaco Lepore mantiene il più assoluto riserbo.
Dopo lo scandalo del contributo di 270 mila euro stanziati dal Comune di Roma per la prima manifestazione pro-UE, il sindaco di Bologna si è affrettato a dichiarare che, per quella di Bologna, sarebbero stati trovati degli sponsor. Quali non è dato di sapere.
Il liberale illiberale
È partito così un esposto alla Corte dei Conti. Lepore ha commentato:” Vedo invece troppi esposti, troppe denunce. Questo un po’ mi preoccupa perché una sana democrazia liberale ascolta quello che viene dalle piazze”. E allora si vede che ci tiene molto a dichiararsi illiberale, considerate le sue reazioni alla manifestazione dei patrioti a Bologna lo scorso 9 novembre.
Insomma, niente di nuovo. La consueta spocchia di quelli che si credono superiori, unici depositari della verità, con la certezza inscalfibile di stare dalla parte giusta. Chi la pensa diversamente è un reietto da emarginare. È sempre la solita minestra, stavolta nel piatto blustellato. È questa l’Europa a cui dovremmo rassegnarci? Riprendendo la gag di Crozza-Veltroni: Ma Anche… no!
Raffaele Amato
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