L’Islam porta con sé un messaggio spirituale, identificabile nel corano, che si espande secondo una prassi missionaria guerriera; tale prassi, originaria, porta l’Islam a trasformarsi facilmente in islamismo (1) e il musulmano (2) a farsi islamista.
- il suffisso sta ad indicare la militanza religiosa attiva
- musulmano, tradotto letteralmente significa «colui che si sottomette a Dio»
L’Islam è una religione abramitica la cui concezione di Dio è molto simile a quella che ne ha l’ebraismo ma, a differenza dell’ebraismo, che il proprio Dio lo tiene per sé escludendo gli altri (considerati dalla parte più integralista dell’ebraismo solo degli «animali parlanti»), l’islam vuole espandere la fede nel proprio Dio a tutto l’orbe, anche «bi a’ssiif», ossia anche con la spada.
Un po’ di storia giusto per capirci
Ciò ha permesso a una confederazione di tribù di beduini (absit iniuria verbis) di espandere, nell’arco di poco meno di un secolo, il proprio credo e il proprio dominio dalla penisola araba ormai islamica fino al Maghreb e da lì alla Spagna. Tanto valga per dare una idea della potenza della volontà espansionistica mussulmana che ha travolto non solo eserciti ma anche una spiritualità che a quei tempi era consolidata e difesa da incrollabili certezze di fede.
Da quel periodo ai nostri giorni sono passati circa 14 secoli e quella spinta, dopo la battaglia di Lepanto (1571), è andata esaurendosi per spegnersi quasi completamente verso la fine del XVIII (quando ancora nel Mediterraneo, dai porti di Algeri e Tunisi partivano legni della pirateria moresca che faceva capo alla islamica Sublime Porta di Istanbul).
Dopo la I Guerra Mondiale
Conclusasi quella spinta tutto sembrava rientrato nella norma di un sano equilibrio tra spiritualità antitetiche, anche grazie alla buona volontà dei popoli arabi i quali, dopo la Prima Guerra Mondiale (che ha indotto Lawrence d’Arabia a proclamare la sua vergogna per come erano state disattese le promesse fatte agli arabi) han tentato di dare vita a una loro identità politica: il Ba’athismo (3), suscettibile di salvare le capre del mondo occidentale e i cavoli del mondo arabo (in seno al quale a quei tempi non imperversava ancora l’islamismo)
- Movimento pan-arabo della Grande Nazione Araba (per costituzione laica ma non atea).
Ma il Ba’athismo, avversato dalle nazioni del consesso occidentale e dalle nazioni del mondo arabo-islamico più tetragono, è miseramente fallito, cosa che ha indotto i popoli arabi a ricercare nella loro originaria spiritualità il proprio fattore identitario, ed è in questo contesto che si inserisce in maniera ficcante la Fratellanza Musulmana che ha alimentato l’islamismo attivo, il quale, coagulando tutte le frustrazioni patite a causa della dabbenaggine delle potenze coloniali (le quali se da una parte proclamavano la liberté e l’égalité, dall’altra praticavano il razzismo positivista), ha avuto buon gioco ad estendersi per giungere ed esplodere ai giorni nostri – pure in casa nostra – a causa della quasi totale assenza di quella spiritualità suscettibile di flemmatizzarne la spinta religiosa: il cattolicesimo di Santa Romana Chiesa, che il Concilio Vaticano II ha sostanzialmente diluito nell’irenismo.
Le cause
Una spiritualità cattolica annacquata (quella appunto scaturita dal Vaticano II), un laicismo esasperato e marcatamente anti-cristiano, e il continuo bidet che almeno dagli anni ’60 del secolo scorso facciamo alla nostra coscienza per le crociate, lo schiavismo, il colonialismo e altri argomenti strumentali a far apparire i cristiani come i peggior fetenti di questo mondo, hanno dato la stura al revanscismo arabo ormai totalmente permeato dall’islam.
A ciò si aggiunga l’esito scontato del paragone che i popoli arabi fanno tra la loro solida morigeratezza e la nostra sempre più evidente decadenza morale, e il gioco è fatto: ogni musulmano è convinto della superiorità morale della propria religione e che l’islam è destinato a soppiantare le altre religioni, caratterizzate da bassezza morale.
Fa specie constatare che non sono poche le persone di destra che aderiscono alle sirene di una religione semplice, austera e disciplinata come l’Islam. Fa male perché indica una profonda crisi della nostra spiritualità, e una altrettanto profonda crisi della nostra civiltà.
Cosa è andato storto? A partire dalla cosiddetta “riforma protestante”, tutto!
Il primo scrollone è avvenuto proprio in quel XVI secolo (1517), il secondo si è verificato nel 1789 con la “rivoluzione francese”, e poi dal risorgimento italiano fino alla rivoluzione del 1968 (rivoluzione culturale americana generata da un gruppo di professori, tra i quali Herbert Marcuse legato alla CIA da sempre interessata alla sobillazione dei popoli), passando per il già citato Concilio Vaticano II ed il relativo e mitizzato spirito rivoluzionario che ha prodotto devastanti danni sul piano liturgico e pastorale) è stato una serie continua di scrolloni che hanno consegnato la nostra civiltà, una volta chiamata «Christianitas», prima alle eresie, poi alle forze disgregatrici della dissoluzione laicista (massoneria e sue estensioni).
Non saprei dire se abbiamo toccato il fondo ma, di sicuro, dopo la morte di Giovanni Paolo II e dopo l’abdicazione di Benedetto XVI siamo scesi di un’altra tacca.
Speriamo che la discesa si sia fermata e che Santa Romana Chiesa risorga in tutto il suo splendore di ricchezza spirituale e morale, perché solo lei può salvarci dal finire soggiogati da una religione che non è nostra. È in fondo anche l’auspicio dei musulmani di buona fede, i quali hanno in uggia l’islamismo della Fratellanza Musulmana e mal digeriscono chi abbraccia l’Islam con poca convinzione.
Facciamoci rispettare
Ai miei amici musulmani, in materia di fede non va proprio a genio l’ignavo discorsetto del «guardiamo più a quel che ci unisce che a quel che ci divide»… e dovrebbe essere così anche per noi se «vogliam campar d’esto loco selvaggio» (1) dove la «lonza leggiera e presta molto» che spaventava Dante perché «molti sono gli animai a cui s’ammoglia e più saranno ancor finché ‘l Veltro verrà e la farà morir con doglia», dovrebbe spaventare anche noi e indurci a evitare la moderna tentazione dell’irenismo.
Organizziamoci in modo da evitare di pestarci i piedi l’un l’altro, ma soprattutto facciamo capire che non siamo intenzionati a farceli pestare. È il primo passo per andare d’accordo con gli amici musulmani come andavamo d’accordo durante la breve parentesi tra la Prima Guerra Mondiale e la fine della Seconda (che, tra l’altro, ha sancito la nascita dello stato di Israele), e fino al 1980, quando con l’uccisione del Presidente Egiziano Sadat, è stata definitivamente sepolta l’idea della Grande Nazione Araba, per costituzione «laica ma non atea».
di Corrado Corradi
(1) parafrasi del canto primo dell’Inferno Dantesco
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