Lo scorso 12 Settembre si è tenuta a San Pietroburgo il primo incontro della Lega Sovranista. Un forum per radunare sotto un unica bandiera i movimenti radicali europei. Potete seguire le vicende delle realtà aderenti al nascente network europeo su telegram.
La dichiarazione di intenti, firmata da tutte le delegazioni presenti è la seguente:
Dichiarazione della Lega Internazionale dei Sovranisti
Noi, rappresentanti di associazioni pubbliche e altre organizzazioni senza scopo di lucro che difendono i valori tradizionali e cristiani, riuniti a San Pietroburgo il 12 settembre 2025, sulla base della nostra comprensione dell’importanza della fede cristiana e dei valori tradizionali per i nostri paesi, partendo dal fatto che le persone devono lottare per il loro diritto a vivere e lavorare liberamente sulla loro terra, lottare per la prosperità della loro nazione, per il trionfo della fede cristiana in tutto il mondo, tenendo conto della necessità di un’opposizione organizzata all’agenda misantropica, transumanista, LGBT, satanica imposta dalle strutture liberali globaliste sovranazionali, rendendoci conto della vulnerabilità della posizione delle singole organizzazioni nazionaliste nei loro paesi, dove le élite globaliste hanno preso il potere, abbiamo adottato questa Dichiarazione in cui decidiamo:
Articolo 1. Siamo organizzazioni con idee affini, organizzazioni fraterne. Siamo uniti da un unico obiettivo: combattere il globalismo, proteggere i valori tradizionali e la fede cristiana.
Articolo 2. Stiamo procedendo verso il nostro obiettivo insieme, in stretta collaborazione. I problemi di un’organizzazione sono i problemi di tutti e vengono risolti da tutti insieme come problemi personali.
Articolo 3. Ci siamo uniti per dare a ciascuna delle organizzazioni che fanno parte della Lega autorità e influenza nel proprio Paese e sulla scena internazionale.
Articolo 4. Ci siamo uniti per condividere le tecnologie politiche e mediatiche disponibili, l’esperienza di auto-organizzazione, pianificazione e svolgimento di azioni.
Articolo 5. Ci siamo uniti per coordinare le nostre attività su scala globale. Questo ci permetterà di dare al nostro lavoro maggiore risonanza politica e pubblica. Coordinando i tempi e i contenuti delle azioni, saremo in grado di evitare l’opposizione dei globalisti.
Articolo 6. Ci siamo uniti per fornirci reciprocamente assistenza amministrativa, legale e materiale: stiamo raccogliendo fondi insieme per pagare i servizi degli avvocati per i nostri fratelli che sono stati perseguiti, per accogliere coloro che sono nel bisogno sul nostro territorio.
Articolo 7. Ci siamo uniti per fornire sostegno politico ai nostri fratelli all’estero organizzando azioni pubbliche di massa nei nostri Paesi, esercitando pressioni sui nostri governi per incoraggiarli ad adottare misure diplomatiche che siano vantaggiose per noi.
Presente la delegazione italiana della Rete
Per l’Italia era presente una delegazione de La Rete dei Patrioti.
Pubblichiamo integralmente il discorso di Filippo Deidda, rappresentante della Rete dei Patrioti e già nostro autore su questa testata.
Oggi stiamo tenendo una conferenza contro il globalismo, qui, in Russia.
Data questa circostanza non posso che pensare ad un autore russo, Vladimir Solovyev, che con spirito profetico, circa 150 anni fa, scrisse il Racconto dell’Anticristo, dove descriveva un modo decisamente simile a quello che vediamo oggi, in atto soprattutto nelle nazioni di quello che genericamente si definisce “l’Occidente”.
Solovyev descriveva un mondo, sorto dopo l’immane catastrofe di una grande guerra mondiale, dominato dal desiderio di progresso, pace e libertà. Un mondo che tuttavia concepisce questi nobili scopi come realizzabili a prescindere da ogni connotazione spirituale in generale e cristiana in particolare.
L’Anticristo si presenta come una sorta di pseudosalvatore e benefattore dell’umanità, pacifista, vegetariano, cultore dei diritti, segretamente enormemente superbo ed egoista, alla fine si scontra con un pugno di cristiani che ostinatamente, in maniera fanatica agli occhi del mondo, non si piegano al suo dominio, continuando a professare la fede nel Cristo, il Figlio del Dio Vivente.
La profondità di Solovyev come spirito russo e autore russo, congiuntamente al grande ruolo che oggi la Russia svolge sullo scenario mondiale, non può che portare anche ad una riflessione circa altre sue opere quali “La Russia e la Chiesa Universale” e “L’Idea Russa”.
Queste opere in cui Solovyev si interroga su quale sia la ragion d’essere della Russia, , quale la sua missione nazionale, quale il suo ruolo nel disegno della Provvidenza, che è l’unico ad essere di vero
La risposta sta nella profonda fede del popolo russo, più profonda delle polemiche ecclesiastiche che Solovyev depreca fortemente, auspicando una riconciliazione nella cristianità tra Oriente e Occidente, in nome della sola vera universalità della Chiesa, la quale non può esistere pienamente solo nei confini ristretti di una, per quanto ampia e profonda, esistenza nazionale; chi avrebbe d’altra parte potuto immaginare una separazione tra Sant’Andrea e suo fratello Pietro?
Solovyev riflette specificamente sulla devozione tipicamente russa alla Santa Sofia, la Saggezza sostanziale di Dio, nella pienezza della sua rivelazione e incarnazione al mondo.
Riflettendo sul fatto che l’uomo è pienamente uomo mai come individuo ma nella triade uomo-donna-società, laddove la donna è il complemento necessario dell’uomo e la società l’ambito essenziale di sviluppo della sua manifestazione totale, vede la manifestazione della Sofia Divina, nell’unione divino-umana totale data dalla triade Cristo-Maria-Chiesa.
Dice il filosofo: « La vérité chrétienne, sous cet aspect définitif — l’incarnation totale et concrète de la Divinité — a particulièrement attiré l’âme religieuse du peuple russe, dès les premiers temps de sa conversion au christianisme. En dédiant ses plus anciens temples à sainte Sophie, la Sagesse substantielle de Dieu, il a donné à cette idée une expression nouvelle inconnue aux Grecs (qui identifiaient la Σοφία avec le Λόγος). (…) le peuple russe a connu et aimé, sous le nom de sainte Sophie, l’incarnation sociale de la Divinité dans l’Église Universelle. — C’est à cette idée, révélée au sentiment religieux de nos ancêtres, — à cette idée vraiment nationale et absolument universelle qu’il nous faut maintenant donner une expression rationnelle. Il s’agit de formuler la Parole vivante que l’ancienne Russie a conçue et que la Russie nouvelle doit dire au monde»[1]
Vi è forse invece nulla di più contrario a tutto ciò rispetto a quanto viene condotto in Occidente, dove si nega la bellezza della creazione divina e l’unione divino-umana propria del cristianesimo, negandone la natura creata come manifestazione della Saggezza divina, negando la distinzione tra uomo e donna, ridotti a generi, e negando il legame tra uomo e società, ridotta a regno globale di atomi individuali?
Per concludere, quindi, credo che sia realmente per questo che siamo qui, tutti insieme, affinchè ognuno nelle nostre realtà, per quanto forse pochi e inadeguati (parlo qui ovviamente per conto della mia comunità italiana della Rete dei Patrioti, che rappresenta appena una manciata di uomini privi di mezzi e d’influenza), si possano affermare degli atti di testimonianza e di resistenza all’edificazione del regno dell’Anticristo, in particolare tramite la riproposizione della Parola Vivente, concepita dall’antica Russia e che oggi la Russia deve tornare a dire al mondo.
Non Praevalebunt
[1] La verità cristiana, in questo suo aspetto definitivo — l’incarnazione totale e concreta della Divinità — ha particolarmente attratto l’anima religiosa del popolo russo fin dai primi tempi della sua conversione al cristianesimo. Dedicando i suoi templi più antichi a santa Sofia, la Sapienza sostanziale di Dio, esso ha dato a questa idea un’espressione nuova, sconosciuta ai Greci (che identificavano la Σοφία con il Λόγος). (…) Il popolo russo ha conosciuto e amato, sotto il nome di santa Sofia, l’incarnazione sociale della Divinità nella Chiesa Universale. — È a questa idea, rivelata al sentimento religioso dei nostri antenati — a questa idea veramente nazionale e assolutamente universale — che dobbiamo ora dare un’espressione razionale. Si tratta di formulare la Parola vivente che la Russia antica ha concepito e che la nuova Russia deve dire al mondo.
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