Meloni: i femminicidi e i numeri che non piacciono a sinistra
Per quanto il governo Meloni sia criticabile sotto molti punti di vista, a cominciare dall’impronta economicamente liberista che la rende più vicina all’antifascismo, bisogna rendere atto alla presidente del Consiglio per aver avuto il coraggio di dire ciò che gli altri non dicono: gli immigrati commettono più reati degli Italiani.
Sicuramente non a livello numerico, ma attraverso un semplice calcolo delle proporzioni. In particolare, proprio nella giornata contro la violenza sulle donne (che peraltro è ancora più sentita per i casi di cronaca giudiziaria purtroppo noti), si sottolinea come il crimine stupro trovi un’incidenza percentuale maggiore proprio tra i “nuovi italiani”.
Se per i bianchi ci si inventa un patriarcato persino nei fondi di caffè, si ignora volutamente il patriarcato (termine di cui per rendere meglio l’idea ci permettiamo di abusare anche noi) importato, quello che tiene le donne segregate in casa coperte da veli sulla testa o su tutto il viso.
Se la semplice maleducazione di un cafone bianco viene accostata e collegata al cosiddetto femminicidio, gli stupri e gli omicidi di donne da parte di stranieri vengono sminuiti o quasi giustificati col fatto che “anche gli italiani lo fanno”.
Ed anzi, proprio perché lo fanno molti, troppi italiani, non possiamo permetterci di importarne altri, perché i crimini di italiani e stranieri si sommano, non si elidono per soddisfare l’ideologia cosmopolita e antifascista, quella ormai legata anche al para-femminismo fanatico che incolpa il maschio bianco di ogni nefandezza ma assolve tutto il resto.
Lorenzo Gentile
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