Le petit empereur de France et ses folies* – Il 14 marzo è andata in onda l’intervista rilasciata da Macron ai canali televisivi francesi Tf1 e France 2, dove il giovane presidente francese ha fatto mostra di sé, ribadendo senza timori la sua posizione in merito al conflitto russo-ucraino e proseguendo così nel suo crescendo di affermazioni sotterranee, che formalmente esprimono un’intenzione ma velatamente ne celano un’altra, mettendo in pratica la finissima arte della simulazione e della dissimulazione.
L’ondivago Macron
Il giovane presidente francese ha detto che la Francia non ha intenzione di prendere l’iniziativa di intensificare il conflitto sul territorio dell’Ucraina, tuttavia, pochi giorni fa ha espresso la possibilità dell’invio di truppe NATO in territorio ucraino. Andiamo avanti.
Sempre lui, Macron, ha affermato che la Francia non è in guerra con la Russia ma l’Occidente non deve lasciarla vincere perché, se la Russia dovesse vincere questa guerra, la fiducia nell’Europa sarebbe ridotta a zero.
Dunque, come si dovrebbe porre questo Occidente nei confronti della Russia affinché quest’ultima non prevalga? Andiamo avanti.
Infine, sbilanciandosi sull’eventualità di una vittoria di Putin, ha anche affermato che in questa prospettiva si azzererebbe lo status di sicurezza in cui vive l’Europa, e ciò che accadrebbe in Ucraina toccherebbe anche gli interessi vitali della Francia.
E quelli dell’Europa non sarebbero toccati?
Macron ci vuole tutti al fronte?
Ascoltando e leggendo questa breve carrellata di uscite poco rassicuranti, che rischiano di condurre l’intera Europa sul baratro di un conflitto, anche se non accadrà nulla di tutto ciò fino a quando non interverranno gli Stati Uniti con il loro potere decisionale, per smorzare la tensione mi viene in mente il personaggio del giovane e arrogante imperatore Kuzco, il protagonista del cartone animato firmato Walt Disney Le follie dell’imperatore!
Macron è come Kuzco, un petit empereur in preda al panico che si lascia trasportare da un’evidente mania di protagonismo, tentando ripetutamente di rubare la scena ai suoi omologhi europei.
Probabilmente, questo atteggiamento smanioso di primeggiare è il tentativo delirante di chi è conscio della bassa popolarità di cui gode in Francia, visti gli ultimi sondaggi in merito alle intenzioni di voto dei francesi per le prossime elezioni europee che si terranno a giugno, che danno in testa il Rassemblement National di Marie Le Pen.
Il trucchetto
Ed ecco allora che Emmanuel si dimena, scalpita e tenta il tutto per tutto ergendosi a leader guerrafondaio a favore della causa ucraina, nella speranza che, facendo leva sull’interesse e la compassione che gli europei hanno mostrato per quel popolo in questi due anni, gli europei si mettano a marcher avec l’empereur!
Oppure, ancora più disperatamente, quello macroniano è l’ultimo tentativo di un presidente consapevole che non verrà riconfermato nel suo ruolo e approfitta dei suoi poteri e delle circostanze storiche sfruttando le acque impetuose del caso per ergersi a capetto impettito, un rodomonte spaccamontagne di boiardesca e ariostesca memoria.
Qualcuno crede davvero che decidiamo noi?
Senza dimenticare, però, che il presidente Macron brandeggia una clava vuota, innocua, poiché l’Europa non potrà mai prendere una decisione propria in politica estera senza il consenso del padrone americano, il gendarme planetario che tutto detta e tutto decide.
E se qualora l’Europa riuscisse a svincolarsi da questa soffocante dipendenza, non sarebbe in grado di prendere in mano nessun’arma dopo decenni di politiche e di cultura ultrapacifiste, che hanno affievolito e intorpidito gli europei, i quali sono stati cullati nella grande illusione, nonché presunzione di poter dettare, o perlomeno influenzare le politiche degli altri stati con il suo antimilitarismo.
Qui non si vuole esaltare la guerra, ma far notare che l’intera l’Europa, qualora dovesse entrare in un conflitto aperto, sarebbe indietro di lustri rispetto ad altri attori politici e il confronto potrebbe risultare per lei svantaggioso, poiché dall’altra parte, dietro quella porta, c’è sempre qualcuno pronto a prevaricare con la forza. E farsi trovare pronti non significa essere guerrafondai.
Riccardo Giovannetti
*Il piccolo imperatore di Francia e le sue follie
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