La vicenda che ha portato Gianni Alemanno in carcere è in odore di persecuzione giudiziaria voluta e pianificata, ma anche in odore di punizione politica per il suo non essersi piegato alla linea del compromesso e della resa.
Gianni Alemanno avrà pure sbagliato a non ottemperare agli obblighi prescritti dalla sua condanna per un reato che resta quanto meno opinabile, ma una domanda sorge diretta e spontanea.
Se le sue trasgressioni accertate sono state 26, tante infatti gli sono state contestate dall’autorità giudiziaria, come mai quest’ultima non è intervenuta prima?
Non dico dopo la prima infrazione e nemmeno dopo la seconda e la terza, ma di fronte alla reiterazione, qualcuno, magari semplicemente i carabinieri che lo osservavano e sorvegliavano, lo avrebbero dovuto convocare a tempo debito e intimargli il rispetto delle regole, pena le gravi conseguenze.
Ciò, a quanto pare, non è avvenuto, forse perché agli stessi magistrati poco gliene importava del comportamento di Gianni fino a quando…fino a quando Gianni si è rimesso a fare politica e a dare fastidio.
Non è un caso che il suo arresto il 31 dicembre sia avvenuto a ridosso delle manifestazioni pro Palestina e contro la NATO.
Non è un caso che sia avvenuto dopo che il suo nuovo movimento INDIPENDENZA ha cominciato a mostrare una crescente vivacità e presenza politica anche in piazza, fino ad arrivare ad annunciare una propria candidatura alle elezioni comunali di Roma.
E’ stato allora che i magistrati di sorveglianza si sono svegliati o sono stati svegliati da qualcuno…
Se seguiamo questo ragionamento tutto apparirà più chiaro.
Nicola Cospito
Il 2diPicche lo puoi raggiungere
Attraverso la Community WhatsApp per commentare le notizie del giorno:
Unendoti al canale WhatsApp per non perdere neanche un articolo:
Preferisci Telegram? Nessun problema:
Ogni notizia che leggiamo ultimamente, è sempre e continua a deludere.