I dazi e la libertà da Parigi e Berlino.
Per iniziare una nota di colore, da quando Trump ha presentato i dazi, la preoccupazione di Putin che ci dovrebbe invadere è passata in secondo piano. Tornerà a farsi sentire solo quando si dovranno regalare centinaia di miliardi alle industrie tedesche in crisi, tranquilli.
Adesso parliamo dei dazi e annunciamo subito una certezza: se dovesse dipendere solo dai rapporti tra l’America trumpiana e l’Italia della Meloni e di Salvini, gli italiani non pagherebbero neanche un euro di dazi.
Oltre ai rapporti politici, ci sarebbe anche la potente comunità italoamericana che faciliterebbe il totale annullamento dei dazi verso l’Italia. Allora cosa impedisce questa semplice condizione?
Basteranno pochi passaggi per capirlo.
Cosa sono i dazi?
I dazi sono una tassa doganale che si aggiunge al costo di un prodotto importato per poterlo far costare di più. Se un’automobile viene venduta tra il produttore straniero e l’importatore americano a usd 20.000,00 e la dogana americana applicasse un dazio prestabilito del 20%, ovvero di usd 4.000,00, quella vettura verrebbe pagata dall’importatore non più usd 20.000,00 ma usd 24.000,00.
Perchè vengono imposti i dazi?
I dazi vengono applicati quando si vuole proteggere un prodotto locale in concorrenza con un prodotto importato.
O, semplicemente, perché si vuole ricavare del gettito fiscale da dei prodotti importati.
Perchè può nascere l’esigenza di proteggere un prodotto locale?
La necessità di proteggere un prodotto fabbricato localmente può nascere da vari motivi.
Il produttore esportatore potrebbe aver rubato dei brevetti e quindi della tecnologia di appartenenza della nazione importatrice, oppure potrebbe essere stato rubato il design o il marchio, oppure la nazione produttrice potrebbe aver sostenuto con degli aiuti economici illegali il produttore, oppure ancora la nazione produttrice potrebbe rendere difficoltose le contro importazioni con dei cavilli doganali.
La Cina si è resa colpevole negli anni di tutti questi elementi negativi, altrimenti indispensabili per un corretto interscambio commerciale.
Si deve aggiungere che un’imposizione di dazi potrebbe anche solo avvenire per la volontà di difendere i posti di lavoro di una nazione e il sistema sociale di scuole, sanità e pensioni, ad essi collegato.
Sarebbe già un motivo sufficiente anche senza tutti gli imbrogli commerciali sopra descritti.
La guerra dei dazi finirà a favore degli USA?
La guerra dei dazi finirà comunque a favore degli Usa poiché sicuramente non potrebbe peggiorare le loro attuale situazione.
Di fatto gli Usa hanno una bilancia commerciale, tra quanto importato e quanto esportato, enormemente sfavorevole. Ovvero gli Usa importano molto di più rispetto a quanto esportano,
pur conteggiando la categoria dei servizi quali assicurazioni, banking o social, oltre ai prodotti dell’industria manifatturiera.
E’ vero che i cittadini americani pagheranno di più alcuni prodotti?
I cittadini americani pagheranno di più tantissimi prodotti locali e concorrenti rispetto a quelli
precedentemente importati senza dazi. A meno che le nazioni esportatrici verso gli Usa non accettino di bilanciare le loro esportazioni con altrettante importazioni dagli Usa, per equilibrare la bilancia commerciale.
Ad esempio:
Esportazioni americane 2024: 2080 miliardi di dollari [+ $39MLD; +1.9% rispetto al 2023]
Importazioni americane 2024: 3300 miliardi di dollari [+ $187MLD; +6% rispetto al 2023]
Per tutto il 2024 gli Stati Uniti hanno invece avuto un avanzo commerciale per la parte dei servizi di 293 miliardi di dollari [+ $15MLD; +5% rispetto al 2023]
Sommando il deficit commerciale di beni e merci con il surplus commerciale della parte relativa ai servizi, abbiamo che nel 2024 la bilancia commerciale complessiva degli Stati Uniti chiude con un disavanzo commerciale di 926 miliardi di dollari. Nel 2023 il deficit commerciale USA era stato di 773.4 miliardi di dollari. Per inciso, secondo gli Usa, il ribilanciamento di 926 miliardi potrebbe anche avvenire tramite l’acquisto di titoli del Tesoro americano, visto che oggi gli Usa ne devono stampare titoli per usd. 3.000 miliardi/anno.
Perchè l’Italia potrebbe essere esentata da tutto questo?
Come abbiamo detto, c’è una forte quota di italoamericani favorevole a un trattamento speciale per l’Italia e questi cittadini americani spostano un serbatoio di voti decisivi per l’elezione di un presidente. Poi c’è un legame politico tra il governo trumpiano e FdI e la Lega, non con Forza Italia perché l’ex partito di Berlusconi aveva appoggiato sia i Clinton sia i Bush, che, da finta opposizione repubblicana, avevano sempre osteggiato Trump.
Quindi, sulla carta, il governo italiano potrebbe stringere accordi bilaterali direttamente con
l’amministrazione trumpiana. Tutti avranno notato gli inviti di vari alti esponenti del governo americano affinché la Meloni “si faccia sentire” con loro. E’ un messaggio rivolto sia al governo italiano che agli italoamericani, come dire: “Guardate che noi stiamo offendo accordi bilaterali all’Italia per l’annullamento dei loro dazi”.
L’Italia esporta verso gli Usa per usd 67 miliardi/anno e importa dagli Usa per usd 25miliardi/anno, con uno sbilancio favorevole all’Italia di usd 42 miliardi/anno.
Su un totale export dell’Italia di euro 650 miliardi/anno. Quindi il solo export verso gli Usa rappresenta poco più del 10%.
Ulteriore indicazione sulla volontà politica di Trump: non sono stati imposti dazi né alla Corea del Nord né alla Russia.
Sarebbero un tradimento verso Bruxelles eventuali accordi bilaterali?
Bruxelles vuol dire Parigi&Berlino, sono loro i soli a decidere cosa si fa e cosa non si fa, almeno dal 1992.
E Parigi e Berlino hanno stretto sempre accordi bilaterali con chiunque, fregandosene di tutti gli altri Stati europei, a meno che non fossero dei loro stretti alleati come l’Olanda. Hanno aderito come UE all’organizzazione mondiale del commercio (WTO) lasciando che la Cina rubasse marchi e brevetti di tutti, tranne quelli francesi o tedeschi. Un esempio grottesco valga per tutte le altre situazioni analoghe, ovvero quando la Cina si inventò di fondare una città chiamata Parma pur di poter denominare come parmigiano dei suoi formaggi.
Lo stesso dicasi per i prodotti cinesi con il sostegno governativo alle industrie, strettamente proibito dagli accordi WTO per evitare la concorrenza sleale, ma ampiamente tollerato da Parigi e da Berlino, a patto che non toccasse prodotti francesi o tedeschi. E che dire del sistema per rallentare in dogana i prodotti italiani? Si faceva finta di concedere il permesso di esportare per poi imporre delle quarantene lunghissime in dogana all’arrivo, tali da rendere poi il prodotto invendibile.
Questo è il tradimento che l’Italia ha subito almeno da trent’anni da parte di Francia e Germania, e oggi si dovrebbe fare scrupolo di trattare direttamente con l’amministrazione di Trump, scavalcando Bruxelles?
Gli stati USA potrebbero, a partire da loro, stringere accordi bilaterali?
Le regole degli Usa rendono ancora più evidente l’imbroglio europeo orchestrato da Parigi e Berlino.
Per capirlo, basta chiedersi se un singolo Stato degli Usa potrebbe stringere accordi bilaterali con l’Italia o con chicchessia. La risposta è No, perché gli Stati Uniti sono un mercato comune dove i prodotti di ogni singolo Stato vengono tutelati rispetto a un prodotto straniero.
Ovvero, se esiste un prodotto americano concorrente, l’Agenzia delle Dogane, ente federale, controlla per stabilire l’eventuale imposizione di dazi per proteggerlo.
Tutto questo esisteva già indipendentemente dall’elezione di Trump, solo che le amministrazioni democratiche (Clinton, Obama), per accontentare le industrie favorevoli alla globalizzazione, avevano ridotto la percentuale dei dazi applicati. Trump non ha cambiato nessuna legge, ha solo detto all’Agenzia delle dogane di aumentare la percentuale sui dazi.
Allora perché invece, secondo le attuali regole, nella UE potrebbero sorgere degli accordi bilaterali senza infrangere nessuna regola teorica? Proprio perché la UE non è più un mercato comune, ovvero non protegge più i prodotti dei vari Stati europei se qualcuno tenta di importare un prodotto concorrenziale straniero. Esiste un’imposizione di dazi fittizia, mai tale da scoraggiare l’importazione di arance algerine, di olio tunisino, di auto cinesi e via dicendo. Prima in Europa era come negli Usa, fino a quando l’unità europea si era chiamata MEC.
Fino ad allora l’importazione di prodotti stranieri era “contingentata” rispetto alle produzioni europee. Proprio come negli Usa. Poi Parigi e Berlino avevano capito di poter fare degli accordi sotto banco con la Cina e vari altri, e così Addio MEC.
Perchè la possibilità di accordi bilaterali è solo eventuale per l’Italia?
Ricordate lo Spead che schizzava verso le stelle, col corredo delle società di rating, tipo S&P o Fitch, che davano per morte le obbligazioni italiane, o i titoli del Sole24Ore alla FATE PRESTO per cacciare Berlusconi e metterci Monti?
Adesso sembra sparito tutto, perché? Perché l’Italia ha ridotto il suo debito? Manco per niente, abbiamo sfondato allegramente i 3.000 miliardi. E allora tutto succede perché, come ha detto la Von der Leyen, se qualcuno osa ribellarsi al dictat, “abbiamo gli strumenti” per farlo inginocchiare.
Lo spread è sparito solo perché hanno voluto loro ma potrebbe riapparire anche domani. Oltre tutto hanno anche altri strumenti come le Corti Costituzionali alla rumena per annullare delle regolari elezioni non gradite, o dei tribunali per bloccare dei possibili candidati come la Le Pen in Francia. Hanno gli strumenti.
E hanno anche gli strumenti per imboscarsi tutti i soldi che vogliono, Per esempio non si sa dove sono finiti i 1.800 miliardi stampati dalla BCE dal 2021 con la scusa del Covid, 209 miliardi verrebbero destinati all’Italia col PNRR, ma il resto dov’è finito?
Oppure sarebbe interessante sapere da dove arriveranno gli 800 miliardi destinati alle industrie tedesche, prima con la scusa della transizione green, dopo con la scusa di Putin che ci vuole attaccare e adesso con la prossima scusa che si inventeranno per non ammettere di aver creato
una crisi con un sistema di globalizzazione a dir poco idiota.
Il governo Meloni lo sa che siamo su un piano inclinato?
I dazi di Trump sono l’ennesima opportunità perché il governo Meloni si rechi dalla Von der Leyen e da Macron per chiedere la fine degli imbrogli. Basterebbe anche solo chiedere un ritorno dell’Europa al MEC.
L’Italia ha retto fino ad oggi, nonostante gli imbrogli, perché centinaia di migliaia di giovani escono da delle eccellenti università italiane, ricchi anche del tipico spirito imprenditoriale degli italiani. Solo così si spiega il miracolo di 650 miliardi/anno di prodotti esportati verso i Paesi più lontani del mondo.
Ma tutto questo finirà per interrompersi gradualmente, poiché, negli ultimi 4 anni sono espatriati dall’Italia oltre 450.000 giovani, per il 52% laureati e, per di più, ognuna di quelle lauree è costata agli italiani euro 105.000,00 per ogni singolo studente e oggi se le godono la Francia e la Germania.
Prima o poi, l’uscita di quei giovani farà diminuire il livello delle università italiane, non ci sarà più il ricambio di ricercatori validi e allora il declino finale sarà compiuto. Il coraggio di affrontare Bruxelles non serve solo per bloccare decenni di ingiustizie
ma serve anche per la sopravvivenza futura della qualità italiana.
Carlo Maria Persano
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