È di questi giorni la notizia per cui alcuni pianeti (non pochi) si sono allineati e stiamo quindi entrando in un periodo in cui forze e dinamiche fondamentali per il buon funzionamento del Cosmo interagiranno facendosi sentire anche sulla terra.
A me non piace l’astrologia ma credo nell’astronomia e più ancora credo nella divina provvidenza la quale, non potendo agire sulla dinamiche dei pianeti che sono fissate ab aeternum, non disdegna di interagire (ovviamente in positivo) con gli umani che popolano il “pale blue dott”, quel puntino blu pallido che è la terra vista dai margini della nostra galassia.
Su un piano diverso, stesso fenomeno dell’allineamento planetario, foriero di necessari rivolgimenti (per i più) e pericolosi sconvolgimenti (per i meno) si sta verificando nel panorama geopolitico nazionale e internazionale.
Non penso che l’incremento delle 4 forze universali fondamentali dovuto all’allineamento planetario c’entri molto con le vicende sociali e politiche umane, anzi, lo escluderei a priori perché tali dinamiche essendo determinate ab aeternum, sono prive del libero arbitrio, mentre noi umani no, il buon Dio ci ha dotati della tremenda responsabilità del SI e del NO, di quella libertà di scelta che ci permette di rinnegare addirittura il nostro creatore.
L’abuso del Si e del No
Proprio per questo, proprio a causa dell’abuso del SI e del NO, sono propenso a credere che così come ci siamo ridotti non si poteva andare avanti e la Divina Provvidenza ci ha messo lo zampino: ha allineato uomini ed eventi affinché ci industriassimo a uscire da quel marasma colloso di pensiero invertito nel quale ci hanno precipitato quelle forze politiche e sociali che dal ’46 in poi sono state padrone dei nostri destini terreni e ci hanno abituati ad abusare del SI e del NO, fino a lordare quel che ci fa uomini e donne: il libero arbitrio.
Perché propendo per l’intervento esterno della Divina Provvidenza?
Perché non vedo chi altro avrebbe potuto trarci d’impaccio in una situazione così deteriorata sul piano umano, così deficitaria sul piano sociale, così ingarbugliata sul piano geostrategico.
Il processo che dal ’46 ci ha portato all’attuale situazione di degrado morale, sociale, finanche umano e a una situazione di guerra generalizzata è complesso e non lo si può descrivere in un articolo; lo si può solo condensare: forze politiche e sociali disgregatrici hanno via-via incrementato il loro attivismo e ci hanno portato così fuori dall’orbita del buonsenso e della ragione che gli uomini di buona fede e volontà, appositamente isolati e impediti di coagularsi, non potevano contrastare quel degrado manifestando il loro pensiero e trascinando così quella maggioranza di gente dabbene che rosicava in privato.
Un generale
Ecco entrare in gioco la Divina Provvidenza secondo uno schema che le è proprio: usare quel poco a disposizione per imbastire cambiamenti epocali.
Quel poco era ed è un Generale capace e valoroso (passatemelo: del quale sono un commilitone) caduto in disgrazia per aver detto un SignorNò!
Egli, affiancato da un altro commilitone altrettanto capace e valoroso (anche di lui mi pregio essere commilitone di vecchia data) e da altri 3 uomini di buona fede e volontà, capaci e altrettanto valorosi, ha avviato, senza colpo ferire e in maniera quasi improvvisa una rivoluzione a partire da un libro (anzi da tre: Il famigerato “il mondo al Contrario” e “il coraggio vince”, scritti di suo pugno; e “ribellione di un Generale” e “morire per la NATO?”, scritti da Filomeni) e ha coagulato gli italiani di buona fede e volontà i quali, dispersi, in casa propria mugugnavano contro un mondo invertito.
Il mondo al contrario
Da quel momento quel mondo invertito e carnascialesco, convinto di essere la maggioranza si è reso conto che la maggioranza non erano loro, non erano i movimenti lgbt, woke, immigrazionisti, i centri sociali, i preti d’assalto e i magistrati schierati, e non era nemmeno quella destra che strizzava (e tutt’ora strizza) l’occhio alla sinistra.
No, con gran sorpresa di tutti, anche nostra (scherzo del destino “anche stavolta non ci hanno visti arrivare”) la maggioranza siamo noi italiani a tutto tondo, gente dabbene, dalla spiritualità borromaica che identifica il prete in Don Camillo, si rifà alla saggezza icastica dell’avita tradizione e crede nella Patria e rimpiange il periodo della naja.
Gente schietta propensa alla stretta di mano, che non porta rancore ed è orientata a guardare avanti lasciandosi alle spalle il dolore e le ingiustizie subite perché convinta che solo guardando avanti la verità nascosta risusciterà nel suo splendore alle nostre spalle.
Una tiritera di una canzoncina che, per usare un eufemismo, ritengo essere banale, dice “e siamo noi, e siamo noi, la storia siamo noi”.
Si, siamo noi!
Corrado Corradi
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