Recentemente, un post su Facebook del mio commilitone Filomeni, ha acceso un dibattito cruciale: l’urgenza per l’Europa di affermarsi come potenza indipendente, capace di contrastare l’imperialismo statunitense. Un’argomentazione a cui non posso che dare pieno supporto.
Filomeni, immaginando un’Unione Europea come dovrebbe essere (ben diversa da quella di cui abbiamo contezza adesso), ipotizza l’invio di una lettera a Trump, dichiarando la secessione europea dalla NATO e la cessazione di quell’alleanza (ormai data per scontata) con un’America che continua a esercitare il suo imperialismo ammantato di occidentalismo.
È legittimo, oltre che auspicabile, immaginare un’Europa unita, forte e coesa che, con una lettera, metta fine a quella sentinella che è la NATO e scarichi gli americani. Tuttavia, allo stato attuale, ciò però rimane un’utopia, poiché l’Europa, per la sua diversità geografica, antropologica, linguistica, spirituale, tradizionale e sociale, non potrà mai essere unita se non dopo decenni di sforzo coabitativo tra nazioni indipendenti e consimili (1). E nemmeno ciò è sicuro, perché soprattutto le differenze antropologiche, linguistiche e, almeno dal XVI secolo, anche spirituali, permangono profonde e, più di tutte le altre, ostacolano l’assimilazione, a maggior ragione se insistiamo con la scusa dell’Europa unita a tutti i costi, come si è fatto a partire dal 1993… l’esito era già scontato: un pateracchio.
Una classe politica inadeguata
D’altronde, non vedo cosa avrei da spartire con un olandese e nemmeno vedo cos’abbia da spartire un lussemburghese o un danese con me; solo un sentimento di superiorità nei confronti del «terrone» italiano e per di più cattolico che non è stato civilizzato dalla riforma protestante.
C’è anche da dire che viviamo un’epoca in cui una classe politica così infima non ci era stata data… De Gaulle (per il quale non ho mai provato simpatia) sovrasta come un grattacielo le dimensioni da cabina da spiaggia di Macron; come pure Adenauer se paragonato a Scholz, oppure Craxi a un Conte, e che dire del paragone tra la Thatcher e quello squinternato di Boris Johnson… Sì, siamo messi proprio male quanto a materiale umano e il peggio risalta in quel di Bruxelles dove imperversano con provvedimenti demenziali gente che compone le combriccole che facevano capo a Juncker e Stoltenberg e adesso alla Von der Leyen e a Mark Rutte… Quanto alle loro combriccole, due nomi: Signora Labib (quella del kit di sopravvivenza) e Signora Kallas… da scompisciarsi per non piangere.
A mio parere, la UE che stiamo vivendo non è altro che la plastica rappresentazione di quello che non può che essere l’Europa se la si vuole unita a tutti i costi: un ricettacolo di politici di infimo profilo. Pertanto, dimentichiamo per un po’ (direi per un bel po’) l’unità europea e pensiamo a rifondare i nostri paesi infettati da quelle ideologie che questa Europa Unita veicola.
Quello che posso immaginare adesso come processo per una rifondazione di un’unità dei paesi d’Europa non può prescindere da un «tutti a casa». Dopo di che, si potrà avviare un’alleanza tra quei paesi che più di tutti hanno sofferto in seno alla UE, i quali non sono pochi perché in pratica quella UE si riduce alla parte centro-settentrionale del continente (che da sempre dileggia il Sud) con ai lati due paesi, Francia e Germania (pallide rimembranze di splendori che furono), che sono in bilico a causa di un fronte interno scontento di quell’unione.
Italia e Brics
Appena dopo il «tutti a casa», sarà necessario aderire all’alleanza del BRICS, onde evitare di essere travolti da una controffensiva economica, finanziaria, sobillatrice e persino militare promossa dal peggio di quel che noi insistiamo a identificare come nostro elemento identitario, l’Occidente… Quell’alleanza sorda ma onnipresente che, attraverso NATO, UE, centri di potere occulti, agenzie di rating, stampa asservita, magistratura e servizi deviati, partendo dall’Europa centro-settentrionale, via Londra (dove «si puote ciò che si vuole»), arriva a Washington D.C., dove ci si industria per fare come Londra vuole a nostro detrimento.
Comunque, la UE è così debole e delegittimata che, secondo me, potrebbe anche bastare un «colpo di testa» di un paese fondatore che dica papale-papale (e qui potrebbe entrare in gioco l’Italia): andatevene a fare in chiurlo; ed ecco che l’UE si sgretolerebbe, perdendo uno alla volta molti paesi e riducendosi così a quella che realmente è: centro di interessi di una lobby di stati dell’area centro-settentrionale d’Europa, con il cervello nella City, la pancia tra Bruxelles e Strasburgo, e le braccia a Washington D.C.… e che ha in uggia quelli che considera i «terroni» d’Europa.
Che sia un’iniziativa congiunta di nazioni europee stanche di questa UE, oppure il «colpo di testa» di un singolo paese che, giocoforza, trascina gli altri nel mandare a fare in chiurlo la UE, poco importa e spero che avvenga al più presto; sarà quello il momento di inviare una lettera, non a Trump perché a quel punto non gliene fregherà più nulla, ma alla Von der Leyen, dicendole:
Cara, troppo cara Von der Leyen.
Sappia che stiamo riprendendo i rapporti con la Russia (che, francamente, non capisco perché non sia diventata la 28esima nazione UE) così quanto a gas, elettricità ed energia siamo totalmente indipendenti e dica pure ai suoi amichetti di Londra che le agenzie di rating Standard & Poor, Fitch e compagnia ferigna cantando, possono anche infilarsi nelle orecchie i loro rapporti perché siamo entrati nei BRICS e per di più godiamo dell’ottima compagnia dei paesi del Maghreb (la nostra naturale quarta sponda). A titolo di riconoscenza le spediamo in business class, via Londra, i vari Prodi, Monti, Draghi e in economy, i Calenda, i Maggi, i Tajani e compagnia europeista cantando.
Distinti saluti.
Corrado Corradi
(1) Con la parola consimili pongo l’accento sulle oggettive differenze antropologiche, tradizionali e spirituali tra i popoli europei (ad esempio tra un italiano e uno svedese).
(2) BRICS: Alleanza risalente al 2001. Il termine esatto, allora, era BRIC (senza la S del Sudafrica) e indicava Paesi in via di sviluppo, grandi e popolosi, ricchi di risorse e destinati a conquistare un potere crescente negli anni a venire. La prima riunione si è tenuta infatti nel 2009, in Russia, a Ekaterinburg. Il primo summit a cinque, con l’allargamento al Sudafrica, è avvenuto invece nel 2011. Nonostante le grandi differenze, i BRICS si coagulano attorno ad alcuni punti comuni:
- puntano ad alleggerire il peso del dollaro come valuta globale.
- rivendicano maggiore spazio in seno alle organizzazioni internazionali come l’ONU e finanziarie (nel 2014 hanno fondato la Nuova Banca di Sviluppo, alternativa al Fondo Monetario Internazionale).
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Come sempre il ragionamento “il mio nemico è la UE”, mette in secondo piano che l’Italia è nella NATO da prima della UE, con basi USA, atomiche comprese dal 1945. In sostanza che il problema è l’egemonia USA. Quindi, non si fa i conti con l’oste di Washington. Ma nella contro-lettera di Corradi al presidente UE (che dovrebbe sostituire quella al Presidente USA del Colonnello Filomeni) Trump/Biden/Obama si fregherebbero le mani con una Europa polverizzata in Stati satelliti, tutti loro- scappa detto che la Russia avrebbe dovuto diventare il 28esimo Stato UE, che rimanda ad una Europa Sovrana e Indipendente autonoma dagli USA in pace con la Russia che è la nostra posizione politica con il Colonnello Filomeni. Una posizione – si permetta – un po’ più forte – che un’Italia alleata con un nord Africa già in mano agli USA, oppure nel caos. I BRICS purtroppo ancora non garantiscono una autonomia a chi non lo è per conto suo. Diverso se ai Brics aderisse l’Europa. Ma forse l’idea forte di una Italia per conto suo, sarebbero le quattro mafie che si papperebbero il Belpaese, magari chiedendo di diventare una nuova stella e strisce.