Ghaza è il nome di un’area geograficamente determinata con la generica definizione di « striscia di-» ma non si sa esattamente a cosa corrisponda: nazione? Stato? Paese? Patria?…
Mi si passi un’interiezione poco elegante come BOOH!? E pensando alla Macedonia, ridotta a FYROM (1), mi chiedo perché non si sia provveduto a indicare Ghaza non come striscia ma come LoFPC (Land of Former Palestinian Countrie).
Domanda alla quale è quasi impossibile rispondere perché in quella regione, da dopo la Prima Guerra Mondiale (che ha indotto Sir Laurence d’Arabia a vergognarsi) e poi dopo l’altrettanto vergognosa Secondo Guerra Mondiale, vi regna una intricatissima confusione di uomini, consuetudini, confini, iniziative arabe e israeliane e ingerenze statunitensi e inglesi, strumentali a far sì che non ci si capisca più niente.
Di sicuro ora Ghaza è diventata la localizzazione geografica di una tragedia che risponde alla descrizione di annichilimento di una popolazione.
Odio immortale
Un annichilimento tra i più elaborati, passato dalle libere votazioni a un regime islamista (votato anche dalla parte più laica di quel che restava del popolo palestinese), a uno stringente assedio israeliano, fino a diventare il ricettacolo del reciproco immortale odio di entrambe le parti che ha raggiunto il suo apice il 7 ottobre del 2023 quando Hamas ha compiuto una tra le più esecrabili azioni che si possano immaginare (2) e Israele la più esecrabile delle vendette.
Un annichilimento che non è arrivato di sorpresa perché chi aveva occhi per vedere non poteva non rilevare due o tre elementi indicatori di una rotta geostrategica che portava proprio a quell’indirizzo:
- ai popoli arabo-islamici della sorte dei palestinesi non è mai fregato nulla, anzi sempre hanno tramato conto di loro
- idem agli israeliani, anzi questi li vedevano e li vedono come l’unico impedimento alla loro espansione dettata dall’alto (da Yahve), dal basso (il Sionismo) e più terra-terra, confermata dal loro alleato più influente (gli USA)
- ONU e suoi mandamenti mai pervenuti se non con dei … BOOH!? Più colpevoli del mio.
- l’azione criminale di Hamas del settembre 2023 è stata evidentemente un’azione il cui scopo era quello di scatenare l’ira israeliana, un’ira che ha permesso a Israele di giustificare un intervento «spietato», come spietate sono sempre state le sue rappresaglie, e prendere il definitivo controllo militare di quell’area che da tempo immemore considera sua.
Colpa di tutti
Al punto in cui siamo è perfino ipocrita e vomitevole stracciarsi le vesti per Ghaza, perché di quello sterminio, in maniera più o meno diretta, siamo colpevoli tutti.
Sono colpevoli le organizzazioni internazionali, è colpevole la dabbenaggine ipocrita di noi europei che cadiamo in ginocchio rinunciando a ogni minima riflessione quando veniamo strumentalmente accusati di essere antisemiti (come se semiti fossero solo gli ebrei e non anche gli arabi), è colpevole il menefreghismo, anzi direi proprio la bieca complicità dei leader dei popoli arabo-islamici con Israele, è colpevole Israele che non può far finta, in maniera così smaccata, di cadere dal pero di fronte a un’azione come quella compiuta da Hamas il 7 ottobre 2023.
Ma tra i peggiori colpevoli sono da annoverare quei gruppi di facinorosi che fuori tempo e luogo, in casa nostra scendono in piazza stracciandosi farisaicamente le vesti e mettendo a ferro e fuoco i nostri quartieri per la causa palestinese … Colpevoli di ignorante menefreghismo, stupidità, ferocia, livore, malafede e disonestà intellettuale: la causa palestinese per loro è solo l’istinto pavloviano che scatena in loro la ferocia, cani rabbiosi e basta.
Corrado Corradi
- «Former Yugoslavian Republic of Macedonia»
- Il più micidiale Attacco di Hamas contro Israele (nome in codice: operazione alluvione Al-Aqsa). É consistito in una serie di azioni partite dalla stricia di Ghaza che hanno provocato la morte di 1200 israeliani e hanno permesso il rapimento di circa 250 persone.
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